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Sprint, 13 Stati Usa e alcuni gruppi di società hanno presentato una serie di obiezioni al piano di riorganizzazione di MCI (ex WorldCom) che dovrebbe consentire all¿azienda di uscire dalla bancarotta entro la fine dell¿autunno.
Molte delle obiezioni sollevate da Sprint e dagli altri, tra cui il Controllore del Fisco dello Stato di New York ¿ che amministra i fondi pensione statali –
riguardano lo stato di priorità dato alle varie classi di creditori. Il piano dei 100 giorni, varato dal presidente Michael Capellas all¿inizio del suo mandato, insomma sarebbe elaborato in modo tale da avvantaggiare i creditori della capogruppo a discapito degli obbligazionisti MCI.
Secondo il piano, approvato dal giudice fallimentare del Distretto di New York e inviato a tutti i creditori, questi ultimi riceveranno – in relazione alla classe di appartenenza – contanti, nuovo debito, un mix di contanti e azioni o un mix di azioni e debito. Solo che, secondo i querelanti, la ristrutturazione andrà avvantaggerà i creditori della capogruppo a discapito degli obbligazionisti MCI.
Nello specifico, gli obbligazionisti senior (che vantano cioè un debito garantito) di WorldCom e i creditori commerciali di MCI e WorldCom riceveranno il 35,9% di quanto gli spetta, mentre gli obbligazionisti senior di MCI saranno soddisfatti per l”80%.
Gli obbligazionisti commerciali di Intermedia (società provider di sistemi tlc acquistata nel 2000 per 3 miliardi di dollari) riceveranno l”83,2%, mentre i senior della controllata prenderanno il 93,5%.
Gli obbligazionisti junior (quelli che possiedono un debito subordinato al pagamento del senior) di WorldCom e MCI, infine, che non riceveranno nulla, mentre gli junior di Intermedia saranno soddisfatti al 46,4%.
Si fa più difficile, dunque, il cammino del colosso delle telecomunicazioni Usa verso l¿uscita dalla bancarotta, proprio in momento in cui si discute molto del rapporto tra etica e impresa, alla luce dei numerosi scandali che hanno fatto tremare il mondo della finanza americana.
Il giudice fallimentare che si occupa del caso ha altresì ordinato alla compagnia telefonica ¿ che ha fatto ricorso al Chapter 11 nel luglio dello scorso anno ¿ di fornire alle autorità i documenti richiesti dallo Stato del Massachusetts che vuole controllare i libri contabili per verificare che l¿azienda abbia pagato il giusto ammontare di tasse. Secondo le autorità, infatti, Worldcom e le sue sussidiarie avrebbero evaso tasse per 19 miliardi di dollari.
Nel luglio di quest¿anno, poi, AT&T ha accusato l¿azienda di aver preso accordi con compagnie telefoniche minori per reinstradare sulle loro linee le telefonate long distance in modo da non dover pagare le relative commissioni a società come AT&T, Verizon e SBC.
Allo stesso tempo, la SEC (l¿organo di controllo della Borsa americana) ha comminato a WorldCom (che nel frattempo aveva già ripreso il nome di MCI) una multa di 750 milioni di dollari da versare ai propri azionisti. Due settimane prima l¿azienda aveva accettato di pagare a Verizon 60 milioni di dollari per regolare una disputa riguardante proprio i diritti di accesso alle reti concorrenti.
WorldCom ha richiesto la protezione della legge fallimentare americana, crollata sotto il peso di debiti per 41 miliardi di dollari e di frodi contabili per 11 miliardi. (a.t.)