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Primo film a mandare la première online

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Simon Beaufoy &#232 il primo produttore cinematografico a mandare la prima della propria pellicola ¿This Is Not a Love Song” anche in Internet.

Beaufoy ha scritto la sceneggiatura del campione di incassi “The Full Monthy”.

La proiezione del film &#232 descritta dal Consiglio cinematografico britannico come “innovativa per tutto il mondo” e “la prima ”prima visione¿ in assoluto”. Sar&#224 possibile scaricare il film sul sito http://www.thisisnotalovesong.com/ a partire da stasera 5 settembre.

La nuova tecnica digitale &#232 stata usata anche per la pellicola horror “28 giorni dopo”, che ha avuto larghi guadagni ai botteghini statunitensi arrivando a incassare, in tutto il mondo, 65 milioni di dollari.

“This Is Not a Love Song” viene paragonato ai thriller di successo come “Blair Witch Project” e “Un tranquillo weekend di paura”.

La trama del film di Beaufoy parla di Spike e Heaton, una coppia assai curiosa: due persone sole che si sono trovate.

Heaton &#232 taciturno e imperscrutabile, Spike invece &#232 allegro e incontenibile. Quando Spike commette un terribile crimine, Heaton decide di aiutarlo.

I due finiscono per fuggire nel nord dell”Inghilterra, attraversando la brughiera e immergendosi in un paesaggio fatto di fiumi e boschi.

Spike e Heaton non sono inseguiti dalla polizia, bens&#236 da un gruppo di contadini che intendono vendicarsi. Heaton si ferisce a una gamba. Gli inseguitori stanno sopraggiungendo: a questo punto Spike deve scegliere se restare accanto all”amico oppure abbandonarlo e rifugiarsi in citt&#224.

¿Questa &#232 una storia violenta e tenera al tempo stesso, quindi intendevo, col digitale, dar vita a uno stile che portasse il film a qualcosa di pi&#249 poetico del solito realismo sgranato. Cercavo un”estetica che fosse diversa dal cinema che imita la realt&#224¿, &#232 stato il commento dello sceneggiatore.

Non &#232 davvero, quindi, una “love song”, questo lungometraggio dell”inglese Eltringham presentato in concorso a Venezia, come recita l”omonima canzone dei P.I.L. da cui prende il titolo, e che stecca di continuo, sia con la voce sgraziata di Johnny Rotten, sia con un quartetto d”archi, i momenti topici della pellicola.

Al contrario, &#232 una buia e cupa discesa verso gli inferi, ben recitata da una coppia di attori ben assortiti, e ottimamente scritta dal giovane sceneggiatore Simon Beaufoy.

Una discesa che comincia con un errore, e ne contiene molti altri, e che in ogni caso si pu&#242 intuire non possa, non debba concludersi con la possibile salvezza; i due protagonisti sono “losers” per definizione, in effetti, e a nulla servirebbe cercare un dialogo con chi li sta braccando: la legge della campagna &#232 ancora una legge tribale, in cui al sangue si risponde con il sangue; la natura stessa, che ha l”apparenza delicata e romantica delle brughiere inglesi, si mostra in tutta la sua brutale oscurit&#224 demoniaca, non lasciando alcuno scampo a Spike e Heaton, cittadini cresciuti a cheeseburger e musica punk. Un film che dimostra come le buone idee possano fare a meno di budget milionari.

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