Italia
Il Ddl Gasparri incassa il via libera senza modifiche dalle commissioni Trasporti e Cultura della Camera e approda oggi in terza lettura nell’aula di Montecitorio. ¿Anche oggi abbiamo superato un’altra tappa¿, commenta il ministro per le Comunicazioni Maurizio Gasparri, che dichiara di attendere ¿con molta serenità¿ l’ufficio politico dell’Udc che il 24 settembre deciderà sugli emendamenti annunciati dai centristi, in particolare sulla ridefinizione del Sic, il sistema integrato delle comunicazioni. ¿Che le commissioni della Camera potessero concludere in tempi rapidi l’esame del disegno di legge – ha detto Gasparri –era scontato, dopo l’accordo in questo senso tra i gruppi. Tutto procede secondo il calendario che il Parlamento aveva stabilito¿.
Il ministro giudica con tranquillità il resoconto dell’audizione del presidente dell’Autorità per le Comunicazioni Enzo Cheli, in particolare per quanto riguarda la definizione del Sic in rapporto alle direttive europee: ¿Nel testo, Cheli specifica che il problema è particolarmente complesso dal punto di vista tecnico-giuridico, perché non c’è piena coincidenza tra la materia toccata dalla direttiva quadro, che riguarda la disciplina delle reti e dei servizi, ma non dei contenuti, e la materia della legge di sistema, che invece riguarda i contenuti¿.
Quanto ai rilievi di Cheli sull’articolo 25 del provvedimento, che affida all’Autorità il compito di verificare il realizzarsi delle condizioni per un’offerta digitale effettiva, verifica che verrebbe a compiersi oltre la scadenza del termine indicato dalla Corte Costituzionale, ¿la verifica – commenta Gasparri ¿ è sempre successiva¿.
Intanto, da fonti comunitarie si apprende che il governo italiano non sarà, in linea di principio, tenuto a notificare a Bruxelles la futura legge sul riordino del settore radiotelevisivo. La Commissione europea, e in particolare il commissario alla Società dell’informazione Erkki Liikanen, potrebbero essere chiamati – una volta che la legge Gasparri sarà stato adottata ¿ a esaminarne la compatibilità con il pacchetto di direttive Ue sulle comunicazioni elettroniche.
Insomma, una volta adottata, difficilmente la legge potrà sfuggire all’attenzione della Commissione europea sotto il profilo del rispetto delle normative dell’Unione in materia di telecomunicazioni.
Ma, dal momento che non si tratta della trasposizione di una direttiva, il governo italiano non ha alcun obbligo di notificare la legge a Bruxelles. L’esecutivo Ue, comunque, potrebbe essere chiamato a esaminare la normativa a seguito del ricorso di una o più parti che si considerino lese dal provvedimento, oppure su decisione autonoma dei servizi della Commissione.
L’eventuale analisi da parte dei servizi della Commissione, verterebbe esclusivamente sugli aspetti tecnici della legge – tra i quali, da quanto si è appreso, rientrerebbero anche le modalità di assegnazione delle frequenze – e non potrebbe in nessun modo riguardare invece il contenuto di natura politica della normativa.
Scheda
Il Ddl Gasparri come approda a Montecitorio