Europa
Smaltita la sbornia da eccesso di spese che ha caratterizzato gli ultimi due anni, i maggiori protagonisti delle telecomunicazioni europee tornano a investire sui mercati esteri. Lo fanno però con uno spirito diverso, puntando cioè su partnership con i maggiori operatori e non più su acquisizioni al limite del sostenibile.
A confermare la tendenza, da un lato Telecom Italia e Deutsche Telekom che hanno appena annunciato una partnership per lo sviluppo di servizi voce e dati su rete internazionale, dall¿altro il presidente di France Télécom, Thierry Breton, che dichiara che attualmente una nuova politica di acquisizioni è fuori discussione in quanto il gruppo ha ancora un debito di 48 miliardi di euro. L¿ex monopolista delle tlc francesi, piuttosto, pensa per il futuro di ¿¿proporre una propria piattaforma di servizi insieme ad altri operatori¿.
Proprio, appunto, come hanno fatto Telecom Italia e Deutsche Telekom che, attraverso le controllate Telecom Italia Sparkle e T-Systems, si appoggeranno sulle rispettive infrastrutture – sparse dall¿America Latina alla Scandinavia, dall¿est Europa all¿Asia ¿ preferendo pagare a consumo invece che investire direttamente in loco.
In questo modo, secondo l¿ad di Telecom Italia Sparkle Stefano Mazzitelli, le aziende potranno recuperare in efficienza e risparmiare oltre il 50% dei costi. A livello globale, infatti, le due società già forniscono prodotti e servizi di telecomunicazioni a centinaia di operatori e gestori internazionali in più di 140 paesi.
Le società di telefonia dunque, puntano alla valorizzazione dei propri investimenti nei vari Paesi, Europei e non, attraverso accordi di condivisione e di roaming, seguendo il trend inaugurato dai big delle tlc mobili: Tim, Telefonica Moviles, Orange e T-Mobile.
I quattro operatori in giugno hanno stretto un accordo per fornire ai loro clienti un¿offerta unica e di elevata qualità di prodotti e servizi in modo da rafforzare la loro capacità competitiva sia sui mercati nazionali e internazionali.
Secondo Breton, questa alleanza è solo la ¿¿prima illustrazione dell”evoluzione della direzione¿ da seguire per guadagnare terreno senza aggravare le già disastrate finanze delle società europee di tlc.
¿¿In tutti i paesi d”Europa ¿ continua il presidente di FT – non è necessario controllare al100% né offrire telefonia fissa, mobile e Internet. France Telecom non può e non deve fare tutto da sola ma deve anche appoggiarsi sui suoi partner, è un punto fondamentale¿.
La condivisione delle reti nel settore della telefonia 3G ha ricevuto anche il via libera dell¿Ue, che ha permesso a T-Mobile (filiale di Deutsche Telekom) e Mm02 (filiale del gruppo British Telecom) di usufruire, per i propri servizi di terza generazione, delle stesse infrastrutture. La Commissione europea è giunta infatti alla conclusione che ¿¿la condivisione delle reti non solleva in se il problema della concorrenza¿ma permette di offrire una copertura migliore e più rapida, soprattutto nelle zone periferiche e scarsamente popolate¿.
Si legge ancora nel comunicato diffuso dalla UE che ¿¿la condivisione dei siti tra le aziende non limita la concorrenza, poiché il campo di applicazione dell¿accordo riguarda soltanto le infrastrutture di base. Il sistema merita inoltre di essere incoraggiato per motivi ecologici e sanitari da perseguire sia a livello nazionale che comunitario¿.