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La solidarietà della nutrita comunità musicale della rete è subito scattata nei confronti di Brianna Lahara, la ragazzina costretta dalla RIAA ad un risarcimento di 2.000 dollari per aver scaricato musica dalla rete. Una coalizione di sei network di file sharing ¿ la P2P United – ha infatti reso nota la propria intenzione di rimborsare a Sylvia Torres, la madre di Brianna, i soldi che ella dovrà rifondere all¿associazione dei discografici americani.
Attestati di solidarietà sono giunti a Brianna da ogni angolo del web: un DJ di New York, Brother Wease, si è offerto di pagare la multa, inflitta alla dodicenne per aver scaricato oltre 1.000 canzoni dai famigerati siti peer-to-peer, mentre una compagnia che vende canzoni su Internet ha offerto alla ragazza, che vive in un sobborgo tra i più poveri di New York, 2000 dollari di valore di brani musicali da scaricare dal Web.
La causa contro Brianna – la prima delle 261 intraprese dalla RIAA per arginare il fenomeno della condivisione di file MP3 in rete – è sulle prime pagine dei giornali Usa dal momento della sentenza.
Wayne Rosso, il presidente di Grokster, uno dei tanti siti di file sharing sorti dalle ceneri di Napster, si scaglia contro l¿arroganza dei discografici che di fatto hanno colpito una ragazzina spaventata e non certo agiata, ostentando modi da ¿talebani dello show business¿.
La RIAA, da canto suo, cerca di buttare acqua sul fuoco delle polemiche divampate in seguito al processo a Brianna, dichiarando che le uniche informazioni a conoscenza dell¿associazione al momento della denuncia, erano il nome in codice e l¿account dell¿utente.
¿L¿obiettivo di questa campagna – dichiara il portavoce della RIAA, Jonathan Lamy ¿ non è di guadagnare popolarità, ma di comunicare un messaggio deterrente in modo che la gente capisca che ci sono conseguenze nel condurre pratiche illegali come il download di musica dalla rete¿.
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