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Il New York Times ha lanciato l¿allarme: per la prima volta l¿Europa ha superato gli Stati Uniti nel settore hi tech. E non in un¿area marginale (anche se non si tratta neanche della pura ricerca), bensì nell¿applicazione pratica di una tecnologia che più americana non si può: Internet.
E l¿allarme risuona nei corridoi della Silicon Valley, dove abitualmente si brinda all¿ennesimo successo, all¿ennesimo distacco. La tecnologia in questione si chiama Grid (griglia, reticolo) e, spiegano i curatori dell¿articolo, è più di un nuovo metodo di computing. È anche un segnale che la Rete globale sta accelerando la rapidità di sviluppo delle nuove tecnologie ovunque, accorciando frequentemente, o anche cancellando del tutto, la tanto pubblicizzata supremazia tecnologica degli Stati Uniti.
Attualmente, Internet consiste in una immensa rete di server (oltre 35 milioni in tutto il mondo rispetto agli appena 130 del 1993) che permette agli utenti di scaricare informazioni 24 ore su 24. L¿accesso ai dati adesso è però limitato dalla capacità di elaborazione del computer di ciascun utente.
La Grid, invece, è una rete di nuova concezione che permette di sfruttare a pieno le capacità di memoria e di calcolo dei singoli personal computer collegati anche se questi sono già impegnati in altre funzioni. In sostanza è una sorta di supercomputer formato non da una sola macchina dotata di un mega processore, bensì da centinaia di migliaia di PC, aggregati e collegati tra loro in remoto in un sistema che mette in evidenza le risorse disponibili e consente a ogni utente, dovunque egli si trovi, di sottomettere e processare le sue richieste su queste risorse.
Allo stesso tempo la griglia gestisce efficientemente i dati e le repliche nei vari centri e li rende immediatamente disponibili a tutti in modo trasparente e in tempo reale, consentendo di aumentare enormemente l¿efficienza d¿impiego e minimizzare i tempi di risposta alle richieste degli utenti.
L¿idea di base dunque, è piuttosto semplice: poiché poche persone utilizzano a pieno le capacità di elaborazione del proprio computer, si è deciso di sfruttare queste risorse inutilizzate attraverso Internet. Soprattutto per risolvere problemi di calcolo che necessitano grande memoria e potenza e per archiviare un gran numero di dati, ad un costo relativamente contenuto.
¿L¿Europa ha capito che si tratta di un reale vantaggio competitivo ¿ dice Peter A. Freeman della National Science Foundation ¿ e ha deciso di corrergli dietro¿.
La Novartis ¿ azienda svizzera produttrice di farmaci ¿ ha allacciato in questo modo 2.700 personal computer affinchè disegnassero nuove molecole chimiche per creare nuovi medicinali. I risultati sono stati sorprendenti, tanto che la società ha dichiarato di voler collegare in questo modo l¿intero network aziendale, composto da 70.000 Pc.
La rincorsa tutta europea al Grid Computing – spiegano John Markoff e Jennifer Schenker del NYT ¿ sottolinea le differenze culturali e politiche tra il Vecchio Continente e gli Stati Uniti.
Università e aziende Usa infatti guidano spesso la classifica dell¿innovazione, ma tardano a lanciare le nuove tecnologie a causa della proliferazione di standard differenti e della riluttanza del governo a coordinare le politiche dell¿industria.
Di contro, i governi europei sono tradizionalmente più propensi a garantire la diffusione di standard uniformi e a concentrarsi sulle tecnologie che sembrano offrire un vantaggio economico.
E¿ il caso, ad esempio, dei telefonini: la tecnologia è stata sviluppata dagli Usa, ma le reti digitali europee offrono attualmente un servizio nettamente superiore. Con il Grid Computing, dicono gli esperti, l¿Europa accumula un vantaggio tecnologico di almeno 18 mesi sugli Usa.
E mentre gli Stati Uniti inizieranno a febbraio prossimo a coordinare gli investimenti nella tecnologia, l¿Unione Europea sta preparando due grandi progetti per l¿inizio del 2004.
Il primo – Enabling Grids for E-science in Europe (EGEE) ¿ mira a costruire, gestire e fornire supporto per una grid europea di produzione (costituita dall¿interconnessione delle griglie esistenti) che operi in più di 70 istituzioni con una con una capacità di calcolo equivalente a quella di 20.000 dei più potenti attuali computer.
