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Cresce sempre più in tutta Europa l¿attenzione nei confronti della Direttiva sull”enforcement dei diritti di proprietà intellettuale (IPR).
I maggiori operatori di telecomunicazioni di 34 paesi europei (tra cui spicca la presenza di Deutsche Telekom, British Telecom, Telecom Italia, France Telecom e Telefonica) hanno lanciato un preciso allarme: sulla proposta di direttiva pesano proposte di emendamenti che rischiano di bloccare lo sviluppo della banda larga. Lo afferma un comunicato appena diffuso dall”ETNO, l”Associazione europea degli Operatori Nazionali di Telecomunicazione, che rende conto dell”Assemblea Generale dell¿associazione appena svoltasi a Malta.
Alcuni parlamentari europei (su tutti, come noto, l¿europarlamentare francese M.me Fourtou, relatrice presso il Comitato Giustizia del Parlamento Europeo) hanno recentemente apportato all”originaria formulazione della proposta di Direttiva degli emendamenti che portano ad ampliare l”ambito di applicazione della Direttiva medesima, originariamente finalizzata a combattere la contraffazione e la pirateria, sino a ricomprendere anche atti che non siano mossi da un intento commerciale ovvero atti che non creano un pregiudizio significativo ai titolari dei diritti coinvolti.
¿Ciò potrebbe avere rilevanti conseguenze per il settore e i consumatori¿ , ha sottolineato nella nota Michael Bartholomew, direttore di ETNO, avvertendo in sostanza che si rischia di incriminare i normali utenti di internet anche per violazioni assolutamente casuali e non volute e per giunta a prescindere dall”entita” del danno causato.
¿Si pensi, ad esempio, ai download di file ad uso strettamente personale da parte dei consumatori ¿ ha proseguito Michael Bartholomew ¿ ¿le conseguenze? Un inevitabile effetto di demotivazione e scoraggiamento per l”uso della banda larga e, più in generale, dell”industria di Internet, con ripercussioni a catena su operatori di rete, internet provider, fornitori di contenuti e titolari di diritti di proprietà intellettuale. E questo, nonostante il fenomeno del peer-to-peer abbia portato a galla una potenziale domanda di contenuti considerevole, che potrebbe rappresentare il volano per il definitivo sviluppo della banda larga e il rilancio dell”economia europea in un periodo di stagnazione. Senza considerare il fatto che in questo modo si arriverebbe a perseguire anche i cosiddetti ””reati bagatellari””, reati cioè privi di una vera e propria lesività e avvertiti come tali solo dalla coscienza del legislatore con eccessivo dispendio di risorse pubbliche (da parte dei tutori dell”ordine) e private (da parte degli operatori di rete e degli ISP chiamati ad un”improba attivita” di monitoraggio) e con un effetto paradossale, simile a quello che si avrebbe cercando di pescare un branco di sardine con una rete da calcio¿.
Parallelamente anche l”EuroISPA, l”Associazione dei Services Providers Europei, a cui aderisce per l”Italia l”AIIP, Associazione Italiana Internet Providers, unitamente alle corrispondenti associazioni degli ISP della Spagna, Francia, Austria, Germania, Irlanda, Olanda ed UK ( per un totale di oltre 800 ISP) è contraria ad un”estensione dello scopo della Direttiva e supporta gli emendamenti che limitano le finalità di contraffazione.
In particolare EuroISPA si è dichiarata favorevole a tutti quegli emendamenti che:
conferiscono ai diritti di informazione del rightholder una maggiore certezza giuridica (procedure di autorizzazione dell”autorità giudiziaria), secondo criteri di proporzionalità e ragionevolezza della rihiesta del rightholder.
escludono la figura dell”ISP (operatore intermedio) dalla “partecipazione” alla violazione.
Le richieste di EuroISPA sono principalmente motivate dalla necessità che la direttiva enforcement non pregiudichi l”attuale E-commerce Directive, che stabilisce il principio generale di mere conduit dell”operatore Internet.
¿Riteniamo che la proposta iniziale della Commissione sia ragionevole ¿ ha commentato Luigi Gambardella, Presidente di Puntoit ¿ In particolare, con riferimento specifico al campo di applicazione. La Commissione ha proposto infatti di limitare lo scopo della Direttiva a violazioni commesse a fini commerciali o che creano danni considerevoli ai titolari dei diritti. A noi sembra un approccio equilibrato¿.
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