Italia
Le imprese italiane usano poco le soluzioni basate su Internet e per spingerle ad andare verso questa direzione occorrono incentivi. Solo l”11,4%, infatti, fa uso di tecnologie di ¿Internet business solution¿, ovvero quelle piattaforme che mettono le aziende in grado di migliorare i processi organizzativi aziendali e vanno oltre il semplice uso della posta elettronica e di Internet come motore di ricerca. E¿ quanto emerge dalla ricerca ¿Net impact: l”impatto della Rete sul sistema produttivo italiano¿, realizzata dall”Università Bocconi e presentata ieri nel corso di un convegno organizzato dall”Anie (Federazione nazionale imprese elettrotecniche ed elettroniche).
La percentuale di imprese italiane che utilizza appieno le nuove tecnologie basate su Internet è quindi molto bassa, rispetto al 61% degli Usa e al 47% di media di Gran Bretagna, Francia e Germania. Secondo la ricerca, inoltre, negli Usa il 30% del totale degli investimenti – edilizia esclusa – è stato in attrezzature e software per l”Ict, mentre la corrispettiva quota italiana è pari a circa la metà.
Il grado di attenzione delle imprese italiane nei confronti delle internet business solution, tuttavia, è diverso a seconda del settore. Il terziario, infatti, risulta il più ricettivo, in particolare per quanto riguarda finanza e contabilità (37%). Sempre secondo i dati della ricerca, le imprese italiane che utilizzano tecnologie Ibs hanno realizzato un risparmio di costi cumulato pari a 9,17 miliardi di euro e un aumento dei ricavi pari a 6,69 miliardi. Secondo i curatori della ricerca, quindi, se in Italia si raggiungesse in cinque anni il 30% di aziende che usano le tecnologie Ibs, l¿aumento dei ricavi sarebbe pari a 18,5 miliardi di euro e la riduzione dei costi a 15,78 miliardi.
Come raggiungere questo obiettivo? Secondo l¿Anie-Anfov la strada da seguire è quella degli incentivi. Nel corso del convegno è stata quindi lanciata una proposta che prevede una manovra di incentivi alle imprese per investimenti Ict per il 2004 pari a 1,6 miliardi di euro, di cui 1,1 miliardi per agevolazioni all”industria e 0,5 miliardi alle famiglie. (p.s.)