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Nella riunione di ieri, 19 novembre, il Cda di viale Mazzini, ha approvato all¿unanimità una delibera in relazione alla trasmissione ¿Raiot – Armi di distrazione di massa¿, andata in onda domenica scorsa, dopo un¿ampia discussione alla quale hanno preso parte tutti i consiglieri, come si legge nel comunicato dell¿azienda.
¿Tenuto conto dei pareri legali ¿ si legge nella delibera – che hanno messo in evidenza possibili responsabilità civili e penali connesse ai contenuti espressi nel corso della predetta trasmissione il Consiglio invita il Direttore generale a sospendere temporaneamente la messa in onda del programma e proseguire nella realizzazione delle altre cinque puntate, al fine di valutarle complessivamente per tutelare l¿azienda da possibili future conseguenze civili e penali¿.
La registrazione della prima puntata di ¿Raiot¿, sarà anche inviata alla Commissione parlamentare di Vigilanza, come deciso dal Cda che ha anche dichiarato la propria disponibilità a presentarsi in audizione.
In realtà, lo svolgimento del Consiglio non è stato così tranquillo come alcuno volevano far credere. La delibera adottata dal Cda Rai è stata frutto di una lunga e animata discussione tra i cinque consiglieri. Secondo alcune indiscrezioni trapelate alle agenzie di stampa, infatti, Francesco Alberoni, Angelo Maria Petroni e Giorgio Rumi, sono entrati in Cda determinati a chiedere misure ben più drastiche di quelle contenute nel documento finale: i tre avrebbero proposto la chiusura del programma e la ”sfiducia” al direttore di Raitre, Paolo Ruffini.
Il presidente Rai Lucia Annunziata, di fronte alle numerose richieste di chiarimento della delibera adotta dal Consiglio, ha dichiarato che l”applicazione delle indicazioni del Cda è ora nelle mani del Direttore generale Flavio Cattaneo e del direttore di Raitre Paolo Ruffini.
¿Spetta a loro ¿ ha detto la Annunziata – indicare una data per la messa in onda delle successive puntate di Raiot. Spero che Cattaneo e Ruffini indichino questa data presto perché la delibera parla di ”sospensione temporanea” e certo non a tempo indeterminato¿.
Secondo alcuni rumor, un richiamo per Ruffini e un provvedimento disciplinare per il produttore Rai Andrea Salerno, sono le sanzioni decise dall”azienda a seguito della vicenda.
Riguardo all”invito a un confronto pubblico sulla libertà d”informazione avanzato dall”Usigrai, il consigliere Rai Marcello Veneziani ha dichiarato ¿Non ho difficoltà ad accogliere l”invito ad un confronto pubblico con il sindacato dei giornalisti¿.
Ma prima, ha detto ancora Veneziani, si aspetta una risposta precisa alla sua osservazione: ¿perché il sindacato dei giornalisti Rai non ritiene di tutelare la dignità e la professionalità dei suoi iscritti e della categoria dopo lo show della Guzzanti, che ha denunciato la totale assenza di libera informazione nei Tg e nella stampa italiana, tanto da ritenere necessario sostituirsi ai giornalisti stessi e sostituire l”informazione con la satira?¿.
Per Paolo Serventi Longhi, segretario generale della FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) la vicenda ¿¿dimostra i rischi che correrebbe la Rai se la legge Gasparri fosse approvata: un Cda controllato direttamente dal governo e un presidente nominato dal ministro dell”Economia potrebbero intervenire tutti i giorni con operazioni di controllo e di censura dei prodotti giornalistici e culturali¿.
¿¿precedente piuttosto pericoloso per la libertà d”espressione¿, è la considerazione di Antonello Falomi, capogruppo Ds in Commissione parlamentare di Vigilanza.
¿Un”azienda editoriale – afferma ¿ è sempre esposta al rischio di azioni legali e civili che, per altro, diventano reali solo dopo la conclusione di un”eventuale giudiziaria. E” nel diritto della Rai tutelarsi da possibili contenzioni civili e penali¿.
Però, per Falomi, ¿questo non può significare sottoporre a controllo un intero ciclo di trasmissioni prima della loro messa in onda¿. Infine, conclude Falomi ¿¿chiedo un ripensamento della decisione assunta dal Cda in modo che il programma possa andare in onda e non si aprano pericolose falle sui principi dell”autonomia e della libertà d”espressione dei quali il servizio pubblico dovrebbe essere geloso custode¿.
Intervistato dai cronisti in merito alla vicenda, il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri si è astenuto dal commentare.
¿Non spetta a me né valutare né commentare¿, ha precisato il ministro.
¿Ho letto – ha aggiunto – che la decisione è stata presa all”unanimità e ho letto le dichiarazioni del presidente Annunziata¿. Sul caso Raiot, ha concluso Gasparri, ¿non ho mai fatto commenti e continuo a non farne¿.
Molto irritata, Sabina Guzzanti ha dichiarato: ¿Sono molto determinata ad andare fino in fondo e a protestare finché campo per questa vicenda. E” un precedente gravissimo per la libertà d”espressione¿. E ha annunciato una battaglia nella conferenza stampa convocata al Teatro Ambra Jovinelli dopo la decisione della Rai di sospendere il programma Raiot.
¿La battuta sugli ebrei e la causa Mediaset sono argomentazioni pretestuose. Se non ci fossero state queste ne avrebbero trovate delle altre¿, dice l”attrice comica di fronte ad una platea che vede tanti colleghi e amici che sono venuti a portarle solidarietà: Paolo Rossi, Michele Santoro, Sandro Ruotolo, Daniele Luttazzi, David Riondino, Sabrina Impacciatore.