Italia
Presentazione
“Lo sviluppo è il tema centrale oggi per tutti i Paesi economicamente avanzati: quali i meccanismi per riattivarlo, come renderlo duraturo, equilibrato e socialmente equo. Molti sono i modelli e gli scenari su cui anche la politica italiana si sta confrontando, dal dibattito sul Patto di stabilità e di crescita alla rimodulazione del welfare, dalle politiche monetarie alle regole del commercio internazionale, ma sui grandi temi della conoscenza e dell¿innovazione, come principali motori per la crescita e la competitività, mi pare esserci ormai piena adesione e consapevolezza dell¿urgenza con cui devono essere affrontati. L¿innovazione è oggi finalmente al centro dell¿agenda Italia. Cruciale al tema dell¿innovazione è certamente la Ricerca e Sviluppo, le cui risorse pubbliche e private sono da anni molto inferiori a quelle delle maggiori economie mondiali, su cui un grande dibattito si è opportunamente acceso e un programma complessivo di rinnovamento è iniziato.
Ma la Ricerca e Sviluppo non è di per sé sufficiente e vanno promosse altre forme di innovazione nelle organizzazioni, nei processi gestionali, produttivi, distributivi e d¿approvvigionamento, un¿innovazione diffusa che ha nelle tecnologie dell¿informazione e della comunicazione l¿indispensabile strumentazione abilitante.
L¿innovazione deve avere una portata, una pervasività e un¿incidenza molto più ampia e capillare, deve toccare tutti i gangli vitali dell¿economia e della società, nel pubblico e nel privato, deve essere componente primaria di un moderno Sistema Paese.
E come per le altre grandi ondate innovative che hanno costituito lo spartiacque tra passato e futuro, ondate portate da una nuova tecnologia, come la macchina a vapore o l¿elettricità, oggi le tecnologie digitali costituiscono un potente motore d¿innovazione e gli stessi progressi della ricerca sarebbero impensabili senza l¿uso intensivo di queste tecnologie.
Il loro avvento segna l¿inizio di una terza rivoluzione industriale, o postindustriale, in cui il crescente spostamento dei fondamentali della crescita dalla produzione di beni materiali a quella di servizi immateriali, dalla realizzazione di un prodotto alla sua ideazione e concezione, determina la nuova centralità della conoscenza, dell¿informazione, dell¿accesso alle reti come strumento di creazione di valore sociale ed economico.
Queste tecnologie trasformano il modo di fare impresa, di differenziarsi ed essere competitivi, di fare Pubblica Amministrazione, cambiano gli stili di vita e di consumo, i comportamenti, attivano la circolazione della conoscenza e aprono opportunità nuove per tutti, come nuovi sono i problemi che pongono e che vanno compresi ed affrontati.
L¿Italia, negli anni, ha investito poco in queste tecnologie ed in particolare in quelle informatiche in cui non è andata oltre il 65% della media dell¿Unione Europea e il 40% degli Stati Uniti.
Ed anche per questo il nostro Paese, malgrado i suoi valori di imprenditoria e di lavoro, ha accumulato un serio differenziale di produttività e quindi di competitività, un differenziale irrecuperabile senza un grande ed urgente impegno innovativo.
È in questo spirito e in questa certezza che il Governo intende muoversi e che nasce, per la prima volta, questo Rapporto sull¿innovazione e le tecnologie digitali in Italia.
Lo scopo è di porre all¿attenzione e alla discussione più ampia possibile una visione dell¿innovazione multidimensionale e di largo respiro, fornirne un quadro quanto più completo e aggiornato, che tenga conto delle specificità del nostro Paese ed aprire un dibattito dal quale possano scaturire contributi preziosi ed una grande mobilitazione di intelligenze e di risorse (Lucio Stanca, Ministro per l¿Innovazione e le Tecnologie)“.
