Europa
Si sono fatte più intense le discussioni degli operatori europei e statunitensi del mercato Internet e delle telecomunicazioni, in merito alle possibilità che il Parlamento Ue renda più rigide le disposizioni normative in materia di proprietà intellettuale.
I player lamentano che gli emendamenti opposti alla proposta originale della Commissione europea, potrebbero sottoporre a sanzioni penali le decine di migliaia di utenti Internet che regolarmente scaricano musica dal Web.
L¿europea Net-Alliance, che include tra gli altri Deutsche Telekom, Vodafone, British Telecom, Telecom Italia,Verizon e Yahoo, sostiene infatti che le disposizioni normative si dovrebbero concentrare solo sulle contraffazioni per uso commerciale escludendo l¿uso privato.
In una lettera inviata ai membri della Commissione per gli Affari Legali del Parlamento Ue, che sta esaminandola materia, l¿Alliance ha precisato che le rigide, quanto intrusive misure previste dalla Direttiva, non sarebbero proporzionate e adeguate alla regolamentazione di tutti i tipi di violazione della proprietà intellettuale.
Per meglio dire, spiega la Net-Alliance, la Direttiva non si dovrebbe estendere a chi commette delle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale inconsapevolmente, ma solo dove le energie della criminalità sono state impiegate per usi commerciali.
Riprendendo quanto inizialmente prevedeva in merito la Commissione europea, che aveva detto chiaramente che le nuove norme si sarebbero applicate solo ai casi ¿in cui la violazione fosse commessa per uso commerciale, o causasse danni significativi ai titolari dei diritti di proprietà intellettuale¿.
Presa di posizione che aveva incontrato le aspre critiche da parte della case discografiche, che hanno da tempo registrato una caduta dei profitti in grossa parte per la pratica alquanto diffusa, specie tra i giovani, di praticare il download di musica dalla Rete.
L¿industria discografica ha adesso trovato un potente alleato in un gruppo di parlamentari europei guidati da Janelly Fourtou, deputato conservatore francese, ma, cosa ancora più importante, moglie di Jean-René Fourtou, CEO (Chief Executive Officier) di Vivendi Universal, il Gruppo francese di media che possiede la prima major di musica del mondo, la Universal Music.
La signora Fourtou, che è incaricata di presentare la relazione sulle nuove disposizioni davanti al Parlamento, ha dichiarato che il diritto della proprietà intellettuale è un principio che dovrebbe essere tutelato da leggi che favoriscano comportamenti ¿eticamente corretti¿, e non indebolito da distinzioni ¿soggettive¿.
Aggiungendo che è necessario dare un segnale forte in merito e far capire che gli europei possono realmente contare sulla difesa della proprietà intellettuale e che questo principio non può essere messo in discussione.
¿Non possiamo dire che esistono errori grandi ed errori piccoli: se rubi, rubi!¿.
Dichiarazione molto forte da parte della Fourtou, le nuove norme modificate dagli emendamenti sostenuti dalla parlamentare potrebbero portare ad assimilare i grossi reati a quelli minori, senza la considerazione se in realtà esiste o meno l¿intenzione di commettere l¿illecito.
La Fourtou ha anche detto che la differenza tra uso commerciale e non, porrebbe un inutile quanto pesante onere della prova a carico delle società, che dovrebbero dimostrare perché si è infranto il diritto di proprietà intellettuale.
La parlamentare ha contrapposto che le nuove regole non dovrebbero avere alcune delle catastrofiche conseguenze che l¿opposizione ha previsto. Visto che comunque non si persegue lo scopo di imporre pene agli utenti che hanno scaricato musica da Internet o lì dove esistono responsabilità per altre forme di pirateria cosiddetta soft.
Lo scopo è di ¿rafforzare un principio, ma sta poi agli Stati membri decidere cosa deve essere fatto in termini di legge penale¿.
La signora Fourtou ha naturalmente negato che esistano legami tra la sua pressione per l¿adozione delle nuove disposizioni in materia di proprietà intellettuale e gli interessi di Vivendi nella difesa della musica e altre forme di copyright nell¿ambito dei media.
Lei si è giustificata dicendo: ¿Ho cominciato a occuparmi di questa materia nel 1999, quando mio marito non era nel settore della musica e penso di aver dato prova di imparzialità¿.
Concludendo ¿io non sto provando a dare di più all¿industria discografica, ma cerco di prevenire i furti¿.
Per approfondimenti, consulta:
Archivio delle news sul Decreto Urbani, la Direttiva Europea e la Proprieta¿ intellettuale