Mondo
di Secondo Montrucchio
Strategic Business Development Manager
PHILIPS SEMICONDUCTORS
I piani di sviluppo e il ruolo stesso del digitale terrestre (DTT-Digital Terrestrial Television) variano sostanzialmente tra i vari mercati europei, al punto che una delle principali componenti della sfida in corso è proprio quella di interpretare le dinamica di ciascun contesto nazionale, per muoversi coerentemente. Tuttavia, per diversi mercati i piani di sviluppo della DTT sono ancora indecifrabili sia in termini di tipologia d¿offerta che date di lancio e switch-off. Infine un analogo stato di incertezza riguarda i broadcaster impegnati nel settore e quelli che si dichiarano interessati.
Nel panorama europeo, alla fine del 2002, la penetrazione dell¿offerta televisiva digitale nel suo complesso (cavo, satellite e terrestre) sul totale delle abitazioni (households) risulta del 19%, contro il 17% dell¿anno precedente, registrando così un sostanziale incremento del 2%, nonostante le incertezze che da più parti si sono riscontrate.
Da canto suo, il digitale terrestre sconta, in particolare, un 2002 molto difficile, a causa del fallimento del modello pay adottato da due operatori nei due più importanti mercati europei (ITV Digital in UK e QuieroTV in Spagna).
Il rilancio con esito positivo del modello DTT (free) in UK, legato alla positiva esperienza di Freeview di questi ultimi mesi, abbinato all¿avvio del processo di digitalizzazione negli altri Paesi europei, dovrebbe favorire l¿affermazione di tale servizio, previsto con un tasso di penetrazione del 13% entro il 2007.
Già a partire dal 2004, si stima un rapido incremento dell¿utenza italiana per il servizio DTT: le previsioni indicano che alla fine del 2007, la piattaforma satellitare e quella terrestre saranno molto vicine in termini di penetrazione domestica, con valori rispettivamente del 30% e del 29% (va tenuto conto che questa stima non contempla l¿eventuale sussidio alle famiglie per l¿acquisto del Set top box).
contenuti
piattaforma hardware/software (interazione ed integrazione tra i blocchi funzionali del broadcaster e del centro servizi)
rete trasmissiva e accesso al consumatore/fruitore del servizio offerto.
Ora ipotizziamo i passi propedeutici a cui dar luogo per una corretta impostazione del problema, unitamente alle linee guida che appare utile avere presenti.
Inoltre, l¿aspetto più importante è che essa ha permesso di capire quali processi, quale organizzazione, quali capability siano necessari per lo sviluppo delle applicazioni interattive e quali siano i contenuti richiesti o accolti dallo spettatore televisivo. In sostanza è sorta l¿esigenza da parte del content provider di dotarsi di una content factory per la realizzazione dei nuovi format.
Il passo successivo è la definizione del portafoglio di offerta di contenuti/servizi da parte dei broadcaster, con la consapevolezza che l¿investimento è dell¿ordine di alcuni mesi uomo di lavoro e l¿impiego di risorse pregiate con conoscenze trasversali e convergenti di televisione, Internet ed informatica.
il modello Pay TV non è sostenibile per la DTT; il successo dell¿offerta multichannel free-to-air di Freeview in questa prima fase, a fronte dei disastri che l¿hanno preceduta, sono eloquenti a riguardo;
si è già registrato un forte interesse per l¿interattività semplice legata alla programmazione TV;
si avverte nettamente che per lo sviluppo della DTT è importante costruire modelli spinti di interattività (il modello BBC rappresenta un esempio significativo) e questo sembra essere in questa fase uno degli obiettivi più rilevanti;
i governi hanno iniziato a sperimentare servizi di tGovernment (servizi di pubblica utilità erogati a favore del cittadino attraverso l¿impiego della televisione) anche su DTT.
Relativamente alla piattaforma, in primo luogo va individuata in modo puntuale quale architettura è in grado di sostenere i contenuti selezionati di cui si è detto sopra e come i fornitori di servizi/contenuti possono integrarsi al meglio con la configurazione di piattaforma. Al momento il quadro normativo esistente (L.66/01 e Regolamento attuativo) presuppone che solo il service provider possa interfacciarsi al fruitore del servizio.
Uno dei prossimi passi potrebbe, allora, essere la realizzazione della piattaforma interattiva che supporti i requisiti funzionali dei broadacster.
nei Paesi Scandinavi i broadcaster leader hanno definito e lanciato una piattaforma comune e aperta per la gestione dell¿interattività
in UK si stanno studiando e definendo i requisiti comuni per favorire l¿interoperabilità tra broadcaster e service provider;
in diversi Paesi europei ci sono attività in corso per perseguire possibili integrazioni tra broadcaster e operatori telefonici fissi e mobili.