Sintesi del Rapporto
Le tecnologie dell¿informazione e della comunicazione, l¿ultima delle grandi onde di innovazione radicale, hanno un impatto molto positivo sulla produttività dei sistemi economici e la crescita dei sistemi Paese. Il 50% dell¿incremento della produttività del lavoro nell¿UE fra il 1995 e il 2000, un punto di crescita del PIL negli USA e mezzo punto nell¿UE nello stesso periodo sono attribuiti infatti all¿introduzione di tali tecnologie. L¿Italia nello stesso periodo ha investito nelle tecnologie dell¿informazione e della comunicazione, e in particolare nella componente informatica, molto meno rispetto alla media UE (65%) e agli USA (40%) e ciò ha contribuito a determinare negli ultimi anni un significativo differenziale di crescita, un progressivo deterioramento della competitività, una perdita più accelerata di quota di mercato mondiale e minor attrattività verso gli investimenti esteri rispetto alle maggiori economie europee.
È priorità di ogni economia avanzata una politica di sostegno agli investimenti pubblici e privati in tecnologie dell¿informazione e della comunicazione sotto l¿aspetto formativo, divulgativo, economico e normativo.
L¿innovazione digitale, cioè l¿utilizzo innovativo delle tecnologie dell¿informazione e della comunicazione, genera anche grande valore sociale in termini di qualità della vita e progresso sociale e civile, diffondendo, potenzialmente a tutti i cittadini, cultura e conoscenza e offrendo servizi essenziali e nuove opportunità in aree come il lavoro, la salute, l¿istruzione, i rapporti sociali e con le istituzioni.
Condizione necessaria perché l¿innovazione abbia pieno valore sociale è l¿inclusione nei suoi benefici delle categorie oggi socialmente più deboli e meno fortunate (disabili, anziani, bassi redditi), per le quali la tecnologia è ancora distante e rischia di essere causa di nuova e più profonda esclusione. La grande sfida è dunque far sì che tale opportunità sociale venga equamente distribuita e che vengano prevenuti i potenziali rischi di ¿distruzione di valore sociale¿ (con detrimento della privacy, della sicurezza e rischi per i minori) che si potrebbero determinare.
L¿economia dell¿innovazione, oggi strategica opzione competitiva per i Paesi industrializzati, ha nella Ricerca e Sviluppo (R&S) un fattore essenziale per la crescita a lungo termine. A livello europeo tale sfida è stata recepita e, con il Consiglio Europeo di Barcellona del marzo 2002, si è convenuto di porre l¿obiettivo di una spesa complessiva in materia di R&S ed innovazione entro il 2010, del 3% del PIL dall¿attuale 1,9 (1,04 in Italia), di cui due terzi alimentati dal settore privato.
La R&S non è tuttavia di per sé sufficiente ed è necessario che ad essa si accompagnino altre forme di innovazione che coinvolgano le strutture organizzative, i processi aziendali, i modelli commerciali, distributivi, di mercato, di presentazione e di valore. Questa innovazione ¿diffusa¿ ha nelle tecnologie dell¿informazione e della comunicazione il principale strumento abilitante. Affinché le imprese possano coglierne per intero tutto il potenziale di vantaggio competitivo è necessario che accompagnino l¿introduzione delle tecnologie ad una decisa riconfigurazione delle loro competenze e delle loro organizzazioni.
L¿innovazione digitale, per liberare tutto il suo potenziale di creazione di valore per l¿economia e la società, deve essere inserita nel contesto di un Sistema-Paese altamente competitivo in fattori chiave quali: un quadro normativo di stimolo alla concorrenza e all¿imprenditorialità un sistema formativo in grado di sviluppare cittadini e figure professionali di ¿innovatori¿; un sistema di Ricerca e Sviluppo pubblico/privato eccellente e strumenti organizzativi e di finanza innovativa per il trasferimento dell¿innovazione alle imprese; un¿industria delle tecnologie dell¿informazione e della comunicazione molto innovativa e realmente aderente alla domanda in particolare delle piccole e medie imprese e la diffusione omogenea sul territorio di un¿infrastruttura a banda larga sicura e di qualità.
