Europa
I dirigenti dei maggiori operatori telefonici europei, riunitisi ieri a Bruxelles, hanno chiesto alla Commissione Ue di alleggerire i vincoli legati alle licenze per la telefonia mbile di terza generazione (UMTS). Lo rende noto il Financial Times (FT).
In particolare, Deutsche Telekom, France Telecom, BT Group, Ericsson e Philips hanno chiesto all¿Unione europea di ¿¿rivedere gli obblighi delle licenze, poiché ritardi di varia natura hanno reso le condizioni iniziali troppo impegnative e irrealistiche su alcuni mercati¿.
Secondo il FT, il settore delle telecomunicazioni mobili ha bisogno di consolidamento in molti paesi europei. Consolidamento realizzabile attraverso lo scambio di risorse, clienti, siti e frequenze tra gli operatori.
Per aggiudicarsi le aste per le licenze UMTS (o 3G), le società telefoniche europee si sono impegnate per importi elevatissimi, stimati intorno ai 110 miliardi di euro, dovendo pagare, innanzitutto, somme considerevoli ai governi nazionali per l”assegnazione delle frequenze. A questo primo, ingente, esborso vanno ad aggiungersi le spese ¿ circa 105 miliardi di euro – sostenute per predisporre le infrastrutture necessarie alla nuova generazione di telefonini multimediali.
Di questa cifra, secondo FT,
Per molti operatori tradizionali, le spese affrontate e l¿attuale incertezza del mercato stanno costituendo un problema che rischia di logorare alla radice la loro stabilità. Molti di loro, infatti, hanno speso vere e proprie fortune, senza poter poi lanciare alcun servizio, a causa dei ritardi accumulati sia nella costruzione delle infrastrutture che nella consegna dei telefonini capaci di supportare le funzionalità multimediali.
In Italia, il governo ha allungato la durata delle licenze da 15 a 20 anni e la decisone ha costituito certamente un vantaggio per gli operatori che potranno contare ogni anno su una riduzione degli ammortamenti nei bilanci pari a 46 milioni di euro.
Nel luglio scorso l¿Antitrust europeo ¿ avallando quanto già deciso da Germania e Gran Bretagna – ha dato l”assenso alla condivisione delle reti UMTS di primo e secondo livello, ritenendo che non sia un pericolo per la concorrenza sul mercato.
La Commissione ha inoltre deciso di dare agli operatori europei la possibilità di siglare accordi per il roaming 3G, in modo da garantire agli utenti una maggiore copertura e un più rapido sviluppo dei servizi di terza generazione.