Italia
Sintesi della relazione del dott. Stefano Sandroni, dottore commercialista e revisore contabile, al Forum Aeranti-Corallosulla televisione digitale terrestre (Roma, 29 ottobre 2003)
A – Introduzione
La trasmissione digitale costituisce una tappa di capitale importanza nello sviluppo tecnologico dei sistemi televisivi: essa rappresenta il passaggio essenziale verso la convergenza di informatica e telecomunicazioni e consente di trasformare l¿apparecchio televisivo in una piattaforma per lo sviluppo dei servizi interattivi, che si aggiungono così alla funzione tradizionale di diffusione circolare dei segnali.
È pertanto necessario effettuare una progressiva sostituzione degli attuali mezzi analogici di produzione, trasmissione e ricezione televisiva con una nuova generazione di mezzi digitali.
Ad oggi, le imprese hanno a disposizione numerose opzioni per poter entrare in possesso degli impianti che le necessitano che possono essere raggruppate in due principali scelte: possono acquistarli direttamente, oppure acquisirli in leasing.
Entrambe possono però essere praticate con varie modalità, a seconda della convenienza per l¿impresa, delle sue disponibilità economiche, della sua capacità di credito e delle possibilità offerte dal mercato.
Nelle parti che seguono, si cercherà pertanto di dare una idea più precisa sulle modalità di finanziamento a disposizione delle imprese e delle loro conseguenti implicazioni fiscali ed economiche.
1. Oggetto del finanziamento
Di fronte a questa esigenza è quindi indispensabile individuare con esattezza quali sono gli impianti basati sulla nuova tecnologia, in modo da poter poi valutare, con cognizione di causa, i vari strumenti a disposizione delle imprese per entrarne in possesso ed i relativi oneri.
Il Decreto del Ministero delle Finanze 31/12/1988 ¿coefficienti di ammortamento del costo dei beni materiali strumentali impiegati nell¿esercizio di attività commerciali¿ individua, per il gruppo XVIII ¿industrie dei trasporti e delle comunicazioni¿ e per la specie 10a/b ¿servizi radiotelegrafonici, radiofonici, televisivi e telecomunicazioni tramite satellite¿, i seguenti impianti strumentali all¿esercizio delle attività delle imprese televisive :
- impianti di registrazione e ponti radio à quota di ammortamento pari a 25%;
- impianti di telediffusione e di televisione à quota di ammortamento pari a 19%.
2. Ammortamento
È una procedura tecnico-contabile mediante la quale il costo sostenuto per l¿acquisto di beni strumentali all¿esercizio dell¿impresa, materiali (immobili, macchine, impianti, ecc.; con esclusione dei terreni) o immateriali (brevetti, avviamento, ecc.) di durata pluriennale viene ripartito su tutti gli esercizi di utilizzo; la finalità dell¿ammortamento è quella di evitare che il costo del bene deperibile ad utilità pluriennale abbia un impatto come componente negativo di reddito sul solo esercizio di acquisto.
Per i beni di costo unitario non superiore a 516,46 euro tuttavia, anche se l¿utilizzo del bene avviene in più esercizi, il contribuente può, in alternativa, decidere di dedurre il costo di acquisto interamente nell¿esercizio di sostenimento.
Il periodo dal quale si inizia ad ammortizzare il bene è quello nel quale lo stesso è entrato in funzione anche se, secondo la normativa fiscale, nel primo esercizio di entrata in funzione del bene (indipendentemente dal mese di entrata in funzione), la quota calcolata con i coefficienti ministeriali deve essere ridotta alla metà.
Esistono diverse tipologie di ammortamento che possono essere scelte a seconda dell¿utilizzo del bene strumentale e delle esigenze fiscali dell¿imprenditore:
ammortamento ordinario: calcolato secondo le aliquote stabilite dal D.M. 31/12/1988;
ammortamento anticipato: per i primi 3 esercizi dall¿entrata in funzione del bene, l¿imprenditore può aumentare la quota di ammortamento ordinario sino ad un massimo di 2 volte. Per i beni acquistati usati l¿ammortamento anticipato può essere eseguito solo una volta nell¿esercizio in cui sono entrati in funzione;
ammortamento ridotto: l¿imprenditore utilizza coefficienti di ammortamento più bassi di quelli del decreto (la quota di ammortamento inferiore alla metà di quello fiscale viene recuperata solo in caso di successiva cessione od eliminazione del bene come plusvalenza o minusvalenza);
ammortamento accelerato: nel caso di un utilizzo più intenso dei beni rispetto al normale utilizzo del settore (ad esempio per un¿azienda che utilizza gli impianti ininterrottamente per più turni di lavoro) possono essere utilizzati coefficienti più alti di quelli stabiliti. Per il settore in esame tale ammortamento non è opzionabile in quanto l¿utilizzo degli impianti è solitamente di 24 ore al giorno;
ammortamento decelerato: in virtù di una effettiva minore utilizzazione, l¿imprenditore può adottare coefficienti inferiori alla metà di quelli ordinari. Tuttavia, a differenza dell¿ammortamento ridotto, non si perde la possibilità di ammortizzare il costo residuo negli esercizi successivi. Per l¿ammortamento decelerato valgono le stesse considerazioni fatte per quello accelerato.
