Italia
Sinstesi del Rapporto 2003 realizzato da Assinform, con la collaborazione di NetConsulting e promosso dalla Commissione Permanente per l”Innovazione e le Tecnologie MIT – Regioni.
1 Premessa
Come noto, Assinform – Associazione Nazionale produttori tecnologie e servizi per l”informazione e la comunicazione – pubblica, da oltre 30 anni, il Rapporto sul mercato dell”Informatica e delle Telecomunicazioni in Italia. Studio che, nel tempo, è diventato punto di riferimento per tutti coloro che operano o, comunque, che seguono con interesse il settore dell”ICT nel nostro Paese.
Il Rapporto annuale contiene dati molto puntuali sul mercato ICT italiano, con analisi che riguardano sia l”andamento del settore ICT nel suo complesso, che l”andamento e gli impatti che questo comparto ha sui principali settori della domanda di nuove tecnologie.
Da tempo l”Associazione sentiva l”esigenza – anche perché sollecitata da molti interlocutori, di mercato e istituzionali, che operano a livello locale, oltre che dal processo federalista in corso nel nostro Paese – di effettuare un”indagine sull”andamento e le dimensioni del mercato ICT, con riferimento alle realtà regionali.
L”occasione di promuovere questo tipo di analisi è nata con lo sviluppo dei primi progetti di eGovernment, promossi nel 2002 dal Ministro per l”Innovazione e le Tecnologie, che vedono quest”anno il loro avvio operativo.
La rilevanza infatti del ruolo dei sistemi regionali nell”ambito dei piani di eGovernment, ha spinto Assinform a realizzare questo 1° Rapporto sul mercato dell”IT nelle Regioni Italiane. Studio che è stato integralmente pubblicato nell”ambito del 1° Rapporto sull”Innovazione nelle Regioni d”Italia e che ha ricevuto il patrocinio del Ministro per l”Innovazione e le Tecnologie, nell”ambito del progetto dei Centri Regionali di Competenza, promosso dalla Commissione Permanente per l”Innovazione e le Tecnologie MIT-Regioni.
Si tratta di un”analisi molto puntuale sulla dimensione dei mercati regionali dell”Information
E” la prima volta che in Italia viene pubblicato un rapporto sulla dimensione dei mercati regionali dell”IT. L”Associazione è lieta di aver prodotto questo studio – che certamente troverà grande interesse in molti operatori, sia pubblici che privati, sia nazionali che locali – e di aver contribuito a dare consistenza e dimensione ad un fenomeno (il federalismo e lo sviluppo regionale) che sta fortemente interessando il nostro Paese.
2 Obiettivi del Rapporto
L¿obiettivo è quello di avviare un¿attività che porti, nel tempo, a colmare un gap di conoscenza relativo allo stato di utilizzo dell¿IT delle nostre Regioni: ad oggi infatti, non esistono analisi sistematiche relative alla domanda di Information Technology a livello regionale e, tanto meno,dati di spesa puntuali che permettano di cogliere evoluzioni e tendenze nell¿uso delle tecnologie da parte del sistema della domanda IT nell¿ambito delle Regioni italiane.
Ciò che generalmente viene affrontato negli studi condotti a livello locale è infatti lo stato e il sistema dell¿offerta, mentre raramente si analizzano le correlazioni tra ciò che l¿offerta propone e ciò che chiede la domanda, rispetto alle proprie esigenze e peculiarità.
E¿ possibile riassumere gli obiettivi di tale Rapporto in tre principali macrotemi:
- effettuare una prima analisi del tema, che si propone di fornire alcuni primi strumenti di
macroeconomici e indicatori di penetrazione;
necessari per il successo dei piani governativi di incentivo all¿utilizzo di Internet e della tecnologia, sia presso la PA che presso l¿utenza locale.
3 Metodologia
- le rilevazioni effettuate in concomitanza con l¿elaborazione del Rapporto Assinform sull¿Informatica e le Telecomunicazioni, nonché altre informazioni presenti presso i
- le ricerche effettuate a livello locale, provinciale o regionale. Si osserva che tale fonte si è rivelata in realtà molto scarsa, a dimostrazione dell¿attuale gap informativo presente a livello locale sulla struttura e sulle caratteristiche della domanda di Information Technology;
- le fonti ufficiali disponibili attraverso i database di Unioncamere, ISTAT, Banca d¿Italia, ecc. L¿elaborazione di tali dati ha permesso di costruire un primo modello statistico che permettesse di cogliere le relazioni della spesa IT con alcuni indicatori macroeconomici, in particolare: PIL regionale; valore degli investimenti in macchinari e attrezzature a livello regionale; numero degli occupati per Regione; numero delle imprese attive per Regione.
Tale modello è stato strutturato in modo da tenere presenti le peculiarità produttive di ciascuna Regione, senza dunque trascurare la presenza di Distretti, di altri poli industriali, di tessuti economici particolarmente evoluti dal punto di vista dell¿utilizzo dell¿informatica.
Al fine di comprendere appieno alcune dinamiche ed alcuni valori, va sottolineato che, che per l¿allocazione della spesa IT dei grandi gruppi industriali, bancari e assicurativi, di servizi e della Pubblica Amministrazione Centrale è stato osservato il principio del centro di spesa, allocando l¿intera spesa presso l¿headquarter, anziché presenti alle unità locali distribuite sul territorio.
Il Rapporto presenta quindi i principali risultati dell¿analisi effettuata, proponendo alcune chiavi di lettura della situazione attuale dei mercati regionali dell¿IT e le principali tendenze evolutive.
