Europa
Alla fine Bruxelles si è decisa e, dopo mesi di dubbi, ha formalizzato una ¿procedura di infrazione¿ sulla legittimità dei minispot che interrompono la trasmissione televisiva delle partite di calcio.
Lo confermano fonti ufficiali della Commissione europea. La Commissaria europea alla Cultura Viviane Reding, responsabile del dossier, ha inviato all”Italia una ¿lettera di messa in mora¿, nella quale ripropone la propria interpretazione della direttiva comunitaria ¿Televisione senza frontiere¿, in particolare l”articolo 11 che riguarda proprio le interruzioni pubblicitarie.
La Commissione lo aveva preannunciato già lo scorso 10 gennaio, ora ribadisce che le partite di calcio possano essere interrotte solo durante le cosiddette ¿pause naturali¿, come quelle tra primo e secondo tempo e al massimo ogni 20 minuti. Sicuramente non con la frequenza delle tv italiane; a Bruxelles hanno calcolato che i minispot interrompano la visione anche ¿10 o 20 volte¿ a partita. Sta di fatto, comunque, che la Reding ritiene che l”applicazione italiana della normativa europea ¿non è corretta¿.
Il governo italiano ha ora due mesi di tempo per ribattere alle accuse che la Commissaria Viviane Reding ha condensato in una lettera di 6 pagine. La procedura di infrazione europea, dopo la ¿lettera di messa in mora¿, può arrivare anche all”imposizione di sanzioni, qualora lo Stato membro non si adegui alle direttive europee e venga condannato due volte dalla Corte di Giustizia dell”Ue.
Il portavoce della Reding non ha voluto fornito dettagli sul contenuto della lettera, ma ha comunque sottolineato che quella della messa in mora è una ¿procedura del tutto normale¿, tanto che ve ne sono ¿centinaia¿ tra Bruxelles e gli Stati membri, praticamente ogni volta che un commissario europeo ha il dubbio che le legislazioni nazionali non rispettino i dettami delle direttive europee.
Come già accennato, i dubbi della Commissione sui minispot pubblicitari mandati in onda dalle tv italiane durante la trasmissione delle partite di calcio risalgono allo scorso gennaio. ¿L”Italia ¿ si faceva notare allora – ha un”interpretazione differente della direttiva e considera naturali anche le interruzioni create da un giocatore che rimane a terra dopo un fallo o prima di un corner¿, cosa non corretta secondo Bruxelles. Una interpretazione tutta italiana, insomma, dal momento che ¿ facevano notare dalla Commissione – la maggior parte degli Stati membri e la stessa Commissione considera ¿naturale¿, nel calcio, ¿solo la pausa tra il primo e il secondo tempo¿. Della questione aveva riferito all¿epoca il presidente dell”Autorità per le Comunicazioni Enzo Cheli, dichiarando che la Commissione aveva scritto una lettera con richieste di chiarimenti al governo italiano.