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La giustizia australiana ha condannato tre webmaster di un sito di download gratuito di file musicali. L¿accusa è quella di aver violato le norme che regolamentano il copyright.
I tre studenti australiani, che si occupavano del Web site ¿MP3 WMA Land¿ di file-sharing, sono stati riconosciuti colpevoli di violazione dei diritti della proprietà intellettuale, e condannati a 18 mesi di prigione, con la possibilità che venga comminata un altro tipo di pena.
Ma per l¿industria discografica si tratta di una condanna insignificante.
Charles Ng, Peter Tran e Tommy Le erano stati tratti in arresto nel maggio scorso per aver offerto, gratuitamente e senza limiti, la possibilità di scaricare file in formato Mp3.
Secondo la Music Industry Piracy Investigations (MIPI), un organismo finanziato dall¿industria discografica e parte in causa in questo processo, il danno subito dalle major della musica Universal Music, Sony, Warner, BMG, e EMI, è stimabile in 60 milioni di dollari australiani (36millions di euro).
Considerata la loro giovane età ¿ i responsabili hanno tra i 19 e i 20 anni -, l¿ammissione della loro colpevolezza e il carattere non lucrativo della loro attività, il tribunale ha deciso di commutare la pena in lavori socialmente utili.
Tommy Le, che ha realizzato gli album piratati e li ha diffusi attraverso la Rete, e Charles Ng, riconosciuto suo complice, sono stati condannati a 200 ore di lavoro.
Peter Tran, riconosciuto fisicamente inadatto a questi lavori, si è visto infliggere una multa di 5.000 dollari australiani (3.000 euro) e una cauzione di 1.000 dollari (600 euro), che si applicherà anche a Charles Ng, e che potrebbe essere restituita dopo 3 anni di buona condotta.
Chris Levingston, l¿avvocato di Ng, ha dichiarato che il ragazzo ¿non ha cercato di spezzare la schiena dell¿industria musicale¿.
Il legale di Peter Tran, ha detto ¿Il loro scopo non era guadagnare denaro alle spalle dell¿industria discografica¿, ha precisato l¿avvocato che ha giudicato la condanna sufficientemente persuasiva.
L¿accusa ritiene, invece, le condanne irrisorie.
¿La Corte ha indicato che la violazione di copyright è un reato molto grave, ma ha deciso infine di non mandare in prigione i responsabili¿, ha indicato alla stampa australiana Michael Speck, responsabile della MIPI.
L¿organismo ha fornito le prove della violazione alla giustizia australiana. ¿Ma quante opere musicali bisogna sottrarre per finire in prigione?¿, ha detto indignato Speck.
Per Phil Tripp, direttor associato della società australiana di promozione musicale Immedia, che lavora per diverse etichette, questa condanna non spaventerà nessuno.
¿La gravità del reato è tale e una simile pena equivale a uno schiaffone per l¿industria, e a un buffetto per gli accusati¿.
Immedia pubblicherà i risultati di un studio sorprendente, realizzato in Australia e in Asia, che rivela che un numero di operatori dell¿industria discografica giudicano le leggi attuali sul copyright troppo dure, e non condannano il file-sharing.
In realtà il discorso a riguardo è molto più complesso e a sollevare le polemiche è il fatto che si considerano troppo rigide le disposizioni normative in materia violazione della proprietà intellettuale, specie quando a violarla non sono organizzazioni a fine di lucro, ma semplici utenti, spesso molto giovani.
Al centro del mirino, si trova proprio il sistema di file-sharing
Secondo una recente inchiesta di Nielsen//NetRatings, l¿uso di questi sistemi è in calo.
Tra giugno e settembre KaZaA, il programma maggiormente utilizzato da chi scambia file negli Usa, ha perso qualcosa come il 41% degli utenti. Se a giugno 2003 l”utilizzo di KaZaA contava un picco di 7 milioni di utenti, a ottobre questi utenti si sono ridotti a poco più di 3 milioni. Stessa sorte per Bearshare e Morpheus.
Cresce invece l¿acquisto della musica online. In contemporanea alle azioni di repressione della RIAA, sono saliti alla ribalta i sistemi di scaricamento legale della musica. Per poco meno di un dollaro si ottiene un singolo brano che, in alcuni casi, può anche essere masterizzato su un proprio CD.
Ad aver registrato i maggiori successi: Apple iTunes e Napster.
Specie il servizio della Apple, che in breve ha messo a segno un giro di vendite che ha superato la vendita di CD online. Il Time ha definito iTunes “Invenzione dell”anno”.
Anche l”Europa si appresta a varare nuove direttive sulla proprietà intellettuale. Un gruppo di parlamentari guidati dall¿europarlamentare Janelly Fourtou è per la linea dura: anche chi scarica inconsapevolmente, e non per fini commerciali, file protetti dal diritto d”autore deve rispondere penalmente di questo suo atto. Le nuove regole, osteggiate anche da operatori come Vodafone, Deutsche Telekom, British Telecom, Telecom Italia, Yahoo e Verizon, dovrebbero essere varate non prima del 2004. Si preannuncia una dura battaglia.
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