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Sì ai brevetti informatici dall¿Europarlamento, ma con riserve. Contrastanti le reazioni del mondo politico e industriale

Europa



L”Europarlamento approva una regolamentazione per le invenzioni attuate per mezzo degli elaboratori elettronici, anche se chiede sostanziali modifiche alla proposta di direttiva della Commissione Ue per limitarne e circoscriverne l”ambito. L” assemblea ha infatti approvato, ieri, la relazione della deputata Arlen McCarthy che accoglie la proposta di direttiva presentata dalla Commissione Ue, in quanto ¿offre una maggiore certezza giuridica e un¿uniformit&#224 a livello legislativo in tutta Europa¿, chiedendo al tempo stesso una serie di modifiche per circoscrivere le invenzioni sul software soggette a brevetto. Le invenzioni oggetto della nuova normativa riguardano dispositivi come i telefoni cellulari, gli elettrodomestici intelligenti, i dispositivi di comando dei motori, le macchine utensili. La relazione McCarthy &#232 stata accolta con 353 voti a favore, 137 no e sei astenuti. Respinte a grande maggioranza (143 s&#236, contro 379 no e undici astensioni) tre proposte di rigetto della direttiva.

Contro la nuova normativa Ue, proposta dal commissario al mercato interno Frits Bolkestein, si erano opposti alla vigilia del voto i produttori di software libero, sostenuti dai Verdi europei, per i quali l”estensione delle regole sui brevetti al settore del software rappresenta un duro colpo per lo sviluppo del movimento open source e per le piccole industrie. Dopo il voto, che ha accolto molti emendamenti, hanno espresso disappunto anche le grandi aziende informatiche. ¿Siamo molto delusi dalla votazione dell”Europarlamento. Riteniamo rappresenti un passo indietro rispetto alla direttiva Bolkestein¿, ha commentato Leo Baumann, portavoce di Eicta, l”associazione che rappresenta le principali aziende del settore. ¿Non vogliamo una situazione di deregulation come negli Usa, ma non si pu&#242 restringere cos&#236 tanto l”ambito della brevettabilit&#224¿.

La direttiva non introduce la brevettabilit&#224, che gi&#224 esiste: nel 2001 circa il 15% (vale a dire circa 16 mila) di tutte le domande di brevetto presentate all”Ufficio europeo dei Brevetti sono state per invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici. Le nuove norme introducono invece una regolamentazione a livello europeo per fare in modo che i brevetti vengano concessi sulla stessa base in tutta la Ue e che i tribunali nazionali esaminino i casi di impugnazione di brevetti in base a principi uniformi.

L”Europarlamento ha approvato la relazione Mccarthy che accoglie questo principio, ma che ha ristretto in modo deciso i margini di brevettabilit&#224 dei programmi informatici, limitandoli alle invenzioni che hanno ¿un contributo tecnico¿. Ovvero, si esclude il trattamento, la manipolazione e la presentazione delle informazioni, ossia i programmi software puri.

Il voto &#232 stato accolto con grande soddisfazione dal gruppo Ds-Pse: ¿Le modifiche apportate sono una conquista significativa ai fini del libero uso del software che &#232 stata fortemente osteggiata dalla grandi multinazionali del settore, dal commissario Bolkestein e anche dal governo italiano¿, ha commentato Fiorella Ghilardotti.

Di segno opposto la reazione dei radicali, che hanno sostenuto gli emendamenti pur votando contro la relazione, e si appellano ora alla mobilitazione popolare affinch&#233 l”Italia, presidente di turno della Ue, si opponga alla direttiva.

I comunisti europei avevano presentato emendamenti per rigettare in toto la direttiva Bolkestein, ma l”aula li ha respinti.


Pierluigi Sandonnini

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