Europa
Il governo britannico ha appena varato una legge per proteggere gli indirizzi privati di posta elettronica dalle eMail indesiderate.
La nuova legge ¿ che recepisce le direttive Ue in materia di privacy e comunicazioni elettroniche ¿ trasforma in crimine l¿invio di eMail pubblicitarie senza l¿autorizzazione del destinatario. Le aziende che contravverranno rischiano una multa fino a 5.000 sterline (circa 7 mila euro) per ogni mail. Comunque, solo gli indirizzi personali saranno protetti da questa nuova legge, per cui l¿invio indiscriminato a un indirizzo aziendale non costituisce reato.
Nel luglio scorso, la Commissione europea ha invitato gli Stati membri dell¿Ue e la comunità internazionale a prendere misure immediate contro le mail commerciali non sollecitate, per combattere questo fenomeno in rapida espansione.
In Italia, il Garante per la protezione dei dati personali ha adottato un nuovo provvedimento per precisare vari aspetti legati all¿invio tramite Internet di eMail promozionali o pubblicitarie, anche alla luce del recepimento della recente direttiva europea avvenuto con il Codice in materia di protezione dei dati personali da poco pubblicato (decreto legislativo n. 196/2003).
Secondo quanto stabilito da Stefano Rodotà, ¿Chi invia posta-spazzatura a fini di profitto viola il codice penale e può essere denunciato all¿autorità giudiziaria. Oltre alle sanzioni (fino a 90mila euro), ¿qualora l¿uso illecito dei dati sia stato effettuato al fine di trarne per sé o per altri un profitto o per arrecare ad altri un danno¿, c¿è la reclusione da 6 mesi a 3 anni¿.
Chi intende utilizzare le eMail per comunicazioni commerciali e promozionali senza mettere in atto comportamenti illeciti ¿ si legge nella nota diffusa dal garante – deve tenere presente che: ¿¿è necessario il consenso informato del destinatario. Gli indirizzi eMail recano dati personali e il fatto che essi possano essere reperiti facilmente su Internet non implica il diritto di utilizzarli liberamente per qualsiasi scopo, come per l¿invio di messaggi pubblicitari: in particolare, i dati di chi partecipa a newsgroup, forum, chat, di chi è inserito in una lista anagrafica di abbonati ad un Internet provider o ad una newsletter, o i dati pubblicati su siti web di soggetti privati o di pubblici per fini istituzionali¿.
Secondo il commissario Ue per le Imprese, Erkki Liikanen, nel 2002 le eMail spazzatura sono costate 2,5 miliardi di euro in termini di produttività persa. Intervenendo in merito alla questione, il Commissario spiega che fino a poco tempo fa, per liberarsi delle mail inopportune, bastava la buona volontà dell”utente. Ma oggi la questione ha assunto dimensioni sempre più vaste e preoccupanti, tanto da diventare un ¿problema istituzionale oltre che di privacy¿ che rischia di costare caro alla produttività e quindi alla competitività dell”Unione.
Liikanen ha poi ricordato che la crescita del fenomeno è ”esponenziale” tanto che secondo le stime, entro la fine dell”anno, questa tipologia di messaggi rappresenterà più della metà delle mail in circolazione in Internet. Le stime dicono che attualmente il 48% di tutte le eMail inviate al mondo sono posta spazzatura e il 24% è materiale pornografico. Ecco perché diventa urgente, secondo Liikanen, che ci sia una cooperazione tra tutti gli stati che coinvolga anche gli utenti, le associazioni dei consumatori, le imprese fornitrici di servizi e le autorità nazionali preposte al controllo. Il commissario ha anche annunciato che già a novembre Bruxelles effettuerà una prima verifica sulle misure di adeguamento alla direttiva adottate dagli Stati membri