Italia
Biagio Agnes ed Ernesto Pascale, rispettivamente ex presidente ed ex amministratore delegato di Stet, replicano all”autodifesa di Romano Prodi sulla questione Telekom Serbia, contestando i motivi addotti alla loro sostituzione al vertice della compagnia di telecomunicazioni italiana, allora pubblica. ¿Abbiamo appena letto l”autodifesa di Romano Prodi sull”affare Telekom Serbia. Un passaggio ¿ è scritto in una dichiarazione a firma dei due ex dirigenti Telecom – ci ha particolarmente colpiti, quando Prodi sostiene che ”il governo ritenne che le persone allora ai vertici della Stet, notoriamente avverse al processo di privatizzazione, non avessero le caratteristiche adatte per concludere al meglio l”operazione”. Niente di più falso! Alla privatizzazione della Stet – dicono Agnes e Pascale – eravamo favorevoli così come possono testimoniare politici e dirigenti del gruppo. Per questo vorremmo conoscere ¿ prosegue la dichiarazione – dove, come e quando ci saremmo espressi in pubblico o in privato contro la privatizzazione della Stet. A meno che Romano Prodi non voglia riferirsi all¿acquisizione del 25% di Telekom Serbia avviata e conclusa dopo che fummo costretti a dimetterci¿.
Intanto, sono previste tra la fine di settembre e l”inizio di ottobre le audizioni degli ex vertici di Telecom Italia che conclusero l”operazione Telekom Serbia. Dal calendario approvato dalla Commissione parlamentare d”inchiesta prima della pausa estiva risulta che l”audizione di Giuseppe Gerarduzzi (ex responsabile reti di Telecom) è stata fissata per il 24 settembre, mentre quella di Tomaso Tommasi di Vignano (ex amministratore delegato di Telecom Italia) il primo ottobre. Entrambi risultano iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Torino.
Il presidente della Commissione, Enzo Trantino (An) ritiene però probabile che queste audizioni vengano rinviate. ¿Dipenderà da quello che verrà deciso nel corso dell”ufficio di presidenza del 16 settembre prossimo ¿ dice Trantino – quando verrà discussa la richiesta di Prodi, Dini e Fassino di essere ascoltati¿. Alla ripresa dei lavori della Commissione, il 12 settembre, Trantino afferma che l”ufficio di presidenza ¿non affronterà la questione delle audizioni degli esponenti politici, perché c”è molta carne al fuoco¿. Tra le questioni che verranno discusse venerdì prossimo figurano, tra le altre, la richiesta dei verbali degli interrogatori svolti in questi ultimi mesi dalla procura di Torino e il rendiconto delle carte arrivate in Commissione durante l”estate.
Intanto, non si placa la polemica scatenata dalle accuse di Marini a Prodi e dalla sua conseguente autodifesa. Sulla questione è intervenuto il presidente dei Ds, Massimo D”Alema, affermando che il presidente della Commissione europea Romano Prodi ha risposto ¿nel merito¿ sulla vicenda dell”acquisto di Telekom Serbia ¿chiarendo come si tratti di una evidente montatura¿. ¿E” ora di finirla con questa campagna scandalistica – ha sottolineato D”Alema – se si voleva un chiarimento questo è stato dato. Lo scandalismo non è accettabile¿.
Critico nei confronti della linea di difesa adottata da Prodi il capogruppo dell”Udc in Commissione Telekom Serbia, Maurizio Eufemi: ¿Sembra che Prodi voglia scaricare su Tomaso Tommasi di Vignano la responsabilità di una operazione che non è tecnica ma politica¿. ¿Trovo sorprendente – prosegue Eufemi- una ricostruzione tecnica così puntigliosa: mi sembra che in questo modo Prodi contraddica la sua affermazione di non essersi mai occupato di Telekom Serbia¿. Il senatore dell”Udc ritiene comunque ¿non convincenti¿ le spiegazioni dell”ex presidente del Consiglio: ¿Hanno ben fatto Agnes e Pascale a replicare a Prodi. Sotto la loro gestione sono stati ottenuti risultati inattaccabili. Quando Agnes venne in Commissione – ricorda Eufemi – ci ricordò che la Stet all”epoca era già stata quotata alla Borsa di New York. Non si può certo dire che fossero contrari alla privatizzazione, vista l”apertura internazionale che avevano dimostrato¿.
Polemico con Prodi anche Alfredo Vito (Fi), membro della commissione parlamentare d”inchiesta sull”affaire Telekom Serbia, secondo il quale è innegabile che l”operazione di acquisizione del 29% di Telekom Serbia abbia comportato per l”Italia una perdita di circa 600 miliardi di vecchie lire: ¿La perdita di oltre 500 miliardi di vecchie lire, quale differenza tra il pagato e il rivenduto, aumentata di almeno altri 100 miliardi spesi per il rifacimento della rete, è un dato assolutamente certo e incontrovertibile che nessuna alchimia contabile può nascondere¿.
¿Ci domandiamo – prosegue Vito – che c”entra l”incremento del valore delle azioni ottenuto nella privatizzazione di Telecom Italia con la sciagurata acquisizione della partecipazione del 29% di Telekom Serbia. Un discreto ragioniere – aggiunge Vito – sa bene che il costo di una partecipazione è iscritto in bilancio, è diminuito per le successive eventuali svalutazioni, come è stato due volte con Telekom Serbia, è cancellato all”atto della dismissione girando la differenza negativa a perdita di esercizio, nel nostro caso circa 600 miliardi di vecchie lire¿. Vito ha poi concluso sostenendo che ¿quando sarà interrogato in Commissione ci auguriamo che Prodi chiarirà meglio il suo pensiero con più pertinenti ragionamenti¿.
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