Mondo
Jean Marie Messier, ex presidente e Ad di Vivendi Universal ha deciso di rivolgersi alla Corte Suprema di New York per chiedere danni e interessi per il mancato rispetto degli impegni presi.
Ad annunciarlo è lo stesso Messier in un comunicato all¿agenzia francese AFP.
Messier è rappresentato dallo studio newyorchese King & Spalding.
La mossa di Messier segue la decisione del tribunale federale della città di New York, intervenuto su richiesta della SEC (Security Exchange Commission), che vieta a Vivendi e alle sue banche di versare denaro a Messier. Su richiesta della COB (Commission des Opérations de Bourse), anche un tribunale francese ha bloccato nei mesi scorsi ogni tipo di versamento a Messier.
L¿idea della SEC è quella di bloccare tutto in attesa che venga chiuso il dossier di Vivendi Universal, che riguarda proprio il periodo della presidenza Messier.
La SEC ha aperto un¿inchiesta il 14 novembre 2002 e riguarda l¿eventuale falso in bilancio e la diffusione di informazioni false e tendenziose, per nascondere il reale stato finanziario di Vivendi.
Dalla parte di Vivendi, si difendono dicendo che non c¿è alcuna intenzione di pagare Messier, visti i guai che ha provocato al Gruppo e ai suoi azionisti.
Messier ha deciso così di passare ad un nuovo contrattacco per ottenere la sua liquidazione da 20,6 milioni di euro, contrattata al momento della sua uscita dal board di Vivendi.
Nel suo comunicato, J2M non fa alcun riferimento alla decisione del tribunale federale di New York di mercoledì scorso, che vieta a Vivendi di versare denaro all¿ex presidente.
Secondo Messier, cercando di opporsi all”esecuzione dell”arbitrato di un tribunale di New York che gli ingiungeva di pagare il ”golden parachute”, “Vivendi ha rinnegato la sua firma contrattuale e i suoi impegni”.
In questa querelle, J2M, noto per le sue magagne, avrebbe addirittura tentato di coinvolgere, ma senza successo, il ministro dell”economia Francis Mer, cui avrebbe chiesto di intervenire in suo favore.