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Continua l¿opposizione alla nuova legge Usa di riforma del settore media. Il Senato ha licenziato ieri una mozione di sfiducia contro la legge varata nel giugno scorso dalla Federal Communications Commission (FCC).
L”insolita procedura è stata ratificata con una votazione di 55-40 e segue il blocco della normativa già auspicato con voto interno da una sottocommissione del Senato nelle scorse settimane.
La mozione di sfiducia dovrà essere adesso approvata dal Senato e dalla Camera e passare con la firma del presidente George W. Bush
Questo iter non si presenta facile. Se in realtà al Senato ci sono motivi di natura politica che riguardano anche i rapporti con la FCC, la cosa potrebbe essere diversa alla Camera, da tempo schierata apertamente, insieme al presidente Bush, con le posizioni della Commissione.
Proprio la scorsa settimana, la Camera ha evidenziato come ¿le nuove regole sulla proprietà dei media locali e nazionali varate dalla Commissione Federale per le comunicazioni riflettano accuratamente i cambiamenti nel panorama¿ dei media, sostenendo le nuove disposizioni varate dalla FCC presieduta da Micheal Powell.
In ogni caso, qualora il presidente Bush si rifiutasse di firmare la mozione, questa ritornerebbe al Congresso, dove sarà necessaria la maggioranza dei due terzi per farla passare, nonostante il ¿no¿ presidenziale.
La votazione del Senato, riaccende un dibattito mai realmente sopito, che ha scatenato l¿opinione pubblica sulle nuove disposizioni che modificherebbero totalmente l¿attuale quadro normativo, aprendo la strada al controllo incrociato dei media (radio, stampa e televisione anche nel medesimo comprensorio territoriale) da parte di grandi gruppi dell”editoria.
La Corte d”Appello di Philadelphia ¿ nei giorni scorsi – aveva bloccato l”entrata in vigore della legge riconoscendo la battaglia di tante associazioni americane sia di ispirazione democratica che repubblicana, preoccupate dalle forti concessioni previste per i principali gruppi editoriali statunitensi.
Dalla parte della Commissione si erano schierati, invece, i grandi Gruppi operanti sul mercato dei media americano.
Primo fra tutti la News Corporation del tycoon australiano Rupert Murdoch, ma anche la rete televisiva Nbc (General Electric), la Cbs (Viacom), che hanno espresso parere chiaramente favorevole alle nuove norme sulle concentrazioni editoriali, destinate a garantire loro maggiore influenza nel panorama mediatico statunitense.
L¿attuale disegno di legge, che va a modificare le attuali disposizioni adottate negli anni ¿70, prevede la possibilità per i gruppi mediatici di possedere, in via combinata, emittenti televisive, radiofoniche e giornali nella stessa città oltre a rendere plausibile, per una rete televisiva, il controllo di reti locali (fino al 45%).