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L¿Europa ha fatto scuola in fatto di lotta allo spam. Un gruppo trasversale di parlamentari Usa ¿ l¿All Party Internet Group (APIG) – ha infatti invitato i legislatori a seguire l¿esempio dell¿Unione europea, i cui Stati membri dal 31 ottobre prossimo dovranno ¿adottare misure appropriate per garantire che i messaggi non sollecitati a scopo di commercializzazione diretta non siano permessi se manca il consenso degli abbonati¿ e ne vieta l”invio ¿camuffando o celando l”identità del mittente¿.
La metà dei messaggi di posta elettronica ricevuti dagli utenti, sono mail spazzatura (junk mail), che sollecitano la vendita di servizi o prodotti spesso legati all¿industria pornografica.
Di fronte al dilagare del fenomeno, sempre più invadente l¿APIG raccomanda al Congresso di adottare una legge anti-spam modellata sulla linea della direttiva 2002/58/CE relativa al trattamento dei dati personali e alla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche.
Fondamentale per il gruppo di parlamentari, la collaborazione tra Europa e Usa nella lotta alle sempre più numerose aziende che infestano le caselle mondiali con messaggi pubblicitari inviati a un pubblico non bene identificato, in cui non c”è un interesse potenziale ai contenuti del messaggio. Soltanto agendo congiuntamente, infatti, le cosiddette società di Direct Marketing potranno essere messe fuori legge.
Ma la questione è molto delicata: l¿Unione europea ha scelto la linea ¿opt-in¿, che sta ad indicare che il destinatario delle comunicazioni abbia espresso esplicitamente il consenso a riceverle. Questo sistema non esclude comunque la possibilità per il destinatario di poter richiedere la cancellazione dal servizio. In definitiva, in Europa, tutte le eMail inviate senza il consenso del destinatario sono da considerarsi spam.
Negli Usa, invece, si è più propensi verso l¿opt-out, termine con cui si indica la possibilità per le aziende di inviare informazioni senza l”esplicito consenso del destinatario, dando la possibilità a quest”ultimo di richiedere la cancellazione del suo indirizzo dall”elenco e di non essere disturbato ulteriormente. Tra i sostenitori di questo sistema, le società che operano nel Direct Marketing: il loro punto di vista e” che l”invio di comunicazioni commerciali e” una funzione legittima da differenziare nettamente con le attività di spamming.
L¿Italia è stata tra i primi Paesi europei ad adottare, a settembre, le direttive europee in fatto di protezione dei dati personali nell¿ambito delle comunicazioni elettroniche. Il Garante per la privacy ha stabilito che l¿invio sistematico e a scopi di profitto di eMail non autorizzato può essere denunciato all¿autorità giudiziaria. Sono previste varie sanzioni ¿ multe fino a 90mila euro – e, nei casi più gravi, la reclusione da sei mesi a tre anni.
Gli analisti, hanno però avuto da ridire sulla validità dei provvedimenti adottati, contestando il fatto che la maggior parte delle aziende di telemarketing hanno sede negli Usa, in Asia e nei Carabi. ¿Che succede se lo spammer ha sede nelle isole Cayman, chi si andrà a perseguire¿lì non hanno alcuna legge¿, dice Alyn Hockey di ClearSwift, società britannica specializzata in software anti-spam. In particolare, ha attratto forti critiche la legislazione britannica, che prevede multe troppo leggere ¿ fino a 5.000£ – e non offre alcuna protezione per le aziende.
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