Europa
Dopo Nortel, Lucent e Alcatel, è il turno della svedese Ericsson di pubblicare i risultati trimestrali.
Il fornitore di infrastrutture per le telecomunicazioni continua la tendenza della concorrenza e, dopo due anni di drastica ristrutturazione, comincia a profittare della politica di riduzione di costi. Primo segno: utili pre tasse come previsto tornati in positivo all’altezza di un miliardo di corone svedesi, ben al di sopra delle stime degli analisti.
Anche l’Ebitda è salito a 35,9%, un tasso leggermente superiore a quello anticipato da JP Morgan (35,2%), sempre grazie alla rigorosa strategia di taglio dei costi, condotta a un ritmo più rapido del previsto. Nel corso del terzo trimestre, il gruppo svedese ha riportato il livello annuale di spese a 38 miliardi di corone, contro i 40 previsti sempre da JP Morgan. In rapporto alle attese della banca d’affari americana, Ericsson è un trimestre avanti rispetto alla sua stessa politica di riduzione delle spese.
Il costruttore svedese, colpito in pieno dallo scoppio della bolla tecnologica, ha dovuto apportare ingenti tagli al personale, diminuendo il numero degli effettivi a 53.400 persone, quasi la metà rispetto al 2001. Ericsson, di fatto, è tornata ai livelli occupazionali del 1968 e, quando la ristrutturazione sarà completata ¿ con ogni probabilità il prossimo anno – l’azienda impiegherà 47.000 persone.
Carl-Henric Svanberg –amministratore delegato del gruppo ¿ non si lascia comunque prendere da facili entusiasmi: ¿Ericsson ha ricominciato a generare profitti, ed è un passo importante. Ma resta ancora molto da fare per ritornare a una buona redditività¿, ha commentato nel comunicato diffuso alla stampa.
Il fatturato del terzo trimestre si è attestato a 28 miliardi di corone, in calo del 16% su base annua, ma superiore alle attese degli analisti. Gli ordini hanno raggiunto quota 28,1 miliardi, leggermente in diminuzione rispetto al secondo trimestre.
Per quanto riguarda le previsioni per l’intero anno fiscale, Ericsson segue la linea degli altri fornitori di infrastrutture e, più che assicurare con certezza un¿imminente ripresa, anticipa piuttosto una stabilizzazione del mercato senza fare previsioni troppo precise. Per il quarto trimestre, Svanberg parla di una ¿progressione significativa¿ delle vendite, in un periodo ¿ quello natalizio ¿ caratterizzato da forti tassi di crescita sequenziale. Quanto al 2004, si attende un anno sostanzialmente piatto.
Il gruppo aveva previsto, per l’intero anno fiscale, una calo superiore al 10% nel settore network, il settore chiave dell’azienda.