Italia
Non vendete le frequenze alle reti nazionali. Con questo invito esplicito di Marco Rossignoli, coordinatore di Aeranti-Corallo, alle emittenti locali, si è aperto il Forum sulla televisione digitale terrestre che si è tenuto a Roma il 28 e 29 ottobre presso la sede della Confcommercio. ¿Qualcuno potrebbe essere tentato di cedere i propri canali alle reti televisive nazionali, uscendo quindi di scena o limitandosi a svolgere la sola attività di fornitore di contenuti. Sarebbe un errore imperdonabile¿, ha messo in guardia Rossignoli. Invitando gli operatori alla lungimiranza, Rossignoli ha spiegato che ¿coloro che avranno la capacità di convertire la propria impresa all¿attività di operatore di rete potranno veicolare sui propri canali, nel proprio ambito locale, sia i propri contenuti, sia contenuti e servizi di terzi, realizzando un business che garantirà nel tempo una redditività certamente superiore a quella derivante dalla vendita dei canali. L¿imperativo, pertanto, è quello di non vendere, ma di trasformarsi dall¿attuale impresa televisiva analogica che realizza il palinsesto e lo trasmette, in operatore di rete locale che diffonde sia i propri contenuti, sia i contenuti di terzi¿.
Il forum organizzato da Aeranti-Corallo, associazione che rappresenta la maggior parte delle emittenti radiofoniche e televisive locali italiane, arriva a poche settimane dalla presumibile approvazione del disegno di legge che riforma il sistema radiotelevisivo, dando forte impulso al digitale terrestre. All¿incontro, martedì 28, era presente anche il ministro per le Comunicazioni, Maurizio Gasparri. Al ministro, Rossignoli ha chiesto di intervenire sul tema delle cosiddette ¿tv di strada¿.
¿Non va affatto sottovalutata l¿apertura delle tv di strada, come forse sta accadendo ¿ ha detto Rossignoli. Infatti, l¿attività delle stesse, oltre a essere illegittima poiché in contrasto con l¿art.195 del Codice Postale che vieta l¿attività televisiva senza concessione o autorizzazione, causa grave danno a coloro che operano legittimamente che si trovano spesso a subire situazioni interferenziali alle proprie trasmissioni. Tale situazione peraltro rischia di causare rilevanti difficoltà tecniche per la transizione al digitale.¿ Il coordinatore di Aeranti-Corallo ha poi aggiunto: ¿La circostanza che le tv di strada possano, in ipotesi, raccogliere pubblicità costituisce concorrenza sleale nei confronti degli editori televisivi locali titolari di concessione o autorizzazione che, tra l¿altro, corrispondono allo Stato il canone di concessione e le tasse di concessione governativa e sono sottoposti a obblighi, adempimenti e controlli connessi con il suddetto titolo concessorio o autorizzatorio. Chiediamo pertanto ¿ ha concluso Rossignoli – che il Ministro delle Comunicazioni intervenga con decisione procedendo alla disattivazione immediata di tutti coloro che operano senza alcun titolo abilitativo¿.
Da parte sua, il ministro Gasparri ha esordito ricordando che il governo ha cercato di dare risposte concrete alle problematiche delle emittenti locali¿con fondi, uno destinato alle radio, e abolendo le norme sulla par condicio. Era una normativa assurda! Un danno per la politica del territorio, non solo per l¿aspetto commerciale¿. Gasparri ha poi sottolineato che con la tv digitale terrestre si potrà combattere il digital divide e avvicinarsi agli obiettivi di eEurope2005, che incontrano una barriera nella scarsa penetrazione dei pc nelle famiglie. ¿Sarà un passaggio fondamentale nell¿alfabetizzazione informatica¿, ha quindi aggiunto.
D¿accordo con Rossignoli, anche Gasparri ha invitato le emittenti a ¿non vendere le frequenze, ma a convergere¿. Il ministro ha poi riferito che, quest¿anno, le domande delle emittenti per la trasformazione degli impianti in digitale sono state superiori ai fondi disponibili, invertendo la tendenza degli ultimi due anni. ¿Invito a vivere in termini positivi questa fase¿, ha quindi concluso.