Nel caso dei beni oggetto del presente intervento, i coefficienti di ammortamento applicabili sono pari al 25% (impianti di registrazione e ponti radio) e al 19% (impianti di telediffusione e di televisione).
Come evidenziato per ciascuna tipologia di impianti, la durata dell¿ammortamento sarà rispettivamente pari a 5 e 6 anni in caso di ammortamento ordinario, e di 3 e 4 anni in caso di ammortamento anticipato. La scelta tra i due tipi di ammortamento dipende soprattutto da ragioni fiscali, in quanto l¿ammortamento anticipato consente di ridurre l¿imponibile e quindi le imposte dell¿esercizio.
B ¿ Tipologie di finanziamento
3. Leasing
Per leasing (o locazione finanziaria) si intende un¿operazione di locazione di beni mobili e immobili, fatti costruire o acquistati dal locatore, dietro indicazione del conduttore che si assume tutti i rischi dell¿operazione e ha la facoltà di diventare proprietario dei beni locati al termine della locazione con il versamento di un prezzo prestabilito.
Nella forma classica di leasing sono coinvolti tre soggetti: il produttore di beni, la società di leasing anche di tipo bancario (il locatore) e l¿utilizzatore (il conduttore o locatario).
I beni in leasing, non essendo di proprietà, non risultano iscritti nell¿attivo dello stato patrimoniale e, quindi, non sono oggetto di ammortamento. Il bene, infatti, diviene di proprietà solo se e quando, alla scadenza del contratto, l¿impresa decida di riscattarlo.
Lungo la durata del contratto, nel rispetto del principio di competenza, sono deducibili esclusivamente i canoni che risultano contabilizzati a conto economico; naturalmente la deducibilità dei canoni di leasing è legata alla deducibilità del bene oggetto del leasing: saranno quindi interamente deducibili i canoni relativi a beni strumentali, deducibili al 50% quelli relativi a beni ad uso promiscuo, indeducibili quelli relativi ad altri beni.
Ulteriore condizione di deducibilità è relativa alla durata del leasing: per i beni mobili il contratto di leasing non deve avere durata inferiore alla metà del periodo di ammortamento corrispondente al coefficiente ordinario (senza tenere conto che per il primo esercizio il coefficiente è ridotto alla metà). Ad esempio se il coefficiente di ammortamento è del 25%, la durata non deve essere inferiore a 24 mesi (ovvero 2 anni, corrispondente alla metà di 4 anni, che è il periodo di ammortamento corrispondente ad un coefficiente del 25%); mentre in caso di un bene con coefficiente di ammortamento pari al 19%, la durata non potrà essere inferiore 36 mesi (ovvero 3 anni, corrispondente alla metà di 6 anni che è il periodo di ammortamento corrispondente ad un coefficiente del 19%).
Per i beni immobili la deducibilità è ammessa solo se la durata prevista in contratto non è inferiore ad 8 anni.
Vi sono diverse tipologie di leasing che presentano caratteristiche peculiari:
leasing finanziario: la funzione principale del contratto di leasing finanziario è appunto quella di finanziamento. Se, ad esempio, un imprenditore non vuole o non può acquistare un macchinario per la propria attività, può proporne l¿acquisto a una società di leasing che, in seguito, gli concederà in locazione il macchinario stesso.