Questa molteplicità di assi di intervento richiede la presenza di riferimenti all¿innovazione digitale in tutte le politiche del Governo, in una visione sistemica coerente ed organica.
I processi di innovazione e la diffusione delle nuove tecnologie sono fortemente condizionati dal complesso di norme che definiscono il quadro regolatorio. Innovazione e normativa sono legate da un rapporto di reciproca influenza estremamente articolato, reso ulteriormente complesso dall¿accelerazione che contraddistingue la dinamica delle tecnologie. La normativa può favorire la diffusione delle tecnologie (si pensi alla liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni) o frenarne lo sviluppo con altissimi costi di sistema.
È quindi necessario, anche nello spirito del quadro regolatorio comunitario, proseguire nello sviluppo di una strategia regolatoria che concorra a rendere economicamente e socialmente sostenibile lo sviluppo dell¿innovazione digitale.
Considerata la pressione sulla disponibilità finanziaria del sistema pubblico e l¿esigenza di razionalizzare l¿impiego degli aiuti di Stato affinché non producano effetti distorsivi sulla concorrenza, diviene necessario orientare le politiche di sostegno all¿innovazione verso un maggior impiego di strumenti di finanza innovativa, applicando logiche di mercato e approcci imprenditoriali. Il finanziamento rimane infatti l¿ostacolo all¿innovazione più frequentemente citato dalle imprese, indipendentemente dalle loro dimensioni o dal settore di appartenenza. La strumentazione finanziaria al servizio della competitività del nostro Sistema-Paese va resa più adeguata e gli operatori, istituzionali e non, devono destinare a questi interventi risorse più importanti.
Poiché gli strumenti della finanza innovativa e il capitale di rischio conoscono il loro massimo livello di efficienza nel settore privato, l¿intervento pubblico, lungi dal sostituirsi agli attori privati, dovrà attingere il più possibile alle risorse economiche, professionali, organizzative che questi offrono, mettendole al servizio dello sviluppo del Paese.
La presenza di reti e infrastrutture di telecomunicazione a larga banda è condizione necessaria per lo sviluppo e la diffusione di servizi innovativi con crescenti livelli di integrazione, multimedialità ed interattività, essenziali per l¿affermarsi della società dell¿informazione e per l¿innesco di processi innovativi. La realizzazione di tali infrastrutture richiede ingenti investimenti da parte del settore privato che hanno generalmente ritorni solo nel lungo periodo, ritorni determinati a loro volta dai servizi e dai contenuti che transitano su tale infrastruttura.
L¿obiettivo da perseguire porta ad un quadro normativo, un contesto di mercato ed un uso della domanda pubblica che incentivi gli investimenti sia in infrastrutture digitali che in contenuti e servizi. Accanto a questo è necessario assicurare un¿adeguata capacità e cultura di fruizione da parte di cittadini e imprese. Un approccio allo sviluppo e alla diffusione delle tecnologie digitali per i cittadini centrato esclusivamente sulla disponibilità di soluzioni tecnologiche si è dimostrato inadeguato nel fronteggiare le perduranti difficoltà della penetrazione delle tecnologie digitali nella società. È necessario che a tale approccio basato sull¿offerta di tecnologia si affianchi una nuova considerazione della domanda e dell¿inclinazione alle tecnologie da parte dei cittadini, e del complesso di caratteristiche socio-culturali che le determinano.