Sergio Billé, presidente della Confcommercio, nel portare il proprio saluto alla platea ha ricordato che ¿siamo di fronte a uno snodo importante per il futuro dell¿emittenza locale¿. Quanto alla legge Gasparri, Billé crede che ci sia ¿ancora qualcosa da mettere a fuoco, nell¿interesse di tutto il Paese¿.
Nella sessione di domande e risposte che ha chiuso la mattina del 28 ottobre, Marco Rossignoli ha spiegato che per l¿emittenza locale il digitale terrestre e la nuova normativa sulle comunicazioni elettroniche ampliano l¿area di intervento al settore delle tlc.
¿Oltre ai segnali video e audio si trasmetteranno dati¿, ha affermato, precisando che le emittenti locali hanno un vantaggio rispetto alle reti nazionali: quello di poter trasmettere dati differenziati attraverso il territorio, cosa non concessa alle reti nazionali. Per quanto riguarda il termine fissato per lo switch off, Rossignoli ha detto che quella del 31 dicembre 2006 è una data che ¿si allungherà e viene usata solo per accelerare il passaggio¿. Rossignoli ha poi rassicurato gli operatori: ¿Non mi preoccuperei molto: copriremo tutto, siamo qui da 27 anni, nonostante le alterne vicende politiche¿.
Da segnalare, nel corso della giornata di martedì 28 ottobre, gli interventi di Fabrizio Berrini, segretario generale Aeranti; Luigi Bardelli, presidente Corallo e Mauro Maiolini.
Ai lavori di martedì 28 ottobre ha partecipato anche il presidente dell¿Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, Enzo Cheli. ¿Il passaggio dalla televisione analogica a quella digitale è stato avviato in tutti i 28 Paesi dell¿Europa allargata¿, ha affermato. ¿In Italia ha più rilievo e importanza rispetto ad altri Paesi soprattutto per le strozzature che caratterizzano la tv analogica¿. Per quanto riguarda l¿emittenza locale, Cheli ritiene che la tv digitale terrestre rappresenti una grande opportunità almeno su tre piani: il potenziamento delle reti e il miglioramento della qualità, la crescita per i contenuti, l¿arricchimento culturale e politico. Secondo il presidente dell¿Authority, questa fase ¿è destinata a segnare una delle tappe più importanti nella storia dell¿emittenza televisiva¿. Cheli ha poi annunciato che l¿Autorità sta attualmente lavorando sul regolamento per l¿accesso che ¿si baserà sul principio del ¿must carry¿, del dovere di trasporto dei contenuti imposto anche dalla Ue. Il nocciolo della disciplina ¿ ha spiegato Cheli ¿ sta infatti nel diritto di accesso alle reti¿. Il presidente dell¿Authority si è detto convinto che la data del 2006 per lo switch off rappresenti un termine realistico: ¿occorre però non perdere neppure un giorno ¿ ha affermato ¿ tutti i soggetti interessati devono fare uno sforzo¿.
Laura Aria, direttore generale Dgca del Ministero delle Comunicazioni, ha illustrato i contenuti della legge66/2001, che ha introdotto il digitale terrestre nell¿ordinamento italiano, prendendo le mosse dalla legge 249/97 e il nuovo codice unico delle tlc. Con la nuova normativa, ha sottolineato Aria, ¿gli operatori di rete sono più vicini agli operatori delle comunicazioni elettroniche. Saranno rilevanti gli accordi tra operatori di rete e fornitori di contenuti¿. Per i soggetti che eserciteranno entrambi i ruoli, Aria che ricordato che la legge ha previsto la separazione strutturale per gli operatori nazionali e la separazione contabile per le emittenti locali.
Giuseppe Sangiorgi, commissario dell¿Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, ha affermato che il regolamento sull¿accesso al quale l¿organismo di garanzia sta lavorando sarà declinato ¿dentro una cultura dell¿accesso alle reti, come per le tlc. Un po¿ quello che è avvenuto con l¿interconnessione per la rete fissa e il roaming per la rete mobile¿. Sangiorgi ha poi aggiunto che l¿Autorità sta attualmente esaminando gli accordi che Sky ha sottoscritto con Lega Calcio ed eBiscom, per verificare se rispondono alle direttive europee. Infine, il commissario ha lanciato una proposta per una ¿informazione d¿emergenza¿ per la quale ¿ ha detto ¿ ¿non serve una rete perché già esiste. Sono le radio e le tv locali¿. Tramite questa iniziativa i cittadini potranno essere informati su calamità e altri eventi.
