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Dalla Società dell¿Informazione alla Società della Formazione. Intervista a Luigi Gambardella

Europa



Intervista a Luigi Gambardella, presidente PUNTOIT

Bocconiano di ferro, membro dei Board dell¿European InternetFoundation e del European Telecom Networks Operators, da 3 anni a Bruxelles come responsabile dei rapporti con l¿Unione europea per conto di una grande impresa italiana ed esperto designato da Confindustria al Business& Industry Advisory Committee presso l”OCSE, come presidente di Puntoit Luigi Gambardella &#232 da anni impegnato nel dibattito internazionale sulla diffusione della Societ&#224 dell¿Informazione.

A lui abbiamo voluto porre alcune domande sull¿universit&#224 a distanza, la formazione, l¿investimento in sapere. Ne &#232 venuto fuori un quadro di una certa suggestione che vi proponiano.

D. Presidente Gambardella, quanto pesa oggi la formazione, anzi il saper fare, nella societ&#224?

R. Meno del 10% degli europei in et&#224 lavorativa risultano abitualmente sottoposti ad una qualche attivit&#224 di formazione. E¿ una percentuale molto bassa e se non correremo ai ripari sar&#224 difficile per noi tutti partecipare attivamente ad un¿economia internazionale ed a societ&#224 in cui la conoscenza e le competenze acquisite diventano rapidamente obsolete. Un antico detto cinese dice ¿Se vuoi pianificare per un anno pianta grano, se guardi a una decade pianta degli alberi, se vuoi programmare una vita allora forma ed educa la gente.¿

D. Sembra di intravedere uno scenario ¿non molto positivo¿.. …ma vi saranno pure vie d¿uscita..o no?

R. Vi sono sempre vie d¿uscita. Bisogna per&#242 saperle leggere. Uno dei cambiamenti pi&#249 interessanti dell¿ economia mondiale negli ultimi anni riguarda proprio l¿aumento della domanda di ¿educazione¿ e di ¿training¿ come risposta necessaria alle richieste sempre pi&#249 complesse di una societ&#224 e di un¿economia basate sulla conoscenza. E la risposta &#232 l¿eLearning ovvero la possibilit&#224 di poter diffondere conoscenza e saperi anche a grandi distanze con costi di diffusione irrisori e con la possibilit&#224 di offrire tutti i contenuti di conoscenza di cui l¿umanit&#224 dispone.

In tale contesto lo sviluppo dell¿eLearning deve tenere per&#242 bene in conto la crescente integrazione dei media e della convergenza di tecnologie differenti. Questi fattori impongono una riflessione urgente sulle metodologie legate all¿apprendimento e pi&#249 in generale sul sapere nelle imprese.

D. Se domanda ed offerta di formazione/contenuti si incontrano, dovr&#224 allora determinarsi una flessibile catena del valore.

R. Vi sono diversi attori coinvolti nel processo di ridefinizione dei meccanismi di apprendimento e nella nascita di un ¿nuovo modello¿ di universit&#224. Ciascuno di questi attori (universit&#224, settore pubblico, industria ICT, utenti ecc.) deve a sua volta essere in grado di sviluppare metodi e conoscenze, ovvero nuove competenze, per trarre i numerosi benefici che la formazione e l¿istruzione a distanza, attraverso le nuove tecnologie della comunicazione, possono offrire.

L¿eLearning e l¿Universit&#224 a distanza, aprono la strada a modi diversi di insegnare e di studiare e creano uno scenario in cui &#232 necessario procedere ad un ripensamento degli assetti organizzativi, della fruizione delle tecnologie e della modalit&#224 di offerta della formazione superiore o, come si usa dire oggi, dell¿Alta Formazione.

L¿Universit&#224 a distanza non deve essere pensata come semplice polverizzazione dei luoghi dell¿apprendimento. L¿importanza storica della formazione universitaria deve adattarsi all¿evoluzione continua delle tecnologie dell¿informazione, cosi da poter sostenere lo sviluppo di una societ&#224 della formazione.

Ecco, ci&#242 che occorre &#232 l¿offerta di nuovi contenuti insieme a una formazione che offra valore aggiunto all¿utenza.

D. In teoria sembra tutto molto affascinante, ma quali saranno gli attori di un cambiamento strutturale di questo tipo?

R. Dobbiamo immaginare un futuro dell¿apprendimento in cui non ci saranno pi&#249 gerarchie fra insegnanti e studenti, ma piuttosto scambi bi-direzionali fra persone pi&#249 carismatiche e persone dotate di leadership. Qui non devono esserci equivoci. Il focus non &#232 sui computer. Non pu&#242 esistere un insegnamento efficace senza la presenza umana. La telepresenza non &#232 sufficiente. Occorre e sar&#224 insostituibile una presenza umana qualificata e flessibile. Il ruolo guida dell¿insegnante continuer&#224 ad esistere. Certo la sua relazione tradizionale con gli studenti &#232 destinata irrimediabilmente a cambiare. Il modello operativo non sar&#224 pi&#249 quello di ¿impartire¿ delle nozioni al proprio gruppo di discenti, bens&#236 quello di ¿guidare¿ un gruppo di discenti lungo un nuovo percorso di apprendimento.

L¿ eLearning, in tal modo, si configura come una forma di interconnessione fra pi&#249 persone, le cui abilit&#224 sono moltiplicate dallo scambio e dall¿esistenza dei network.

Il concetto di rete impone nuovi bisogni e nuovi modi di gestire le relazioni: lo scambio di conoscenze e le opportunit&#224 di collaborazione (ad esempio all¿interno di un¿azienda) devono passare dal semplice scambio di contenuti all¿interconnessione continua, all¿always-on delle nozioni.