L¿altro è un progetto relativo al cosiddetto ¿Computing distribuito¿ ed è coordinato dal National Center for Scientific Research. Il piano prevede la connessione di sette super computer europei alle velocità garantite dai network a fibre ottiche con lo scopo di porre l¿Europa come uno degli ambienti più creativi e dinamici al mondo nella creazione e diffusione di infrastrutture grid.
In questo campo, avvertiva già a gennaio un rapporto della National Science Foundation, l¿Europa accumulerà un notevole vantaggio, dal momento che entro il 2006 l¿Unione spenderà nel progetto almeno 420 milioni di dollari. A guidare la corsa del Vecchio Continente, la Gran Bretagna, il cui governo supporta un gran numero di progetti, incluso un enorme data base per la raccolta e lo studio delle informnazioni provenienti da milioni di mammografie che serve a studiare tutte le patologie individuabili con questa metodica. Il programma, inoltre, non è certo campato in aria, ma si collega all¿ e-science program del governo, il che significa che presto la tecnologia sarà parte integrante del sistema sanitario nazionale. Il solo governo britannico investirà 335 milioni di dollari nel grid computing fino al 2005.
In Europa, spiega Andy Butler di Gartner Group, ci sono un sacco di organizzazioni di ricerca che hanno fatto significativi progressi, grazie al supporto delle maggiori società di settore ¿ IBM, Sun, HP ¿ che hanno investito da noi, piuttosto che negli Usa.
Gli europei hanno anche il vantaggio di avere una road map molto più unitaria rispetto agli Stati Uniti, dove la programmazione si disperde tra i vari governi federali.
¿L¿Unione europea ¿ dice Larry Smarr, collaboratore dell¿Università della California ¿ ha gia pianificato gli interventi per i prossimi 10 anni. (¿) Questo è un chiaro segno che le cose sono diventate sempre più globali¿.
Gli Stati Uniti in questo campo possono vantare un solo primato: aver applicato in modo più rapido il grid computing alla scienza per lo studio, ad esempio, dei terremoti. Il prossimo anno il progetto Usa TeraGrid dovrebbe offrire velocità di calcolo pari 20 trilioni di operazioni matematiche al secondo e l¿abilità di conservare un petabyte (un milione di Gigabyte) di informazioni ¿ circa quanto potrebbe essere accumulato in 25.000 computer standard.
L¿equivalente programma europeo ¿ Openlab ¿ è appoggiato da IBM e dal Cern, il centro europeo per la ricerca nucleare di Ginevra che di recente – in collaborazione con il California Institute of technology (Caltech) ha stabilito il nuovo record di velocità, trasferendo 1.1 Terabytes di dati a 5,5Gb/sec dal laboratorio del Cern a quello del Caltech distanti 3000 km.
La velocità raggiunta è 2000 volte superiore alla tipica connessione broadband ed equivale alla trasmissione di un CD da 60 minuti in un secondo o un DVD in sette secondi.
La prova è stata dichiarata ¿storica¿ da Olivier Martin, del Cern, considerando che simili velocità erano considerate fantascienza solo un anno fa.
Gli scienziati americani hanno già chiesto alle istituzioni europee di poter partecipare al progetto EGEE, ma non si è ancora trovato un accordo. ¿Spero che le istituzioni si mettano d¿accordo ¿ ha dichiarato Fabrizio Gagliardi, responsabile del progetto DataGrid – ¿c¿è molto da guadagnare se uniamo le forze. Abbiamo bisogno di infrastrutture globali in modo da poter lavorare per risolvere problemi quali le crisi energetiche e lo sviluppo sostenibile¿.
Ma gli Usa, dopo l¿11 settembre, mettono in primo piano la questione sicurezza e i problemi relativi allo scambio di informazioni sui sistemi aperti, potenziale mezzo preferenziale per terroristi e pirati informatici.
Molto probabilmente saranno le stesse aziende a fornire l¿unificazione di buoni livelli di sicurezza ma, sostiene la comunità scientifica internazionale, sarà necessario estendere a tutti la severa procedura di autenticazione utente che già oggi garantisce un accesso riservato e controllato dei ricercatori ai Grid del pianeta.
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