L¿imprenditore, pagando una serie di canoni di locazione, acquista il diritto, alla scadenza del contratto, di riscattare il bene versando il prezzo pattuito. L¿utilizzatore ha così a disposizione da subito il bene pagando solo dei canoni periodici e senza essere costretto all¿esborso immediato dell¿intero valore. In particolare, la durata del contratto di locazione è solitamente pari alla vita economica del bene oggetto del leasing in modo che alla scadenza l¿ammortamento risulti completato e il prezzo di riscatto possa essere fissato a un valore molto basso. Il leasing finanziario riguarda generalmente beni di costo elevato come, ad esempio, impianti industriali.
leasing operativo: al contrario del leasing finanziario, il leasing operativo presenta, come funzione principale, non tanto quella di ottenere un finanziamento, quanto piuttosto la disponibilità del bene e non il suo acquisto. La durata del contratto è inferiore alla vita economia del bene e i canoni sono commisurati al valore d¿uso del bene più che al valore di mercato. Alla scadenza del contratto, il locatario può decidere se rinnovare la locazione, restituire il bene oppure riscattarlo. Il leasing operativo riguarda generalmente beni di costo più ridotto quali automobili, fotocopiatrici ecc.
leasing diretto: la peculiarità di questa operazione risiede nel fatto che il locatore è anche il produttore del bene richiesto dal conduttore. Viene quindi meno uno dei tre soggetti che caratterizza il contratto di leasing negli altri casi, nel senso che vi è coincidenza tra produttore e locatore. In questa forma il leasing si avvicina molto al contratto di locazione non finanziaria disciplinata dagli artt. 1571 e seguenti del codice civile.
sale and lease back: nato negli Stati Uniti già negli anni ¿40, il sale and lease back ha la caratteristica di esaltare al massimo la funzione finanziaria del leasing. Infatti, quest¿operazione prevede che un¿azienda già proprietaria del bene lo venda a un¿impresa di leasing che provvede poi a riconcederglielo in leasing. In questo modo l¿azienda può modificare la composizione del proprio attivo riducendo le immobilizzazioni e aumentando l¿attivo circolante.
leasing addossè: il leasing addossé è un tipo di operazione che prevede una ripartizione dei rischi tra il fornitore del bene e l¿impresa di leasing. Il produttore (o il distributore) del bene lo vende alla società di leasing che lo riconcede al produttore (o al distributore) che a sua volta provvede a locarlo ai propri clienti. Si tratta dunque di una forma di finanziamento che consente a un¿impresa di incassare anticipatamente i propri crediti e di offrire contemporaneamente alla propria clientela un pagamento dilazionato.
Il produttore si accolla i rischi di insolvenza del locatario. In pratica se il conduttore dovesse risultare inadempiente nel pagamento delle rate, chi subisce la perdita conseguente è il produttore del bene e non la società di leasing. I rischi finanziari dell¿operazione di finanziamento (per esempio quelli connessi ai costi dell¿operazione di finanziamento o al fallimento del produttore) rimangono in capo alla società di leasing. Il produttore di beni utilizza questo procedimento per effettuare una politica commerciale molto aggressiva per i propri prodotti utilizzando il leasing per collocarli sul mercato. L¿impresa di leasing invece riesce con questo sistema a estendere la propria attività a segmenti di mercato prima non considerati perché magari caratterizzati da prodotti che presentano un basso prezzo unitario o da clienti le cui caratteristiche finanziarie possono essere difficili da valutare.
Riproponendo lo stesso esempio fatto per l¿ammortamento (valore di ciascun impianto pari ad € 10.000 e coefficienti di ammortamento pari a 25% e 19%), la durata dei contratti di leasing potrà variare tra i 48 ed 24 mesi nel caso di impianti ammortizzabili al 25%, e tra i 72 ed 36 mesi nel caso di impianti ammortizzabili al 19%.
Si ricorda che le durate massime, sono state calcolate tenendo conto che un coefficiente del 25% permette un ammortamento in 4 anni ¿ 48 mesi (25+25+25+25=100%); mentre un coefficiente del 19% permette un ammortamento in 6 anni ¿ 72 mesi (19+19+19+19+19+5=100%). Non si tiene difatti conto della riduzione della metà della percentuale di ammortamento nel primo anno. Le durate minime sono invece calcolate come la metà di quelle massime.
Nel considerare l¿ipotesi di leasing per venire in possesso di un impianto, bisogna tenere conto dei seguenti aspetti:
- viene richiesto il versamento iniziale di un maxicanone (la cui deducibilità viene ¿spalmata¿ per la durata del contratto di leasing) il cui importo può essere anche pari ad un canone e quindi molto ridotto;
- canoni di leasing comprendono, oltre che parte del valore del bene, anche gli interessi passivi da corrispondere all¿impresa concedente;
- la proprietà dell¿impianto e quindi la sua iscrizione nell¿attivo patrimoniale (almeno fino a che non verranno recepiti principi contabili diversi da quelli nazionali) si ottiene solo in seguito al pagamento del riscatto che, a seconda della struttura del leasing, può essere di importo più o meno consistente (ma che di solito è pari all¿1% del valore iniziale); attualmente infatti il bene in leasing risulta solo nei conti d¿ordine dello stato patrimoniale e, solitamente, nella nota integrativa al bilancio.
