Italia
Da due settimane è in corso al Parlamento europeo un confrontoserrato sul futuro normativo di una materia complessa e controversa, quale quella della proprietà intellettuale. Un argomento di particolare importanza per la diffusione di contenuti nella Società dell¿Informazione. Un argomento che impone la ricerca di soluzioni adeguate che salvaguardino le legittime prerogative degli autori, degli aventi diritto, degli editori. Ma senza che ciò uccida le aspettative di sviluppo della rete.
E internet?
Chi difende internet e lo sviluppo della rete?
Puntoit e Key4biz lanciano un appello perché la Direttiva europea sulla proprietà intellettuale in discussione a Bruxelles non recepisca le proposte di modifica avanzate dal relatore, l¿europarlamentare francese Janelly Fourtou.
Puntoit e Key4biz lanciano un appello alle istituzioni italiane ed alle associazioni di settore perché anche in Italia venga assicurato ad internet un futuro di sviluppo in linea con l¿affermazione della Società dell¿Informazione.
Ma ricordiamo i termini della vicenda.
Lo scorso 30 gennaio 2003, la Commissione Europea invia al Parlamento Europeo una proposta di Direttiva sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale, i cosiddetti IPR, gli Intellectual Property Rights. La Direttiva intende armonizzare le diverse legislazioni nazionali nel colpire la violazione dei diritti di proprietà intellettuale, quando tale violazione è commessa a fini commerciali o arreca danno considerevole agli aventi diritto. La definizione di proprietà intellettuale accomuna sotto di sé una incredibile quantità di ambiti, ma appare del tutto evidente che una delle preoccupazioni maggiori di alcuni settori industriali riguarda alla circolazione di file elettronici in rete per il trasferimento di contenuti audio, video o testuali.
Il 20 febbraio 2003 la signora Fourtou, europarlamentare eletta in Francia viene nominata relatrice.
Il 17 settembre 2003 la Fourtou presenta alla Commissione giuridica e per il mercato interno una relazione con proposte di emendamento destinate a suscitare parecchie polemiche. La più rilevante di esse è quella che propone di eliminare ogni restrizione della normativa alla violazione per ¿¿fini commerciali¿.
Il resto è lo scontro di questi giorni.
L¿europea Net-Alliance, che include tra gli altri Deutsche Telekom, Vodafone, British Telecom, Telecom Italia,Verizon e Yahoo, solleva, tra i primi, il problema e si appellaalle istituzioni europee, sottolineando con fermezza che le disposizioni normative si dovrebbero concentrare solo sulle contraffazioni per uso commerciale escludendo l¿uso privato. In sostanza, sostiene Net-Alliance, la Direttiva non si dovrebbe estendere a chi commette delle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale inconsapevolmente, ma dovrebbe avere efficacia là dove le energie della criminalità sono state impiegate per usi commerciali, riprendendo di fatto quanto inizialmente prevedeva a tale proposito la Commissione europea, che aveva detto chiaramente che le nuove norme si sarebbero applicate solo ai casi ¿¿in cui la violazione fosse commessa per uso commerciale, o causasse danni significativi ai titolari dei diritti di proprietà intellettuale¿.
Fanno subito eco le più importanti testate, dal Financial Times al New York Times, mentre il tam tam coinvolge immediatamente la rete in tutta Europa.
Al centro dell¿attenzione due rischi.
Il primo timore è quello di considerare come fuorilegge chiunque usi una rete P2P per condividere copie non licenziate di musica, film o altri prodotti dell¿industria dell¿intrattenimento.
La Direttiva sull¿IPR è l¿ultima di una serie di iniziative legislative assunte dall¿Europa in ambito internet, preceduta dalla direttiva sul marketing di rete e contro lo spamming
Il secondo rischio è che chiunque (tra aventi diritto ed editori) ritenga di essere stato danneggiato potrebbe rivolgersi alla legge ottenendo una serie di informazioni sulle persone e sulle loro abitudini personali dagli internet providers o dalle società di web hosting. Ma il rischio ancor più grande è che chiunque può essere accusato di aver commesso un illecito anche per una riproduzione ad uso esclusivamente personale, o addirittura per una copia di back-up.
Il sito della BBC, da canto suo, ha lanciato un grido d¿allarme inequivocabile: ¿Ogni nuova legge deve trovare un equilibrio tra gli interessi dei possessori di diritti, grandi multinazionali ed individui, e quelli della più ampia comunità. Copyright e brevetti rappresentano un contratto tra pubblico e creatori di una qualunque opera, da un racconto ad una canzone, e un contratto deve tener conto di ambedue i contraenti. E forse non è una pura coincidenza il fatto che l¿europarlamentare Janelly Fourtou, che si sta battendo per le modifiche alla proposta di Direttiva, è la moglie di Jean-René Fourtou, presidente di Vivendi Universal, uno dei più importanti marchi multimediali del mondo¿.
Un articolo, quello pubblicato da Bbc.co.uk, che denuncia il rischio di una Direttiva liberticida, ad uso esclusivo degli interessi di una industria discografica che reagisce in modo scomposto, esclusivamente sanzionatorio e quindi poco innovativo, alle prospettive del dopo Napster.
Ma a fianco, sembra, francamente, di sentire anche le pruderie del mondo cinematografico, che non ha ancora elaborato un modello di relazione con internet e lo sviluppo della rete.
Ciò che si intravede all”orizzonte è una precisa volontà di criminalizzazione di fasce d”utenza della rete.
E sono evidenti leinevitabili ricadutesulle fasce giovanili, che non sono solo il futuro della rete.
Sono il futuro della società dell”informazione.
Anzi sono il futuro della società.
Ed in Italia?
Nulla.
E¿ necessario che anche l¿Italia eserciti il proprio peso.
Cosa, oggi, ancor più necessaria, se si considera la coincidenza con la Presidenza di turno della UE.
La Direttiva ha, davanti a sé, un suo percorso e gli Stati nazionali dovranno poi adottarla ed armonizzarla alle normative nazionali. Naturalmente i margini per modificare con efficacia gli orientamenti ed il dettato devono affermarsi ora, nel corso della procedura di approvazione della Direttiva medesima. Poi sarà troppo tardi e chiunque di noi rischia di essere considerato come un malfattore per il solo fatto di aver duplicato una copia del concerto di Colonia di Keith Jarrett (che è sul player nel nostro studio) alla moglie o al figlio che vuole ascoltarlo da solo (sul player in camera sua o nel soggiorno).
Ecco perché non c¿è un solo minuto da perdere.
Ciò che temiamo appartiene ancora al mondo delle proposte.
Gravi.
Ma ancora proposte.
E¿ necessario che anche nel nostro Paese venga sollecitata una iniziativa in tale direzione, perché si dia luogo ad una forte e rapida consultazione pubblica sul tema.
E¿ necessario che un tema di così grande rilevanza venga posto senza esitazione all¿attenzione delle istituzioni nazionali, delle associazioni dei consumatori e degli utenti, alle imprese di settore.
La posta in gioco è il futuro di Internet e con essoil rispetto di quelle prerogative di Privacy per le quali il nostro Paese rappresenta un punto di eccellenza riconosciuto in Europa.
Per approfondimenti, consulta:
Archivio delle news sul Decreto Urbani, la Direttiva Europea e la Proprieta¿ intellettuale
La redazione di Key4biz.it esprime il proprio cordoglio per la morte a Nassyria deimilitari e civili italiani impegnati in Missione di Pace e la sentita partecipazione al dolore delle loro famiglie.
Il mondo ICT non è un¿isola separata dal resto del mondo.