Italia
Parolacce all¿ordine del giorno. Questo quanto emerge dai risultati di un sondaggio di Eta Meta Research, condotto su un campione di 130 tra psicologi, pubblicitari e linguisti, che in sintesi rileva che la Tv italiana è troppo volgare.
La società di ricerca ha anche eseguito accuratamente un monitoraggio delle emittenti nazionali per individuare ogni quanti minuti, in media, viene pronunciata un”espressione volgare.
Dai dati emerge che ogni 21 minuti va in onda una parolaccia nelle trasmissioni televisive italiane. Secondo 7 esperti su 10, questa sarebbe una precisa scelta dei responsabili dei programmi che, inseguendo l¿audience, vanno alla ricerca della complicità dello spettatore. Le parolacce vengono accolte con allegria, assecondando l¿uso della volgarità e facendo entrare a tutti gli effetti le parolacce nel linguaggio comune.
¿Un tempo si diceva che la scuola insegnasse ai bambini le parolacce – dice Saro Trovato, presidente di Eta Meta Research – ma ora sembra essere la televisione a essersi trasformata in una vera enciclopedia della volgarità¿.
Nel comunicato si legge che circa il 73% degli intervistati considera la Tv ¿troppo volgare¿.
Ma ciò che maggiormente preoccupa gli esperti, dice ancora la ricerca, è che, oltre alla scene di nudo e altre volgarità, sono soprattutto “le parolacce” (58%) e “i gestacci” (43%), che spesso sono detti e fatti da ¿personaggi famosi, che vengono presi a modello”, specie dai giovani.
Infatti, secondo il 37% degli esperti, a essere maggiormente colpiti da questa ondata di volgarità sono soprattutto i bambini e gli adolescenti.
¿E” innegabile che la Tv oggi sia diventata sempre più volgare – afferma Marco Mignani, direttore creativo di Euro Rscg MCM, sue le campagne di Telefono Azzurro – ma ancor più grave è l”effetto che può avere sui bambini. Nessuno si preoccupa più di tutelarli di fronte a certe immagini e certi spettacoli che non si possono che definire sconsiderati. La degenerazione della televisione italiana e del suo linguaggio è un fatto preoccupante, soprattutto pensando agli effetti che i media possono avere su un pubblico più giovane¿.
Ma la vera invasione di parolacce e volgarità ha i suoi effetti anche su tutti gli italiani che guardano abitualmente la Tv (29%). E se il 9% individua negli anziani una delle categorie più colpite, anche per l”alto numero di ore che passano davanti al piccolo schermo, il 24% sottolinea che il rischio è che siano le casalinghe ad assuefarsi più facilmente a tanta volgarità.
Anche le frasi ambigue sono viste come un pericolo dal 39%, e disturba pure il frequente e smisurato ricorso alle “espressioni dialettali” (31%).
Infine, a lamentarsi della volgarità legata alle gag e ai doppi sensi dei comici, è solo il 13%, si legge ancora nella nota.
Stessa percentuale per chi ritiene che in realtà la Tv sia solo ¿lo specchio dei tempi¿, per questo rifletterebbe quanto ormai si dice tranquillamente nel linguaggio parlato.
Alla domanda poi “In che tipo di programmi ritiene essere più pericolosa la presenza di volgarità?”, il 42% ha indicato i programmi legati all”attualità e al costume; quelli di prima serata, per il 27% e le trasmissioni sportive (24%). Solo il 18% ritiene pericolosi i programmi comici e satirici e ancora meno gli spot pubblicitari (16%) e i telegiornali (11%).
Gli stessi intervistati hanno poi individuato alcuni personaggi televisivi che non cadono nella volgarità. Il 67% mette al primo posto Piero Angela, ¿promotore¿ della buona lingua italiana e nemico della volgarità, seguito dalle nuove Signorine Buonasera Virginia Sanjust e Barbara Matera (58%).
Tra i volti di Mediaset, quello di Maurizio Costanzo, che, secondo il 51% degli intervistati, si dimostra sempre molto attento che i suoi ospiti non trascendano e non cadano nella volgarità.
e infine il nuovo volto di Rete 4 Tessa Gelisio (43%), e Monica Leofreddi (39%).
¿È sicuramente una situazione grave, soprattutto per i bambini e per i più giovani – sottolinea la psicologa Anna Oliverio Ferraris – Come si esercita un controllo sulle immagini che possono o non possono essere mandate in onda in fascia protetta, quando si sa che i bambini sono davanti al piccolo schermo, lo stesso bisognerebbe fare con il linguaggio. Resta il fatto che non si può delegare tutta la responsabilità alle istituzioni o al piccolo schermo: i primi responsabili restano i genitori che non devono rinunciare a controllare ciò che i figli vedono o sentono, soprattutto quando si tratta di un media potente come la Tv¿.