Europa
La Commissione Ue ascolterà questa settimana i rappresentati di Microsoft in un¿audizione a porte chiuse. L¿ultima occasione del gigante dei software per difendersi dalle accuse di abuso di posizione dominante nel settore dei sistemi operativi per personal computer.
La Ue indaga da tre anni sul caso Microsoft e in agosto aveva mosso all¿azienda di Bill Gates nuove accuse formali, dicendo che il gigante dei software aveva abusato della sua posizione per danneggiare i concorrenti nel settore dei software multimediali per la lettura di file musicali e video. Secondo quanto ritiene la Commissione, la decisone di Microsoft di incorporare Windows Media Player nel sistema operativo Windows impedisce la concorrenza di operatori come Real Networks e Apple.
Gli uomini di Monti hanno allora indicato tre misure correttive per porre fine alle violazioni individuate delle norme europee sulla concorrenza in relazione ai sistemi operativi per server di fascia bassa.
La prima, vincola Microsoft a fornire ai concorrenti le informazioni tecniche per permettere ai prodotti della concorrenza una ¿interoperabilità completa¿ con Windows.
Le altre due misure comportano che il Gruppo di Seattle ¿separi¿ Media Player da Windows, commercializzando una versione del suo sistema operativo senza il software d¿accesso audio-video.
La risposta di Microsoft alle accuse è arrivata a Bruxelles il 20 ottobre scorso e la prossima audizione servirà alla Commissione per dare l”opportunità alla società di Redmond di esprimere il proprio parere sulle correzioni proposte.
Secondo una fonte vicina al dossier, la decisione definitiva di Bruxelles, che probabilmente si risolverà con l¿imposizione di una multa al colosso informatico, dovrebbe arrivare non prima dell¿inizio del 2004, a meno che Microsoft non raggiunga prima un accordo separato con la Commissione.
Non è chiaro tuttavia, se Microsoft sia disposta ad accettare le imposizioni della Ue, che sta comunque prendendo tempo in modo da arrivare a una decisione che sia la più solida possibile e non corra il rischio di essere rigettata dalla Corte di Giustizia Ue, nel caso di eventuale ricorso da parte di Microsoft o altre parti coinvolte nell¿inchiesta.
¿Sarà la più grande battaglia dai tempi del caso GE-Honeywell¿ ha detto Simon Baxter, dello studio legale Clifford Chance.
Baxter, che difendeva la General Electric contro la Honeywell (e ha vinto) ha dichiarato che Microsoft sicuramente non farà i salti di gioia trovandosi di fronte la Commissione Ue e tutti i querelanti.
La Commissione Ue, tra l¿altro, ha aperto un¿altra indagine relativa alle pratiche di commercializzazione di Windows ai costruttori di PC. Bruxelles ha infatti chiesto dettagli circa le condizioni con cui il sistema operativo viene concesso in licenza per verificare se l¿azienda abusi anche qui del suo monopolio per indurre i clienti a siglare contratti vessatori.
L¿inchiesta sarebbe partita dietro le segnalazioni di alcuni concorrenti: la Ue avrebbe iniziato a contattare 20 differenti società, tra cui IBM, Toshiba e Hitachi, per verificare le condizioni di vendita praticate da Microsoft.
Microsoft ha problemi con l”antitrust anche negli Usa: alcuni tribunali hanno infatti stabilito che la società ha abusato del proprio monopolio a danno del browser Internet Netscape, e hanno imposto alcuni adempimenti specifici.
Il 28 ottobre, inoltre, il gigante di Seattle ha dichiarato di aver raggiunto un accordo con sei Stati americani (Nord e Sud Dakota, Kansas, Carolina del Nord, Tennesse e Distretto della Columbia) per concludere un¿azione legale collettiva sempre nell”ambito del contenzioso sul rispetto delle regole della concorrenza.
Secondo le cause intentate dagli utenti, riuniti in “class-action” (una sorta di denuncia collettiva prevista dal sistema giudiziario Usa, ndr), Microsoft ha sfruttato il proprio monopolio per praticare prezzi più alti per i propri prodotti a danno dei consumatori.
In base agli accordi Microsoft verserà 200 milioni di dollari di buoni che dovranno essere utilizzati per l”acquisto di hardware e software. I buoni non utilizzati serviranno per acquistare materiale informatico per le scuole.
Fino ad ora Microsoft ha raggiunto accordi dello stesso tenore con dieci Stati dell” Unione per un totale di 1,55 miliardi di dollari. Restano ancora irrisolti i contenziosi con cinque Stati: Arizona, Iowa, Minnesota, New Mexico e Wisconsin.
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