4. Tipologie di finanziamento del sistema bancario
L¿acquisto di immobilizzazioni può essere effettuato anche tramite il sistema bancario attraverso l¿accesso a diverse metodologie di finanziamento.
Apertura di credito
La più comune e anche meno impegnativa da ottenere, è l¿apertura di credito (c.d. scoperto di conto) tramite la quale si riesce ad ottenere liquidità immediatamente disponibile a fronte del pagamento di oneri finanziari (solitamente elevati).
Tale modalità di finanziamento non dovrebbe mai essere utilizzata per l¿acquisizione di immobilizzazioni in quanto la banca potrebbe in qualsiasi momento revocare l¿affidamento creando difficoltà nella restituzione nel caso in cui l¿azienda abbia una situazione di scarsa liquidità. Con un¿operazione del genere si andrebbe difatti a finanziare l¿attivo immobilizzato tramite debiti a breve termine, creando in questo modo uno squilibrio nella situazione finanziaria dell¿impresa.
Mutuo
Rappresenta la modalità più comune di finanziamento dei beni strumentali; l¿art. 1813 del codice civile definisce il mutuo come quel contratto con il quale ¿una parte consegna all¿altra una determinata quantità di denaro o di altre cose fungibili e l¿altra si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie e qualità¿. I finanziamenti che vengono effettuati attraverso questa forma hanno la caratteristica di essere solitamente a medio e lungo termine e di essere a volte garantiti da ¿ipoteca¿. Quest¿ultima, secondo quanto stabilito dall¿art. 2808 del codice civile, attribuisce al creditore il diritto di espropriare i beni vincolati in garanzia del suo credito.
L¿importo del mutuo viene erogato in un¿unica soluzione mentre il rimborso avviene secondo un piano di ammortamento. Il piano stabilisce la struttura e la periodicità delle varie rate di rimborso, che possono avere differenti scadenze. Le più comuni sono quelle semestrali, ma possono esistere anche rate trimestrali e mensili.
Rispetto alla struttura delle rate si hanno:
ammortamenti a rata costante: dove ogni rata è divisa in una quota di capitale, che cresce con il passare del tempo, e una quota interessi che decresce con il passare del tempo (ammortamento alla francese);
ammortamenti a rata decrescente: dove la quota di capitale è costante e quella di interessi decrescente (ammortamento all¿italiana);
ammortamenti a rata crescente: dove la quota di capitale, minima all¿inizio, aumenta con il trascorrere del tempo.
I mutui possono essere a tasso fisso, quando il tasso di interesse viene fissato all¿inizio e vale per tutto il periodo, o a tasso variabile. In questo secondo caso, il tasso di interesse è periodicamente aggiornato in base all¿andamento dei tassi di mercato (di regola il parametro preso a base è l¿euribor a 1, 3 o 6 mesi).
Nel caso in cui occorra finanziare gli impianti per le trasmissioni televisive, la scelta più opportuna è però quella dell¿accensione di un mutuo chirografario.
Tale tipo di finanziamento ha solitamente una durata massima di 5 anni, che ben si può sovrapporre alla durata della vita utile di tali beni strumentali (periodo di ammortamento) che, come visto, va dai 3 ai 6 anni (a seconda dell¿impianto e del tipo di ammortamento). In questo modo sarà possibile ridurre il carico fiscale grazie alla combinazione delle deduzioni relative alle quote di ammortamento e agli interessi passivi del mutuo.
Sarà inoltre possibile capitalizzare gli oneri accessori del mutuo ed ammortizzarli di conseguenza con le medesime aliquote degli impianti a cui si fa riferimento.
Rispetto al mutuo garantito da ipoteca, il chirografario solitamente presenta tassi più elevati, soprattutto a causa della minore garanzia rispetto a quella ¿reale¿ sul bene; nella scelta di finanziare un investimento con l¿accensione di un mutuo, bisogna perciò tenere presente che, oltre all¿importo finanziato (che solitamente non copre più del 70% del valore dell¿impianto), si devono aggiungere gli oneri accessori (notaio, pratica, ecc.) e gli oneri finanziari più o meno elevati.
TDT: tipologie di finanziamento da parte del sistema bancario per l¿acquisto di impianti -I PARTE
TDT: tipologie di finanziamento da parte del sistema bancario per l¿acquisto di impianti -II PARTE