Europa
Sta diventando sempre più preoccupante la discussione in atto a Bruxelles, che riguarda alcuni emendamenti che alcuni europarlamentari vorrebbero opporre alla Direttiva sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale (IPR – Intellectual Property Rights).
A lanciare l¿allarme sarebbero stati alcuni operatori Tlc, europei e statunitensi, tra cui Vodafone, Deutsche Telekom, British Telecom, Telecom Italia, Yahoo e Verizon, che avvertono che modificare la portata della Direttiva così come concepita dalla Commissione europea, significherebbe ampliarne la portata e imporre misure troppo rigide sul rispetto della proprietà intellettuale.
Questo in altre parole determinerebbe che gli utenti rischierebbero di violare il diritto d¿autore e di proprietà ogni qualvolta un utente scarichi un file, una foto, un Mp3 dalla Rete, anche senza fini commerciali.
Bisogna effettivamente ricordare, che la proposta così come voluta della Commissione Ue si estende solo alle infrazioni della proprietà intellettuale che sono commesse per scopi commerciali e che causano significativi e diretti danni ai titolari di diritti di proprietà intellettuale, mentre gli emendamenti proposti aggirerebbero questa ratio.
La Commissione europea ha inteso la proposta della Direttiva IPR, come uno strumento di protezione dalle minacce serie che i prodotti frutto di contraffazione e pirateria comportano per le economie e per i governi nazionali.
Secondo i player, la Direttiva così come ha previsto la Commissione Ue, non dovrebbe estendersi a chi commette delle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale inconsapevolmente, ma solo dove le energie della criminalità sono state impiegate per usi commerciali.
Ieri 4 novembre, la Commissione per gli Affari Legali del Parlamento europeo ha discusso la bozza della Direttiva della Commissione Ue in materia di ¿misure e procedure per assicurare l¿applicazione dei diritti sulla proprietà intellettuale¿.
La relatrice del provvedimento Janelly Fourtou (PPE ¿ Francia), che è incaricata di presentare la relazione sulle nuove disposizioni davanti al Parlamento, ha spiegato ieri in Commissione che la Direttiva fornirebbe solo delle guidelines per l¿applicazione dei diritti di proprietà intellettuale.
La chiave dell¿emendamento che la signora Fourtou ha proposto va al cuore dell¿obiettivo della proposta e cioè estendere le norme a tutti i tipi di infrazione della proprietà intellettuale.
E ha aggiunto che è necessario dare un segnale forte in merito e far capire che gli europei possono realmente contare sulla difesa della proprietà intellettuale e che questo principio non può essere messo in discussione.
Questo permetterebbe, secondo la Fourtou, di definire chiaramente ciò che è illegale per gli utenti che scaricano musica dalla Rete e altri contenuti protetti da copyright attraverso il sistema del file-sharing.
La signora Fourtou ha dichiarato che il diritto della proprietà intellettuale è un principio che dovrebbe essere tutelato da leggi che favoriscano comportamenti ¿eticamente corretti¿, e non indebolito da distinzioni ¿soggettive¿.
Ma secondo alcuni, la Fourtou sarebbe interessata indirettamente alla modifica della Direttiva nell¿interesse delle major della musica.
Ricordiamo che la signora Fourtou è la moglie di Jean-René Fourtou, CEO (Chief Executive Officier) di Vivendi Universal, il Gruppo francese di media che possiede la prima major di musica del mondo, la Universal Music.
La signora Fourtou naturalmente nega che esistano legami tra la sua pressione per l¿adozione delle nuove disposizioni in materia di proprietà intellettuale e gli interessi di Vivendi nella difesa della musica e altre forme di copyright nell¿ambito dei media.
Lei si è giustificata dicendo: ¿Ho cominciato a occuparmi di questa materia nel 1999, quando mio marito non era nel settore della musica e penso di aver dato prova di imparzialità¿.
Concludendo ¿io non sto provando a dare di più all¿industria discografica, ma cerco di prevenire i furti¿.
Ma gli operatori oppongono che qualsiasi emendamento che ampli il campo di applicazione della Direttiva, renderebbe le misure della direttiva applicabili a qualsiasi tipo di violazione, a prescindere dalla sua intenzionalità, scopo o gravità del danno causato, e pertanto rischierebbe di avere effetti devastanti sull¿intero mondo dell¿industria che ruota attorno ai servizi Internet (o anche della Società dell¿Informazione o della larga banda).
E ancora, il senso di sfiducia da parte del consumatore finale arrecato dalle regole vessatorie di una tale Direttiva si ripercuoterebbero negativamente sullo sviluppo dell¿industria di Internet e della larga banda, con effetti a catena sia sugli operatori di Rete, che sugli Internet Provider, fornitori di contenuti e dei titolari dei diritti di proprietà intellettuale.
Nel corso del dibattito, i parlamentari Ue Francesco Fiori e Paolo Bartolozzi (PPE- Italia), che hanno già presentato un emendamento teso a limitare il campo d”applicazione della Direttiva, hanno richiamato l”attenzione sui rischi che norme troppo stringenti sul rispetto di detti diritti potrebbero avere per gli utenti della Rete.
La preoccupazione è anche relativa al tema della protezione dei consumatori e al rispetto della normativa vigente per la privacy.
Si attende adesso il voto della Commissione che dovrebbe essere emesso il 17 novembre e il 27, cosa che dipenderà dai risultati della discussione che ci sarà tra i relatori e gli altri membri della Commissione su questo complesso, quanto controverso emendamento che è stato presentato.
Per approfondimenti, consulta:
Archivio delle news sul Decreto Urbani, la Direttiva Europea e la Proprieta¿ intellettuale