Italia
Questa volta a scendere in campo contro il Ddl Gasparri è il senatore a vita Francesco Cossiga.
Rivolgendosi -in una lettera aperta rilasciata al quotidiano Libero diretto da Vittorio Feltri –al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, Cossiga gli chiede di non promulgare la legge di riforma del sistema radioTv, che porta la firma del Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, quando sarà approvata dalla Camera in via definitiva.
Il Ddl è ormai in dirittura d¿arrivo, forse già mercoledì prossimo, se non ci saranno sorprese, la legge sarà approvata nel testo inviato dal Senato e quindi definitivamente. La conferenza dei capigruppo della Camera, riunitasi ieri mattina a Montecitorio, ha infatti deciso che il 1° ottobre inizierà l”esame degli emendamenti al provvedimento e non è escluso che il voto finale si abbia già nella serata.
Ma per Cossiga, si tratta di una legge ¿brutta e anticostituzionale¿.
L”ex capo dello Stato sottolinea che esiste un nocciolo duro¿ della Costituzione, “un nucleo di principi essenziali e costitutivi tra cui l”immutabilità della forma istituzionale repubblica, l”antifascismo come dottrina ufficiale dello Stato, la Resistenza come religione laica della Repubblica, l”economia mista che ¿ scrive Cossiga – sono immodificabili anche con la procedura dell”articolo 117 della Costituzione perché costituiscono il ”nocciolo duro¿ del patto fondante la Costituzione, sulla base dell”unità, dell”antifascismo e dell”unità della Resistenza, principi cui Lei si è sempre ispirato e che ripetutamente ribadisce”. Per questi motivi, scrive il senatore rivolgendosi a Ciampi, ¿ritengo che Lei possa, anzi debba opporre un rifiuto assoluto di promulgazione, benché aleggi ancora profondamente la querelle di Telekom Serbia¿.
Cossiga chiede al Presidente della Repubblica, quindi, di rinviare alle Camere “con un Suo messaggio motivato la legge una volta approvata dal Parlamento, indicandone i vizi e le pecche irrimediabili e invitando alla sua radicale riforma o al suo accantonamento”. E conclude: “Non deluda ancora una volta, signor Presidente, i suoi estimatori, sostenitori e garanti. Non li costringa nuovamente a deglutire un amaro boccone, come è accaduto per il lodo Ciampi-Berlusconi¿.
Ma per Gasparri ¿Chi è addentro alla materia¿ e ¿non si schiera solo ideologicamente¿, saprebbe riconoscere i pregi di questa normativa che, dice ancora il ministro, ¿incomincia a diventare un punto di riferimento anche al di fuori del nostro Paese¿.
In merito alla barriera d”ingresso al digitale terrestre nella fase transitoria che rafforzerebbe il duopolio esistente Gasparri risponde che ¿chi conosce la legge 66 del 2001 (che introdusse il digitale terrestre e fu concepita e approvata dalla maggioranza di centrosinistra) sa che la legge, attualmente in discussione in Parlamento, non fa che ripercorrere la identica strada: assegnare agli operatori esistenti l”onere di avviare il nuovo settore digitale con investimenti sulle frequenze consentendo la razionalizzazione dell”etere finalizzata alla conversione digitale prevista per il 2006. Due anni fa – sottolinea Gasparri – nessuno gridò al rafforzamento del duopolio””.
Per il ministro, poi, la legge, ¿al contrario di quanto si afferma, rispecchia pienamente, attraverso richiami espliciti (art.12 c.4), le Direttive Comunitarie che saranno applicate pedissequamente nel momento dell”assegnazione delle frequenze del piano nazionale. Una legge, dunque, non ”idealista”
ma realista¿.