Da un esame più approfondito, si può constatare come per la piattaforma sono stati individuati gli elementi di base per lo sviluppo di forme di interattività che siano in funzione dell¿offerta. Il percorso di migrazione, per i prossimi anni, verso una interattività molto evoluta prevede una complessità via via crescente dei format televisivi:
partenza con un¿offerta di tipo multichannel;
fasi intermedie con programmi enhanced a forte interattività locale;
sfruttamento delle forme di interattività con canale di ritorno (es Telefoto, scommesse ecc.);
affermazione di forme di interattività evoluta (es. servizi di pubblica utilità di tGovernment);
servizi dove è prevista una forma di pagamento complessa (es. transazioni bancarie, Pay-per-View ecc.).
La rete di trasmissione è uno dei nodi cruciali per il sistema televisivo italiano nella fase di transizione al digitale. La lista dei problemi da risolvere o delle aree critiche appare abbastanza articolata, dal reperimento delle frequenze necessarie per il lancio della DTT alla riduzione al minimo degli investimenti necessari per rete e frequenze, dalla garanzia della copertura richiesta senza penalizzare la rete analogica all¿individuazione dei problemi che potrebbero condizionare o compromettere la ricezione. Ecco perché siamo convinti che allo sviluppo della rete di trasmissione debbano essere rivolte particolari attenzioni, con l¿accortezza di individuare soluzioni tecniche che siano da un lato coerenti con il quadro normativo e dall¿altro tengano in considerazione le priorità dei broadcaster.
A livello di mercato, la prerogativa più importante che può decretare il successo o il fallimento della televisione digitale terrestre è legata alla modalità con la quale si realizza l¿accesso al cliente utilizzatore e consumatore del servizio.
Uno degli aspetti determinanti sarà la capacità di mascherare agli spettatori la complessità del sistema e semplificare l¿utilizzo di apparati e applicazioni sempre più sofisticati, garantendo soluzioni che supportino l¿offerta anche nelle forme di interattività più evoluta e facilitino la diffusione e l¿utilizzo dei ricevitori digitali.
A questo proposito può risultare utile focalizzare l¿attenzione sulle esperienze realizzate che prevedono precise e differenti modalità di finanziamento (es. Governo, banche, broadcaster ecc.) e di distribuzione (es. mercato retailer) dei STB.
Qualunque sia la natura del dispositivo utente, STB/iDTV, si è intervenuto a livello di decodifica di canale di ingresso, migliorando decisamente le prestazioni del dispositivo stesso. Si è intervenuti sui disturbi di natura impulsiva, presenti soprattutto negli ambienti domestici e limitrofi alla ricezione, adottando appositi filtri per il segnale televisivo a bordo degli apparati domestici.
Attualmente sono in atto nei diversi Paesi iniziative comuni dei broadcaster per:
definire lo standard di riferimento;
il profilo minimo dei STB/iDTV;
la creazione di un marchio unico per promuovere la DTT e certificare i STB/iDT;
migliorare la facilità d¿uso del telecomando, attraverso l¿ausilio di tasti colorati, alfanumerici e freccia di navigazione, in modo sinergico con le immagini televisive/multimediali del televisore
La TV digitale potrà avere successo su larga scala solo se verrà assicurata la massima semplicità per lo spettatore dal momento dell¿acquisto e installazione del STB fino all¿utilizzo dei servizi interattivi, rimuovendo tutti gli elementi critici nelle diverse componenti.
Sulla base di queste esperienze pregresse, di seguito si vogliono tracciare le linee guida di massima per un possibile sviluppo della DTT in Italia. Per meglio focalizzare il problema, riproponiamo lo stesso canovaccio seguito in precedenza, ovvero scomponiamo la ¿nuova catena del valore¿ nelle sue componenti caratteristiche: contenuti, piattaforma hardware/software, rete trasmissiva e accesso al consumatore/fruitore del servizio offerto.
Uno degli aspetti innovativi da perseguire relativamente alla rete di trasmissione, potrebbe essere lo studio di collaborazione tra i vari possibili network operator per rispondere alle esigenze di copertura richieste dal piano nazionale di assegnazione delle frequenze in digitale, al fine di minimizzare gli investimenti di rete nei primi anni della transizione dall¿analogico al digitale, massimizzando il legame tra copertura e investimenti.
Il progetto di introduzione della DTT è al di fuori dei normali livelli di investimento poiché caratterizzato da redditività solo nel medio periodo, in quanto richiede un impiego straordinario di risorse. L¿effetto che ne potrebbe derivare è il riavvio di un circolo economico virtuoso, che coinvolgerebbe i produttori e i distributori di STB/iDTV, gli installatori, i costruttori di apparati professionali, gli editori e distributori di contenuti e servizi, con un effetto benefico su tutto il sistema del terziario.