Tunisi: un congresso internazionale di ingegneri si è interrogato sul digital divide e sul ruolo delle istituzioni

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La Federazione mondiale delle organizzazioni degli ingegneri (FMOI), si &#232 incontrata dal 14 al 16 ottobre a Tunisi per discutere di digital divide, termine tecnico utilizzato in riferimento alle disuguaglianze nell¿accesso e nell¿utilizzo delle tecnologie della cosiddetta ¿societ&#224 dell¿informazione¿.

Questo appuntamento ha avuto come obiettivo la mobilitazione della categoria in vista del Summit mondiale sulla societ&#224 dell”informazione (SMSI), la cui prima parte avr&#224 luogo nel dicembre prossimo a Ginevra, e la secondo a Tunisi, nel 2005.

Nella dichiarazione adottata ieri 16 ottobre, circa 2 migliaia di ingegneri hanno raccomandato la ¿solidariet&#224¿ e proposto l¿uso del Fondo mondiale di solidariet&#224 – creato a dicembre 2002 dall¿Assemblea generale dell¿Onu ¿ per ridurre il divario industriale esistente tra Pesi industrializzati e Paesi poveri.

Gli ingegneri hanno messo in evidenza l¿importante contributo dell¿Onu nel superare questo divario tecnologico, ¿sinonimo di emarginazione e di esclusione¿, ma sottolineato come sia anche necessario in questo contesto il ruolo che devono avere i governi locali e le istituzioni in genere.

Essi hanno evidenziato anche il compito fondamentale della ricerca nel trovare delle soluzioni ai problemi posti dalla nuova societ&#224 dell¿informazione, che deve ¿essere aperta e favorire l¿integrazione degli individui, la diffusione del sapere, la divisione delle informazioni e la diversit&#224 culturale e linguistica¿.

Nel documento si sottolinea infine l¿opportunit&#224 del prossimo Summit mondiale sulla societ&#224 dell¿informazione (SMSI) per proporre delle soluzioni alle sfide poste dalla ¿frattura digitale¿.

Il Summit sulla societ&#224 dell”informazione si porr&#224, infatti, come obiettivo di colmare la frattura digitale tra i Paesi ricchi e i Paesi poveri del mondo.

E dovr&#224 adottare una dichiarazione di principio che determiner&#224 la futura politica degli Stati nei confronti del Web.

Digital divide &#232 un termine molto complesso che in realt&#224 comprende anche problematiche che coinvolgono tutti gli aspetti della vita di una comunit&#224: economici, culturali, sociali.

In effetti, l¿accesso e l¿utilizzo delle tecnologie dell¿informazione e della comunicazione rappresentano nel nostro mondo un pre-requisito per lo sviluppo economico e sociale.

La diffusione delle tecnologie dell¿informazione presuppone da una parte grandi investimenti economici, dall¿altra la presenza di infrastrutture e servizi, ma che spesso mancano in molti Paesi, soprattutto al Sud del mondo.

Le maggiori difficolt&#224 per la diffusione della ICT sono date dalla carenza delle infrastrutture per le telecomunicazioni e dai costi elevati di utilizzo delle linee telefoniche, dalla scarsa presenza di computer e attivit&#224 di alfabetizzazione relative al loro utilizzo, dalla diffusione geografica delle connessioni, che &#232 concentrata nelle grandi citt&#224 o esclusivamente nelle capitali, mentre &#232 totalmente assente nelle zone rurali, nelle quali vive invece la maggior parte della popolazione.

Lo sviluppo delle tecnologie dell¿informazione potrebbe aprire nuove strade per la diffusione e la socializzazione di servizi anche primari: &#232 il caso della ¿telemedicina¿ che consentirebbe ad abitanti anche di luoghi isolati e irraggiungibili di avere, ad esempio, diagnosi on-line o la possibilit&#224 di ottenere analisi mediche senza necessariamente dover accedere ¿fisicamente¿ ad un centro specializzato.

Anche nel campo dell¿educazione e della formazione si aprono strade tutte nuove che potrebbero fornire un accesso pi&#249 ampio dell¿attuale all¿istruzione anche di base. Lo sviluppo economico potrebbe essere agevolato dalla messa in collegamento di realt&#224 locali con il mercato globale che le nuove tecnologie favoriscono e promuovono.

E” nel gennaio del 2000 che il gap digitale, &#232 cessato di essere un problema esclusivamente statunitense per diventare un problema dell”intero pianeta.

A Davos durante l”incontro annuale del World Economic Forum, sono stati numerosi gli interventi che hanno segnalato l”esistenza di una disparit&#224 nella diffusione delle ICT e la necessit&#224 di provare a superare questo divario. E”indubbiamente preoccupante che a porre il problema in maniera pi&#249 pressante sono stati i leader di alcune grandi multinazionali fra cui Bill Gates e Carly Fiorina. In ogni caso, a Davos &#232 stata creata la prima Task Force nell”ambito dell”iniziativa del WEF “Global Digital Divide Iniziative“.

Il rapporto di questa Task Force &#232 stato presentato al Vertice del G8 di Okinawa: “From the Global Digital Divide to the Global Digital Opportunity” (http://www.digital-divide.it/pdf/wef2000.pdf)

In apertura del Congresso, il Primo ministro tunisino Mohamed Ghannouchi ha sottolineato che il 91% degli utenti Internet si trova nei Pesi ricchi (il 19% della popolazione mondiale), mentre l¿Africa copre soli l¿1% degli internauti per un numero di abitanti che supera il 13% della popolazione mondiale.

Ha fatto, poi, appello a tutti i Paesi perch&#233 collaborino nella riduzione del digital divide e di quanto questo sia importante per lo sviluppo economico e socio-culturale dei popoli.

Dichiarando che ¿Colmare il divario digitale a livello mondiale &#232 una condizione indispensabile per lo sviluppo (¿) tra popoli e nazioni e di dialogo tra culture e civilizzazioni¿.

Polemica nei confronti delle Autorit&#224 tunisine, Reporters sans fronti&#232res, che si &#232 detta indignata indigna per la scelta di tenere proprio in Tunisia la seconda parte del Summit sulla societ&#224 dell¿informazione.

L”organizzazione internazionale per la difesa della libert&#224 di stampa ricorda che proprio questo Paese continua a tenere prigioniero nelle sue carceri il cyberdissidente Zouhair Yahaoui, fondatore del magazine online TUNeZINE.

¿Il Summit mondiale sulla societ&#224 dell”informazione &#232 un avvenimento di fondamentale importanza per lo sviluppo di Internet. Gli Stati membri organizzatori di questo vertice devono mobilitarsi per impedire che l”avvenire della Rete sia dettato proprio dai Paesi pi&#249 repressivi nei confronti della libert&#224 di espressione¿, ha dichiarato Robert M&#233nard, segretario generale di Reporters sans fronti&#232res, facendo riferimento al Summit che si terr&#224 a Tunisi nel 2005.

La Carta di Okinawa sulla Societ&#224 dell”Informazione globale


Il Rapporto dell”Assemblea del Millennio delle Nazioni Unite

Il documento completo del Vertice G8 di Genova 2001

Raffaella Natale

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