D. Quale sar&#224 allora la ¿nuova frontiera¿?

R. Se guardiamo avanti a noi vediamo una nuova frontiera: l¿intelligenza connettiva, cio&#232 l¿intelligenza collettiva realizzata e amplificata tramite l¿interconnessione continua, che solo le tecnologie di rete rendono possibile. In questo senso l¿intelligenza collettiva pu&#242 essere migliorata, virtualmente senza limiti.

Se per&#242 guardiamo intorno a noi e appena dietro le spalle, vediamo un sistema scolastico e universitario che si &#232 dimostrato lento nel recepire i nuovi bisogni suggeriti prima e imposti poi dal concetto di rete.

D. Eppure, sembra che i canali non manchino, o &#232 un¿abbondanza solo apparente? Insomma, l¿errore &#232 in chi comunica male o in chi consuma in modo improprio?

R. Non &#232 un rischio &#232 la realt&#224. La crescita quantitativa dell¿informazione pu&#242, in certe condizioni, ingolfare il sistema della domanda. Non &#232 pi&#249 l¿informazione che manca agli utenti, ma le competenze nuove necessarie a trattare e selezionare le stesse in funzione di bisogni specifici, definiti in relazione ai settori ed ai valori di ciascuno.

A tal proposito, &#232 importante che le nuove piattaforme siano il pi&#249 possibile user-friendly e che si sappiano adattare al livello di conoscenza di chi le usa, soprattutto in relazione alla formazione ¿asincrona¿, cio&#232 quando le piattaforme di apprendimento sono utilizzate, non in presenza del formatore, ma nel luogo e nel momento che l¿utente desidera.

D. La sovrabbondanza di informazione riguarda ancora solo una parte delle nostre societ&#224. Cresce la tensione sul digital divide¿

R. Le nuove tecnologie suggeriscono per&#242 anche una societ&#224 pi&#249 egualitaria. Si delinea la necessit&#224, ancor prima della necessit&#224, di rendere possibile, coerentemente con gli obiettivi dello sviluppo della Societ&#224 dell¿Informazione, un accesso il pi&#249 possibile diffuso alle tecnologie e alle infrastrutture che permetta di trarre tutti i vantaggi dei nuovi servizi offerti nel mondo dell¿ICT. E ci&#242 dovr&#224 avvenire sia a livello di consumi domestici, che nelle imprese e nella pubblica amministrazione. Se tali fattori fossero soddisfatti anche solo parzialmente, si creerebbe uno scenario in cui le nuove tecnologie e i nuovi servizi assumerebbero il ruolo di supporto continuo e personalizzato alla crescita individuale e professionale degli individui.

L¿accesso su larga scala alle nuove tecnologie diventa cosi un fattore chiave per la trasmissione di nuove offerte formative da parte delle universit&#224 sia verso i cittadini che verso le imprese.

Una volta che le universit&#224 hanno adempito il loro ruolo di formazione superiore in un luogo fisico definito, la formazione a distanza rende praticabile la continuazione dell¿apprendimento nel corso della vita degli individui, il cosiddetto ¿life-long learning¿. Una tale prospettiva non ha solo risvolti importanti per la diffusione della conoscenza in generale, ha anche effetti altamente positivi per la crescita dell¿economia. A titolo di esempio, si pensi all¿investimento sulla formazione del personale delle imprese e alla capitalizzazione sulla risorsa pi&#249 efficace per affrontare sistemi sempre pi&#249 complessi: il sapere.

Una delle sfide pi&#249 importanti &#232 quella di saper cogliere le opportunit&#224 che lo sviluppo dell¿apprendimento a distanza offre sia su scala mondiale che a livello europeo.

In Europa, l¿affermarsi di un simile contesto, che vede l¿abbattimento delle frontiere economiche e culturali nazionali mediante le nuove tecnologie, aprirebbe la strada allo sviluppo di un mercato unico in cui vi sia, insieme alla libera circolazione di beni e servizi, anche il libero scambio di idee e di conoscenze. Non &#232 difficile immaginare i benefici che ci&#242 pu&#242 comportare anche in termini di crescita economica e di sviluppo di un senso comune di cittadinanza europea.

La costruzione dell¿Europa &#232 un processo complesso che impegner&#224 tutti per molti anni e che richiede, fra l¿altro, l¿individuazione e la creazione di valore aggiunto all¿economia europea nel suo complesso. Nel raggiungimento di tale obiettivo, la formazione e l¿apprendimento a distanza possono giocare un ruolo chiave.

D. Da cosa dipender&#224 il successo dell¿Universit&#224 a distanza?

R. Nei prossimi anni il successo dell¿Universit&#224 a distanza dipender&#224 dalla combinazione appropriata di nuovi modelli di training/formazione e sviluppo su larga scala delle nuove tecnologie. Uno scenario simile fa prevedere enormi vantaggi per l¿aumento qualitativo della conoscenza degli individui e, ancor di pi&#249, notevoli risparmi nei costi di formazione e di training da parte delle aziende.

Il decreto Moratti-Stanca, che offre un quadro giuridico in ambito nazionale per lo sviluppo dell¿Universit&#224 a distanza, &#232 da valutare positivamente. L¿intenzione politica e il preciso contesto normativo da esso disposto consentono all¿Italia di posizionarsi in un ruolo di primo piano nel perseguimento degli obiettivi europei legati allo sviluppo della conoscenza e della Società dell¿Informazione.

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