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Le telecom europee ricevono da più parti segnali di ripresa incoraggianti che lasciano intravedere la fine della maretta che ha scosso il settore negli ultimi tre anni. Il peggio potrebbe essere passato per l¿intero comparto: l¿agenzia di rating Standard & Poor”s, ad esempio, riferisce che le condizioni del mercato delle infrastrutture per le tlc, ¿¿stanno lentamente migliorando dopo tre anni di severa contrazione¿.
La vera uscita dalla crisi comunque non avverrà prima del 2004: alcuni grandi operatori Usa come SBC e BellSouth, infatti, hanno annunciato nuovi tagli alle spese per l¿esercizio 2003, per allineare i costi alle condizioni generali dell¿industria. Molti fornitori, Alcatel e Nortel tra gli altri, comunque hanno meritato il rating ¿stabile¿ (dal precedente ¿negativo¿) già da agosto, mentre Lucent Technologies è stata rimossa dalla lista dei downgrade.
I fornitori di infrastrutture hanno finora risentito del crollo della domanda generato dalla crisi che ha investito i maggiori operatori del settore, svenati dal costo delle licenze 3G e tuttora in fase di ristrutturazione dopo gli eccessi degli anni ¿90. Ma le cose sembra stiano cambiando: i grandi gruppi europei delle telecomunicazioni tornano a investire e a consolidare la propria presenza sul mercato con alleanze e acquisizioni mirate. Tutti trainati dal crescente successo della banda larga e dai tanto attesi risultati delle ristrutturazioni.
E così se solo un anno fa France Télécom era sull¿orlo del collasso, piegata da un debito di 68 miliardi di euro, ora punta al pieno controllo della divisione mobile Orange con un¿operazione da 7,1 miliardi.
Allo stesso modo Deutsche Telekom, dopo aver chiuso il 2002 con una perdita netta di 24,6 miliardi di euro – la più importante mai pubblicata da un¿azienda europea ¿ lo scorso agosto ha sorpreso il mercato annunciando che il debito, alla fine del primo semestre, era diminuito a quota 53 miliardi di euro, ossia ai livelli fissati per la fine del 2003.
Il gruppo, rinfrancato da una situazione finanziaria migliore del previsto, ha già ricominiciato a investire, acquisendo il controllo dell¿operatore polacco Polska Telefonya (PTC) per 1,1 miliardi di euro.
Non tutti gli operatori, però, puntano sulle acquisizioni, preferendo unire le proprie forze con altri protagonisti del mercato: è il caso di Telecom Italia, che ha appena annunciato una partnership con Deutsche Telekom per lo sviluppo di servizi voce e dati su rete internazionale. Il gruppo italiano, che ha da poco acquisito la società tedesca di broadband Hansenet, ha annunciato, per il biennio 2003-2005, investimenti per 600 milioni di euro nella banda larga.
La conquista del mercato avverrà soprattutto grazie ad accordi per la promozione congiunta dell”uso della banda larga e delle tecnologie complementari nei vari mercati europei, come quelli conclusi con British Telecom, Belgacom e T-Com nel Regno Unito, Belgio e Germania.
Secondo gli analisti, gli sforzi compiuti dai maggiori operatori europei per ridurre il debito e tornare al profitto daranno i loro frutti entro i prossimi 18 mesi, consentendo a molte aziende di ritornare nella categoria ¿a¿ per quanto riguarda il merito di credito. Tra gli operatori in lizza, Telecom Italia (attualmente bbb+ prospettive stabili), Deutsche Telekom (bbb+ prospettive stabili) e France Telecom (bbb+creditwatch positivo). Gli operatori dovranno, però, continuare sulla via intrapresa, prendendo decisioni tali da conciliare la crescita con la distribuzione di utili e il controllo del credito. Ad oggi soltanto l¿operatore belga Belgacom vanta un rating ¿doppia a¿, 12 operatori hanno la ¿a¿ e 12 la tripla ¿b¿.
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