Da segnalare, a chiusura della giornata del 28 ottobre, gli interventi di Roberto De Martino, del Servizio tecnologie digitali dell¿Autorità per le Comunicazioni, centrato sulle caratteristiche di trasmettitori digitali, set-top-box e reti di trasmissione e di Antonio Sassano, ordinario di Ricerca operativa all¿Università La Sapienza di Roma, che ha illustrato il piano nazionale delle frequenze per la radiodiffusione televisiva digitale via etere terrestre.
La seconda giornata del Forum sulla televisione digitale terrestre organizzato da Aeranti-Corallo, si è aperta con l¿intervento del Sottosegretario alle Comunicazioni Giancarlo Innocenzi, che ha sottolineato la grande opportunità offerta alle emittenti locali dalla televisione digitale terrestre, che rappresenta ¿un progetto compiuto per il sistema paese¿. Innocenzi ha poi annunciato che l¿industria è pronta a mettere sul mercato 250mila decoder per il prossimo Natale. ¿Noi abbiamo fatto la nostra parte ¿ ha aggiunto ¿ inserendo nella finanziaria gli incentivi¿. ¿Con il digitale terrestre ¿ ha detto Innocenzi ¿ la televisione non sarà più come una volta. E¿ una nuova pagina che si apre¿.
Il sottosegretario ha quindi annunciato una iniziativa, in collaborazione con l¿Agenzia Spaziale Italiana, per il monitoraggio del territorio in caso di calamità, un servizio che verrà fornito insieme alle emittenti locali.
Roberto Viola, Direttore del Dipartimento regolamentazione dell¿Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, ha spiegato che il digitale terrestre è un fenomeno di scala europea, anche se esistono differenze nazionali. Viola ha quindi ricordato che esistono vari modelli, da quello ¿associativo¿ di Gran Bretagna e Svezia, a quello ¿stratificato¿ della Germania, dal modello ¿verticale¿ di Spagna e Francia a quello definito ¿ad assetto variabile¿ dell¿Italia.
Gli interventi di mercoledì 29 ottobre sono proseguiti con la presentazione di Gabriele Ronchini, amministratore delegato di Grey Interactive, che ha mostrato alcuni esempi di pubblicità interattiva, e di Sebastiano Trigila, capo progetto tv digitale terrestre della Fondazione Bordoni, che ha illustrato i risultati della sperimentazione in atto. Soffermandosi sugli aspetti commerciali dell¿introduzione della nuova tecnologia, Trigila ha ipotizzato per il digitale terrestre lo stesso successo degli sms, cresciuti in maniera esponenziale in pochi anni. Secondo uno studio effettuato per la Fondazione Bordoni, ipotizzando un costo per transazione di 20 centesimi di euro, cioè quanto un sms, i servizi veicolati tramite tv digitale terrestre potrebbero generare introiti per 7,855 miliardi di euro in cinque anni, mentre ¿ sempre stando alle stesse stime ¿ la spesa per decoder e servizi potrebbe raggiungere, in cinque anni, gli 11 miliardi di euro, con un incremento del Pil pari a 30 miliardi di euro.
Francesco Siliato, partner di Studio Frasi, ha sottolineato come nell¿idea di convergenza ci sia¿una svalorizzazione della televisione, nel tentativo di portarla ad assomigliare al computer¿. Secondo Siliato, invece, ¿bisogna stare attenti a usare la televisione per le sue caratteristiche. Il televisore deve rimanere il televisore e non diventare un semplice monitor. Se la pubblica amministrazione ha problemi con il digital divide, con le persone che non usano il pc, deve diventare ¿televisiva¿, nel senso che deve inventare nuove forme di comunicazione televisiva che permettano di superare il problema del front office¿. Siliato ha poi sottolineato il fatto che la legge rende possibile la trasmissione dati in ambito locale e non in ambito nazionale. Una norma ¿ ha detto ¿ che gli operatori dell¿emittenza locale devono difendere. Con la tv digitale ¿ ha concluso Siliato ¿ ¿un canale televisivo può diventare tante cose: un canale per la protezione civile o una pay tv, magari solo la domenica pomeriggio per trasmettere le partite di calcio della squadra locale. Altrimenti si rischia la ripetizione di ciò che fanno già altri mezzi¿.
