Mondo
Non sembra si aprirà sotto i buoni auspici il primo Summit Mondiale della Società dell¿Informazione (WSIS ¿ World Summit on the Information Society), importante appuntamento che si terrà dal 10 al 12 dicembre a Ginevra (Una seconda fase è prevista a Tunisi nel 2005 per proseguire le decisioni prese a Ginevra, ndr) e che raccoglierà una cinquantina di capi di Stato.
Il WSIS mira a definire e costruire la società di domani, dove l”informazione, i media e le nuove tecnologia della comunicazione (come Internet) avranno un ruolo sempre più determinante.
Se vogliamo un”informazione al servizio della società e dell”essere umano, della sua dignità e dello sviluppo sostenibile, è necessario un certo numero di principi, di impegni e di meccanismi di regolazione e di finanziamento.
Lo scopo del Summit, quindi, secondo gli organizzatori, è ¿sviluppare una visione e definizione della Società dell¿Informazione, per capirne meglio gli obiettivi e le dimensioni, e redigere un piano d¿azione strategico per adattarsi con successo alla nuova società¿. Ma le cose non sembrano andare proprio in questa direzione.
L¿idea di un Summit Mondiale sulla Società dell¿Informazione è nata nella Conferenza dell¿ITU (Unione Internazionale delle Telecomunicazioni) a Minneapolis nel 1998 e si basa su tre risoluzioni: la Risoluzione 73 adottata nella Conferenza a Minneapolis nel 1998; la Risoluzione 1.158 adottata nel Consiglio di ITU nel 2000; la Risoluzione 1.179 del Consiglio di ITU, adottata nel 2001. La Risoluzione 56/183 dell¿Assemblea delle Nazioni Unite, inoltre, stabilisce le linee generali dell¿organizzazione del Summit, demandando a ITU il lavoro preparatorio.
I rappresentanti dei 166 Paesi partecipanti al Summit, che si sono incontrati dal 15 al 26 settembre, si sono lasciati venerdì sera senza, però, raggiungere un accordo di vertice in vista dell¿importante incontro di dicembre.
Avrebbero dovuto fissare un piano d¿azione e una dichiarazione politica, ma alla fine non hanno potuto che decidere di rivedersi a novembre con l¿intento di appianare le divergenze. Che sembrano essere tante.
Il centro del Summit della Società dell¿Informazione non vuole essere la tecnologia, ma l¿essere umano: non è sufficiente essere connessi per risolvere i problemi fondamentali del sottosviluppo. Che valori dobbiamo abbracciare per assicurare che la Società dell¿Informazione diventi un veicolo per la democrazia, la giustizia, l¿uguaglianza, il rispetto per gli individui, il loro sviluppo personale e sociale? Qual è il ruolo della comunicazione in disegnare il futuro della società che vogliamo costruire?
Senza la partecipazione attiva della società civile, dei governi e del settore privato, una Società dell¿Informazione egualitaria non può esistere. Ciò significa che una nuova forma di dialogo deve instaurarsi tra i soggetti, per superare quel famoso Digital Divide tra Nord e Sud del mondo.
Roberto Rivola, portavoce del Summit ha indicato che diversi punti importanti, come la libertà d¿espressione, il finanziamento, il ruolo dei media e la regolamentazione di Internet, continuano a issare divisioni.
Secondo diverse organizzazioni non-governative, la questione del controllo di Internet è al centro del dibattito, alcuni Paesi come la Cina, il Pakistan o la Tunisia cercheranno di far legittimare attraverso il Summit il diritto degli Stati a censurare le informazioni diffuse sul Web.
¿La sicurezza nazionale, il rispetto delle istituzioni, ma anche la proprietà intellettuale, la lotta contro la pedofilia, sono un pretesto per legittimare misure di sorveglianza maggiori da parte dei governi sulla circolazione delle informazioni¿, ha denunciato giovedì Claude Moisy, membro del Cda di Reporters sans frontières (RSF).
Basti pensare che la Cina ha condannato nel maggio scorso quattro dissidenti a 8 e 10 anni di prigione per aver evidenziato, servendosi di Internet, la necessità di riforme politiche. E altri ancora sono imprigionati per aver espresso la loro opinione sulla Rete.
Il testi preparatori rischiano di ¿legittimare più censura su Internet¿, dimenticando l¿articolo 19 della Dichiarazione universale dei Diritti dell¿Uomo sulla libertà d¿espressione, ha recentemente affermato Jaimes Ottoway, presidente del World Press Freedom Committee.
Questi testi mirano in particolare a subordinare la libertà di stampa alla ¿legislazione di ciascun Paese¿. Una simile formulazione apre la via all¿abuso, ha stimato, a margine del Congresso dell¿Istituto internazionale di stampa a Salzbourg (Austria).
Sempre allo stesso Congresso, Alain Modoux, rappresentante dell¿Unesco, ha fatto appello ai Paesi che difendono la libertà d¿espressione, in particolare l¿Unione Europea, a fare pressione per modificare questi testi.
Ottoway ha per altro fortemente criticato il fatto che la seconda parte di questo Summit si svolgerà nel novembre 2005 proprio a Tunisi, in un Paese che, secondo lui, non rispetta la libertà di stampa.
Tra l¿altro, il direttore esecutivo del WSIS, Pierre Gagné, ha notificato a Reporters sans frontières l¿interdizione ad assistere al Summit di Ginevra. Quest¿ultima interdizione fa seguito alla sospensione, per un anno, dalla Commissione dei diritti umani delle Nazioni unite. RSF è indignata e Robert Ménard, segretario generale RSF, ha dichiarato che ¿La decisione di escludere un¿organizzazione per la difesa della libertà di stampa dallo WSIS, è un atto grave e carico di conseguenze”.
Aggiungendo ¿Come può ancora sperare l¿ONU di conservare un briciolo di credibilità prendendo decisioni di questo tipo, che contravvengono ai più elementari principi della libertà di espressione?¿
Nella seduta plenaria del Parlamento europeo di mercoledì scorso, Marco Cappato (deputato europeo radicale) é intervenuto, per richiamare l”attenzione delle Istituzioni europee proprio sul Summit Mondiale sulla Società dell”Informazione.
Nel suo intervento Cappato, dopo aver fatto notare come a due ONG (Reporters sans Frontières ed Human Rights in China) sia già stato negato l”accesso ai lavori del Comitato Preparatorio del WSIS e ha chiesto al Presidente del PE, Pat Cox, di intervenire affinché al generale tunisino Abib Ammar, nominato Presidente del Comitato Organizzativo Nazionale, non sia affidato il compito di organizzare la seconda fase del Summit, che si terrà a Tunisi nel novembre del 2005.