Italia
Non ci sta Enrico Deaglio, direttore del ¿Diario¿, alla querela che Mediaset ha sporto alla Procura della Repubblica di Milano nei confronti del settimanale per la foto in copertina nel numero in edicola. Una foto che mostra un ripetitore Mediaset sullo sfondo del titolo ¿La truffa del digitale¿. ¿Se oltre a guardare le figure avessero anche letto il testo – replica Deaglio – i responsabili di Mediaset si sarebbero accorti che l”inchiesta sulla ”truffa del digitale” dedica alla loro azienda 3 righe su 500¿.
Deaglio spiega che ¿l”inchiesta racconta invece le vicende di un gruppo di imprenditori lombardo-emiliani che ha tentato di vendere a caro prezzo alla Rai frequenze oggetto d”indagine da parte di tre procure della Repubblica¿. Secondo quanto riportato nel servizio pubblicato sul ¿Diario¿ si tratterebbe del gruppo di Paolo Romani, Gianantonio Arnoldi, Giuseppe Ruffoni e ¿della formidabile ascesa di Giacomo Commendatore (Eminflex)¿.
Insomma, Mediaset non sarebbe chiamata in causa direttamente. Allora perché quella foto in copertina con il nome dell¿azienda radiotelevisiva in bella vista? Il direttore di ¿Diario¿ tiene soprattutto a sottolineare che ¿le argomentazioni critiche contenute nell”articolo riguardano semmai le autorità di governo, in primo luogo il presidente del Consiglio, fondatore e mero proprietario di Mediaset (la cui antenna è universalmente riconosciuta come simbolo del potere mediatico in Italia). Prendiamo atto – conclude ironicamente Deaglio – che nel nostro Paese funziona una curiosa regolazione del conflitto d”interessi: se critichi il presidente del Consiglio, ti querela la sua azienda¿. (p.s.)