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Riccardo Ruggiero, amministratore delegato di Telecom Italia, sa bene cosa vuol dire essere l¿ultimo arrivato sul mercato. Prima di arrivare alla direzione della maggiore compagnia telefonica italiana Ruggiero era infatti alla guida di Infostrada, una delle start up del mercato acquisita nel 2001 dal gruppo Wind.
Così esordisce un articolo del New York Times (NYT) dedicato alla scalata dell¿ex monopolista delle tlc italiane al mercato della banda larga europea, aggiungendo che a due anni di distanza, Ruggiero fa la parte del ¿disturbatore¿ e cerca di mettere le mani sul mercato francese, dove Telecom Italia ha appena creato una propria filiale ¿ Telecom Italia Francia ¿ che venderà servizi Internet broadband e di telefonia fissa inizialmente a Parigi, Lione, Nizza e Marsiglia.
La creazione della divisione transalpina, è il secondo investimento europeo nel giro di tre mesi, dopo l¿acquisizione, per 250 milioni di euro, dell¿ISP tedesco Hansenet, un operatore broadband, dotato di una infrastruttura proprietaria, che opera nell¿area di Amburgo e che, con i suoi 80.000 clienti, rappresenta il secondo operatore di telecomunicazioni in quest”area dopo Deutsche Telekom.
L¿investimento rappresenta un cambio radicale di strategia e segue vendite di asset non strategici per 10 miliardi di euro negli ultimi due anni. Come molti altri operatori europei, Telecom Italia, aveva infatti abbandonato le proprie mire espansionistiche nel 2000, in seguito allo scoppio della bolla speculativa, per dedicarsi esclusivamente al mercato domestico.
Ora, con l¿inversione di tendenza registrata dalle telecom nell¿ultimo trimestre, la compagnia ha ripreso, lentamente, a guardarsi attorno. ¿¿bisogna sempre portarsi dietro le esperienze del passato ¿ dice Ruggiero al NYT ¿ Aver costruito e diretto Infostrada è una delle cose che mi fa credere che sappiamo cosa vuol dire cominciare un business da zero e farlo crescere in modo organico, come stiamo facendo in Francia¿.
Telecom Italia dovrà affittare spazio sulle linee telefoniche francesi, che è un po¿ trovarsi nella situazione delle start up italiane, che devono prendere in affitto le linee di proprietà dell¿incumbent.
Il gruppo si concentrerà sull¿accesso Internet a banda larga, ma anche sui tradizionali servizi vocali.
¿Non si può sperare in una significativa crescita a lungo termine se si sta ancorati al mercato domestico¿ dice ancora Ruggiero. ¿¿avendo sostanzialmente concluso la ristrutturazione finanziaria e la focalizzazione sul core business in netto anticipo rispetto ai principali operatori europei, il Gruppo ritiene (¿) sia il momento più opportuno per espandere la copertura dell¿offerta Broadband ad alcune selezionate città Europee a più alto potenziale di sviluppo. Il contesto internazionale esprime infatti oggi potenzialità diverse rispetto al passato; con la banda larga che risulta in forte crescita sia nell¿accesso sia nei servizi a valore aggiunto, e spazi competitivi che sono legati a innovazione dell¿offerta ed eccellenza nelle operations e nel servizio al cliente¿.
Secondo la società di ricerca Gartner, il numero delle connessioni a banda larga in Francia raddoppierà entro il 2005, a 5,7 milioni. Nello stesso tempo, per il mercato tedesco è prevista una crescita dell¿83%, mentre in Italia ¿ dove le linee complessive sono attualmente 1,4 milioni ¿ si potrebbe raggiungere quota 3 milioni. Circa il 90% di queste connessioni utilizzeranno l¿ADSL ¿ che sfrutta il doppino in rame delle tradizionali linee telefoniche ¿ e sarà questa la tecnologia che Telecom Italia adotterà in Francia e Germania.
L¿offerta broadband per il mercato francese si estenderà a nove città entro la fine del prossimo anno, portando la copertura totale ad un¿area che comprende un terzo della popolazione transalpina. Con la copertura delle prime quattro città, Telecom Italia coprirà circa il 15% della popolazione.
L¿intensa competizione sul mercato britannico e un accordo di non competizione in Spagna, spiegano il perché della scelta del gruppo di concentrare la propria espansione in Francia e Germania. L¿idea era in cantiere da più di un anno, ma ogni operazione è stata rimandata a dopo la conclusione del piano di ristrutturazione, che prevedeva l¿accorciamento della catena di controllo, portata a termine lo scorso agosto.
Oltre ai 250 milioni investiti per l¿acquisizione di Hansenet, il gruppo prevede spese per ulteriori 300 milioni di euro per l¿espansione nel mercato europeo della banda larga. Sebbene sia solo una piccola parte dei 15 miliardi di investimenti previsti da Telecom Italia fino al 2005, Ruggiero dice che la cifra è proporzionata alle attuali ambizioni del gruppo.
Secondo gli analisti, l¿iniziativa intrapresa da Telecom Italia è rischiosa, in quanto prevede l¿entrata in mercati caratterizzati dalla presenza di forti carrier alternativi. Quello che in parte mitiga il rischio ¿ dice Oriana Cardani, di Rasfin ¿ è che ¿¿gli investimenti sono relativamente limitati¿.
Resta il fatto che l¿operatore italiano è il primo ex monopolista a ingaggiare investimenti di larga scala nel broadband al di fuori del mercato domestico e questo rappresenterà un sicuro vantaggio nei confronti dei diretti rivali, in particolare France Télécom e Deutsche Telekom.
¿E¿ difficile essere i primi a muoversi, ma l¿intraprendenza da anche un importante vantaggio in termini di business ¿ conclude Ruggiero -¿tutti ti guardano e dicono che non esistono punti di riferimento. Ed è vero. Questo rende le cose più stimolanti ¿ non più difficili, semplicemente più stimolanti¿.