Il giro degli interventi è stato concluso da Francesco Vellucci, direttore del Centro per gli studi economici sulle comunicazioni e Stefano Sandroni, commercialista e revisore contabile, che ha trattato delle tipologie di finanziamento da parte del sistema bancario per l¿acquisto di impianti.
I lavori di mercoledì 29 sono stati conclusi da una tavola rotonda alla quale hanno partecipato l¿on Carlo Rognoni (DS); il segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi; il segretario confederale della Cisal, Ulderico Cancilla.
¿Sono contrario alla legge Gasparri ¿ ha esordito Carlo Rognoni ¿ e non credo nella data del 2006 per lo switch off. Il digitale c¿è e ci sarà ¿ ha affermato ¿ ma fra 10-15 anni¿. Rognoni ha poi criticato la norma della legge sul sistema radiotelevisivo che definisce ¿nazionale¿ qualunque emittente non sia locale, purché copra il 50,1% della popolazione. Critico anche nei confronti del Sic, il sistema integrato delle comunicazioni, riformato dalla Gasparri: ¿sarà uno dei problemi per cui la Corte Costituzionale dovrà intervenire¿, ha affermato Rognoni. Con il Sic, ha detto, la pubblicità di Mediaset e Sipra potrà crescere ancora, ¿mi chiedo: cosa resta agli altri?¿. Secondo Rognoni, la legge Gasparri usa il digitale terrestre per risolvere problemi di altro genere. ¿Credo che la Corte Costituzionale la boccerà¿, ha poi concluso.
Paolo Serventi Longhi ha esordito affermando di non voler fare un attacco violento alla legge, ma di esprimere alcuni dubbi. In primo luogo sui tempi dello switchoff, sui quali si sentono voci discordi. ¿Io credo ¿ ha affermato ¿ che la copertura del territorio non sia cosa semplice neanche per le emittenti nazionali, figurarsi per le locali¿. Serventi Longhi si è poi unito a chi esorta le emittenti locali a essere al tempo stesso fornitori di contenuti e operatori di rete: ¿Io sarei contento di questo ¿ ha detto ¿ darebbe lavoro a tanti giornalisti. Ma credo che il sistema, allo switchoff, non sarà in grado di competere con i più forti. Ho sentito dire ¿consorziatevi!¿, credo che sia l¿unica possibilità, perché i grandi operatori stanno comperando oggi le frequenze e hanno già raggiunto una copertura del 50% del territorio¿.
Tornando alla legge Gasparri, Serventi Longhi ha affermato che ¿questa legge rischia di svilire le potenzialità dell¿emittenza locale¿. ¿Non entusiasmatevi troppo ¿ ha poi concluso rivolto alla platea formata in gran parte da operatori del settore radiotelevisivo ¿ convincere 25 milioni di italiani a comperare decoder o televisori digitali: la vedo un po¿ grigia…¿.
Ulderico Cancilla ha criticato la legge Gasparri laddove prevede l¿innalzamento dei tetti pubblicitari per Rai e Mediaset e per il rischio di creare un monopolio dei mezzi di trasmissione. Inoltre, secondo Cancilla la legge non affronta aspetti importanti, come il canone e il modo in cui le piccole emittenti dovranno affrontare i costi della transizione. Piuttosto che favorire una contrapposizione interna tra forti emittenti nazionali e piccole realtà locali, sarebbe meglio che Rai e Mediaset si confrontassero con le realtà estere. ¿Come sindacalista – ha concluso Cancilla ¿ mi preoccupo di ciò che crea e mantiene l¿occupazione e credo che questo disegno di legge non crei né mantenga l¿occupazione¿.
Rapporto sulla Televisione Digitale Terrestre di key4biz.it