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L¿industria del wireless si affaccia ad un decennio di profondi cambiamenti e innovazioni, in cui tutti i protagonisti sperano di vincere la scommessa dell¿investimento migliore sul lungo periodo. La posta in gioco è enorme: conquistare un pubblico, quello europeo, ancora riluttante ad adottare le nuove tecnologie a causa di un mix di fattori a cui l¿industria deve ancora rispondere in modo adeguato.
All¿ITU Telecom World di Ginevra i grandi attori del mercato si confrontano su questo delicatissimo tema, che fa emergere tensioni e convinzioni di chi ha investito tanto e ora trema perché nel futuro non trova (quasi) nessuna certezza.
Il futuro della telefonia mobile, insomma, sarà 3G o i-mode? Ma soprattutto, i sostenitori della terza generazione sapranno affrontare la sfida col consolidato modello giapponese che ha conquistato in breve tempo il pubblico nipponico e da quest¿anno è sbarcato con successo anche in Europa?
Arun Sarin, numero uno di Vodafone, crede che il 3G sarà il catalizzatore di un¿infinità di nuovi servizi, grazie all¿aumento delle capacità vocali e della velocità di trasmissione dei dati. E su questo non ci piove. Il futuro del 3G a sua volta, dovrà concentrarsi su tre segmenti: voce, IT e ¿infotainment¿.
Già, i famosi contenuti. Secondo uno studio IDC appena pubblicato, entro il 2007 verranno consegnati 298 milioni di videofonini , contro i 19 milioni del 2002. Ma per il successo di qualsiasi iniziativa sarà cruciale la soddisfazione del pubblico. Il 44% degli intervistati da IDC conta infatti di acquistare un telefonino con videocamera entro i prossimi sei mesi e sarebbe disposto a pagare fino a 21 dollari al mese per poter ricevere e inviare immagini. Attualmente, però, un terzo degli utenti smette di usare questo tipo di servizi pochi mesi dopo aver comperato l¿apparecchio, perché scontento dei prezzi applicati, del funzionamento dei telefonini e dei contenuti, pressoché inesistenti.
L¿esperienza di Hutchison Whampoa ¿ che per prima ha lanciato i servizi 3G in Europa col marchio 3 ¿ insegna del resto che il pubblico non perdona: il Gruppo di Hong Kong sperava di conquistare, ad un anno dal lancio in Italia e Gran Bretagna, un milione di clienti. Secondo le ultime cifre, il numero di nuovi abbonati è desolatamente fermo a quota 520.000. E per attirare nuovi utenti, H3G le ha provate tutte, dal drastico taglio delle tariffe alla rottamazione del vecchio cellulare, al telefonino in regalo.
Secondo il presidente della Giapponese NTT DoCoMo, Keiji Tachikawa ¿ che per primo ha lanciato l¿i-mode nel 1999 ¿ la video telefonia è stata il sogno realizzato di molti operatori, ma la tecnologia non ha proprio fatto impazzire il pubblico. Certo, piace agli innamorati o ai nonni che vogliono avere un contatto con i nipotini, ma perché diventi un vero e proprio business, le aziende dovranno puntare sulla clientela business e spingere sulle video conferenze. Nondimeno Tachikawa ammette l¿importanza dei contenuti perché, dice, ¿¿una recente ricerca di DoCoMo ha dimostrato che il 30% delle persone ottengono le informazioni da mezzi audio, il restante 70% le ottiene in modo visuale¿.
E l¿i-mode, che sta per entrare in Europa in modo sempre più massiccio, pare sia più adatto a soddisfare le esigenze del pubblico in fatto di infotainment: la tecnologia utilizza infatti il linguaggio Compact Html (CHTML), una versione adattata ai telefonini del linguaggio delle pagine web. Inoltre, ai nuovi player si va ad aggiungere un ricco bagaglio costituito da tutti i fornitori degli operatori partner di NTT nel resto d”Europa, che tra loro hanno costituito una vera e propria alleanza (i-mode alliance).
Il modello lanciato da DoCoMo, prevede infatti un maggiore coinvolgimento dei fornitori di contenuti, legati agli operatori da contratto di tipo win-win grazie ai quali i content provider intascano fino al 91% del costo dell¿abbonamento. In principio, i contenuti si limitavano a servizi di personalizzazione quali loghi e suonerie, ma attualmente essi spaziano in contesti più ampi: dai giochi Java all¿intrattenimento per adulti; dall¿interazione con la TV alla fruizione di musica, video e sport; dalle eMail alle transazioni bancarie, finanziarie e commerciali, dai dizionari alle più diverse guide e informazioni. In seguito a questa strategia, ha detto ancora Tachikawa, l¿i-mode vanta già 8,5 milioni di utenti nipponici, più un milione gli utenti al di fuori del Giappone.
Il colosso, secondo quanto trapelato a Ginevra, sarebbe inoltre alla ricerca di nuovi partner per portare l¿i-mode anche in Gran Bretagna.
NTT controlla il 20% di Hutchison Whampoa ma il colosso di Li Ka-Shing si sarebbe dimostrato riluttante a investire nella tecnologia e così il presidente ha riferito che il gruppo ha avviato trattative con altri operatori in vista del lancio del servizio nel Regno Unito.
In Italia l¿i-mode sarà lanciato entro Natale da Wind che ha ottenuto la licenza d¿uso per i prossimi quattro anni. Nel resto d¿Europa, l¿i-mode è disponibile per i clienti di KPN in Germania, Olanda e Belgio, per quelli di Bouygues in Francia e per quelli di Telefonica in Spagna.
Insomma, pare proprio che la grande incognita del futuro del wireless sia il pubblico e la sua fiducia. Chi riuscirà a conquistarla potrà dire di aver concluso metà del lavoro.