Emerge la necessità di una forte e socialmente capillare opera di sensibilizzazione e alfabetizzazione alle nuove tecnologie a partire dalle fasce sociali oggi escluse e dalle categorie più deboli, quelle stesse che ne beneficerebbero maggiormente. Si tratta cioè di operare una grande campagna di divulgazione di conoscenza e di diffusione di strumenti tecnologici per tutti che dovrà vedere come protagonisti, oltre alla Pubblica Amministrazione e agli operatori del settore, i grandi mezzi di comunicazione. Azione che si rende tanto più necessaria in momenti, come oggi, di discontinuità legata all¿introduzione di grandi riforme nello Stato, nella scuola e nella Pubblica Amministrazione.
Le imprese italiane malgrado la loro grande e riconosciuta creatività e imprenditorialità mostrano in generale un ritardo rispetto ad altri Paesi dell¿Unione Europea nell¿adozione di soluzioni digitali avanzate. Tale ritardo è legato anche alle ridotte dimensioni, alle specializzazioni produttive e agli attuali modelli distrettuali basati prevalentemente sul territorio. I nuovi scenari competitivi impongono l¿adozione di modelli alternativi basati sulla rete, sull¿innovazione digitale dei processi cruciali a monte e a valle e su un più stretto rapporto con il sistema della Ricerca. L¿analisi retrospettiva del sistema di incentivi nazionali a favore dell¿innovazione mostra una dispersione delle misure di sostegno finanziario alle imprese, spesso complesse e dirette alla ricerca precompetitiva, senza tra l¿altro affrontare il problema del trasferimento dei risultati alle imprese.
L¿agenda politica italiana deve sempre più dare priorità al tema dell¿innovazione e delle tecnologie digitali nelle imprese sulla base di un quadro organico di sostegno mirato a favorire nel tempo investimenti in innovazione digitale con strumenti di facile accessibilità per le PMI cui affiancare interventi di carattere regolamentare, organizzativo, formativo e di promozione di strumenti finanziari innovativi. È infine necessario ricorrere ad approcci concertativi per fare convergere risorse e orientamenti dei vari livelli di Amministrazione, Centrali e Regionali cui spetta un ruolo sempre più ampio in termini di politica industriale.
Lo sviluppo del governo elettronico (eGovernment) è una straordinaria occasione per la modernizzazione della Pubblica Amministrazione, passaggio fondamentale per un Paese moderno e per dar risposta alla crescente domanda di servizi, di efficienza dei cittadini e delle imprese e di maggior partecipazione dei cittadini alla vita pubblica (eDemocracy).
La trasformazione dello Stato in senso federale è una irripetibile opportunità di riorganizzazione della Pubblica Amministrazione che coinvolge tutte le Pubbliche Amministrazioni locali chiamate a svolgere nuove funzioni e ad erogare nuovi servizi. L¿attuazione del federalismo non è solo un processo politico o una questione di architettura normativa, ma anche il più importante e profondo processo di riorganizzazione della macchina amministrativa pubblica. Le amministrazioni concentrate in passato soprattutto sui processi interni stanno ora cambiando per trasformarsi in vere proprie amministrazioni di risultato. Le tecnologie dell¿informazione e della comunicazione sono la risorsa strategica che consente di porre in modo nuovo il problema del rapporto tra autonomia locale e necessità di coordinamento e armonizzazione dei processi innovativi a livello nazionale.
L¿obiettivo di garantire la sostenibilità economica dell¿attuazione del federalismo con il drastico miglioramento di qualità ed efficienza può essere conseguito solo mediante l¿elaborazione di una visione comune di tutte le istituzioni dell¿innovazione digitale nello stato federale e di un percorso condiviso per la sua realizzazione. Lo sviluppo del governo elettronico e la riforma della PA divengono dunque sinonimi e devono integrarsi con la trasformazione dei sistemi organizzativi, un adeguata politica delle risorse umane e un attenzione agli imperativi della semplificazione procedurale e normativa. Va promosso un uso attivo della domanda pubblica di queste tecnologie anche a sostegno di una politica industriale, della Ricerca e Sviluppo e dell¿introduzione nel Paese di soluzioni tecnologiche di frontiera.
Consulta: il Rapporto Integrale