Italia
Prospettive a breve-medio termine
Alla luce di quanto sopra esposto, sono state definite alcune ipotesi di scenario relativamente all¿applicazione dell¿eLearning nelle Pubbliche Amministrazioni.
Seppur in modo approssimativo, la proiezione offre l¿idea di quanto il settore pubblico possa essere determinante nella promozione del settore eLearning. Delle previsioni effettuate, è interessante soprattutto rilevare il numero di ore di formazione che potrebbero essere fruite in tale modalità, ed il numero di persone da formare. Nel primo caso si tratterebbe di passare dalle 106 mila ore del 2002 a quasi 5 milioni nel 2004, per arrivare a quasi 10 milioni di ore nel 2007. Il numero delle persone così formate oscillerebbe dalle 120 mila del 2004 alle 240 del 2007. Se si conferma il trend in termini di personalizzazione dei percorsi formativi per ogni PA ¿ e soprattutto per quelle locali ¿ una buona parte di queste ore dovrebbero essere progettati ¿ad hoc¿, in linea quindi con le indicazioni del mercato privato.
Il dato sulla spesa globalmente attribuibile all¿eLearning è in realtà del tutto indicativo: esso vorrebbe dare il senso di quale percentuale delle risorse attuali ¿ rebus sic stantibus – potrebbero essere indirizzate sulla formazione a distanza: potenzialmente, si parla di una quota oscillante tra i 57 e i 115 milioni di euro.
Le figure professionali
La fase embrionale di un mercato implica sempre difficoltà nell¿identificazione dei ruoli e delle figure professionali chiave per il sostentamento e lo sviluppo del mercato stesso.
In tale contesto sono da segnalare le sollecitazioni alimentate dall¿offerta di interventi formativi sia da parte di università che di altre istituzioni preposte all¿educazione e alla riqualificazione (agenzie formative, corporate university). I syllabus di questi percorsi – attualmente in crescita sostenuta – unitamente all¿analisi dei corsi a distanza esistenti e alle previsioni sull¿offerta e la domanda future, hanno determinato, in sede di osservatorio, la riflessione sulle seguenti direttrici:
- la comprensione dei ruoli di processo idealmente necessari in un processo formativo completo
- la comprensione delle figure professionali emergenti, ovvero più difficilmente mutuabili da mercati attigui e, pertanto, da identificare e formare
- il corretto dimensionamento delle figure professionali necessarie, mediante stime via via più raffinate
- la valutazione dell¿attuale inquadramento di tale figure e l¿auspicabilità che per esse vengano istituiti dei percorsi di carriera (soprattutto in seno al mondo dell¿istruzione)
Conclusioni
Come avviene sempre nella fase di maturità, il mercato sta già attivando processi di selezione naturale che porteranno al predominio degli eLearning global service provider e delle società di formazione.
Le piccole realtà dovranno integrarsi per riuscire a competere con le più grandi. In un tale scenario anche le università italiane, così come è avvenuto negli Stati Uniti, in Australia e in Inghilterra, potranno diventare attori importanti nella vendita di formazione a distanza, potendo contare più di altri nella facilità di reperimento dei contenuti e nella ampia disponibilità di docenti. Per perseguire questo obiettivo gli atenei italiani si stanno giustamente orientando verso un maggior legame e una maggiore collaborazione con il mondo industriale. Una strategia già adottata dal Politecnico di Milano nel caso del Corso di Laurea online in Ingegneria Informatica, offerta in collaborazione con Somedia, e dal Master in Net Business Adimistration, prodotto in partnership con Sfera. Tra le università intervistate il 50% dichiara di fare eLearning quando invece fa solo e-reading. Sono solo 9 le università italiane che fanno effettivamente eLearning. Il motivo di questo ritardo è sicuramente da imputare alla diffidenza dei docenti, all¿aumento del carico di lavoro non bilanciato da un proporzionale riconoscimento di carriera e, soprattutto, dall¿assenza di una strategia di ateneo.
Fondamentale è, e sarà sempre più, il ruolo delle Istituzioni sia in termini legislativi che di finanziamento. L¿eLearning infatti rappresenta uno strumento che consente di attuare politiche del lavoro anche a livello centrale e quindi rappresenta un investimento di interesse pubblico. Il Governo italiano, rispondendo in tal senso alle indicazioni dei programmi comunitari, sta finanziando molti progetti legati alla diffusione della conoscenza tramite la rete, sia in ambito privato che in ambito pubblico.
Il Ministro per l¿Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca ha indicato un obiettivo decisamente ambizioso: erogare in eLearning il 30% di tutta la formazione della PA entro la fine del 2004, quando nel 2002 l¿indice di penetrazione era appena dell¿1%. Anche il dipartimento della Funzione Pubblica si sta muovendo in tal senso. Ha infatti varato già dal 2000 il Progetto di alfabetizzazione informatica in alcune aree pilota, che gradualmente coinvolgerà oltre un milione di dipendenti pubblici.
D¿altra parte proprio sulla massima attenzione ai temi legati alle nuove tecnologie si sta aprendo il nostro semestre di presidenza europea, nel segno della continuità rispetto al piano d¿azione denominato ¿E-Europe 2005¿ presentato a Siviglia lo scorso giugno su: eGovernment, eHealth, eBusiness e appunto eLearning.
Da un punto di vista normativo un passo importante è stato rappresentato dalla Direttiva Frattini sulla formazione delle Pubbliche Amministrazioni e ora dal più recente decreto Moratti-Stanca che stabilisce i criteri didattici e tecnologici per ottenere l¿accreditamento delle lauree a distanza. A partire dal maggio del 2002 si è poi costituito il Comitato che avrà il compito di delineare le linee guida attorno alle quali si svilupperà la tanto attesa Direttiva sull¿eLearning per la PA.
A livello tecnologico il futuro della formazione a distanza è strettamente connesso all¿avvento della banda larga e ai primi test di mobileLearning.
Le infrastrutture tecnologiche ad alta velocità saranno in grado di agevolare sempre più il trasferimento di contenuti e informazioni. Si calcola infatti che la percentuale di aziende con una connessione a banda larga passeranno in due anni dal 15% al 45%. Sarà però fondamentale dotarsi di uno standard di comunicazione comune in grado di far dialogare tra loro i diversi sistemi di eLearning.
Possiamo concludere dicendo che più che una rivoluzione tecnologica, si sta realizzando una rivoluzione sociale che cambierà il nostro modo di apprendere e di lavorare con inevitabili ripercussioni sulla struttura stessa dell¿organizzazione del lavoro. Come tutti i cambiamenti culturali questo percorso non sarà facile né indolore e richiederà tempi lunghi per essere metabolizzato ed entrare a far parte delle nostre abitudini di vita ma, stando ai risultati del nostro osservatorio, sicuramente la strada è stata intrapresa e il volano dello sviluppo ormai è decollato ad alta velocità.
eLearning 2003. Il Rapporto dell¿Osservatorio Anee (I PARTE)
eLearning 2003. Il Rapporto dell¿Osservatorio Anee (II PARTE)
eLearning 2003. Il Rapporto dell¿Osservatorio Anee (III PARTE)