4 La distribuzione della spesa IT per Regione
Analizzando i mercati per macro-regioni, si osserva che il maggiore utilizzatore di Information Technology è il Nord Ovest (concentra il 37% dell¿intera spesa italiana), grazie soprattutto al contributo di Lombardia e Piemonte, seguito dal Centro, in cui si evidenzia l¿elevato valore della spesa del Lazio, e in secondo luogo dalla Toscana. La spesa in IT risulta invece molto bassa nel Sud e Isole, che rappresenta circa il 13% del dato complessivo del nostro Paese.
L¿analisi della rilevanza per singola Regione evidenzia che la Lombardia detiene la quota di mercato più alta (pari al 22,7% del mercato complessivo), seguita dal Lazio, dal Piemonte e dal
La Lombardia rappresenta il mercato di riferimento dell¿IT in Italia, con una crescita media annua, sul triennio considerato, decisamente più elevata della media nazionale: 4,2% contro 2,8 . Occorre osservare inoltre che la quota di mercato della Lombardia nel triennio considerato è in crescita rispetto alle altre Regioni: dal 22,1% del 2000 al 22,7% del 2002, segno della vitalità del tessuto industriale lombardo, che anche nel corso del 2002, con un mercato italiano in flessione del 2,2%, non ha abbandonato, e tantomeno ridotto, gli investimenti in IT, che sono cresciuti dello 0,6%.
Il secondo mercato in ordine di grandezza è il Lazio, con un valore di circa 3,8 miliardi di Euro, una quota del 19% e un tasso di crescita nel triennio considerato del 2,2%. In realtà, nel corso del 2002 la spesa IT del Lazio ha subito un brusco rallentamento (-2,9%) a causa dei tagli al budget IT delle numerose aziende e dei gruppi bancari che hanno nella Regione la propria sede decisionale. Anche presso la Pubblica Amministrazione Centrale si è registrata una forte contrazione in valore della spesa IT, anche a causa dell¿accentramento delle decisioni di spesa presso Consip e dei nuovi criteri di aggiudicazione delle aste, basati principalmente sul prezzo.
Il Lazio è seguito dal Piemonte, il cui mercato in valore è pari a circa 2,2 miliardi di euro, in
Tra le prime 5 Regioni in termini di utilizzo di IT si ritrovano poi il Veneto e l¿Emilia Romagna, con una quota, rispettivamente, dell¿8,6% e dell¿8%. Il Veneto, caratterizzato da una struttura industriale solida e in forte sviluppo, anche nel corso del 2002 ha mantenuto elevata la dinamica degli investimenti in IT, senza effettuare tagli ai budget. Infatti, il tasso di crescita medio annuo del triennio è il migliore tra tutte le Regioni, pari al 5,5%.
Diversa la situazione dell¿Emilia Romagna, che nel corso del 2002 ha ridotto la propria spesa in IT del 4,3%, in parte in virtù del consolidamento di una serie di investimenti sostenuti negli ultimi anni.
Tale analisi si rivela molto importante per identificare le aree del Paese che maggiormente
Analizzando la spesa IT sul PIL, che in Italia a malapena raggiunge il 2% a fronte del 3,8% degli Stati Uniti e del 3,2% della Francia, si evidenzia il forte divario esistente tra le principali quattro Regioni e il resto dell¿Italia (tab. 3).
Solo Lazio, Piemonte, Valle d¿Aosta e Lombardia infatti fanno registrare una spesa in IT superiore al 2% del valore aggiunto prodotto, evidenziando una buona penetrazione dell¿IT all¿interno del proprio comparto produttivo.
In realtà, ben cinque Regioni italiane investono in capitale tecnologico un valore inferiore all¿1% del valore aggiunto prodotto. Si tratta di cinque Regioni del Sud, ovvero Molise, Abruzzo, Calabria, Sicilia e Sardegna.
E¿ dunque netto il divario esistente negli investimenti tecnologici tra il Nord e il Sud del Paese: mentre tra le prime 10 posizioni relative alla spesa IT sul valore aggiunto si ritrovano ben 8 Regioni del Nord, le ultime dieci posizioni risultano tutte occupate da Regioni del Centro-Sud.
La situazione è dunque chiara, ma al tempo stesso molto preoccupante: scendendo gradualmente verso il Sud del Paese, il grado di penetrazione dell¿Information Technology nelle Regioni ¿ e dunque nelle imprese in esse ubicate – diminuisce a tale livello da compromettere seriamente il proprio ruolo di supporto allo sviluppo e alla competitività delle imprese e dei Sistemi regionali.
Un altro dato che può offrire indicazioni circa il differente grado di diffusione dell¿IT nelle Regioni italiane e dunque permettere di cogliere il digital divide esistente tra Regioni con elevata spesa in IT e Regioni a basso utilizzo di tecnologia, è quello relativo alla spesa IT per occupato.
Ovviamente tale indicatore è ampiamente influenzato dal tessuto industriale delle singole Regioni, dalla presenza di piccole e medie imprese o di grandi aziende, dal grado di presenza più o meno elevato di lavoro sommerso.
L”analisi in termini di spesa per occupato mostra un quadro che rispecchia una situazione quasi del tutto speculare a quella relativa alla spesa IT rispetto al PIL, a conferma della maggiore innovatività delle imprese settentrionali rispetto a quelle del Centro/Sud.
Un ulteriore confronto reso possibile del calcolo della spesa IT per occupato su base regionale è quello relativo all¿analisi dei differenziali di spesa: mentre il Lazio spende quasi 1.700 euro per addetto in Information Technology (ma ricordiamo che al Lazio fanno riferimento tutti gli investimenti generati da imprese con sede in tale Regione, anche se distribuite sull¿intero territorio nazionale) e la Lombardia circa 1.000, Abruzzo, Campania, Sicilia e Sardegna spendono meno di 400 euro per addetto all¿anno, ovvero meno di un quarto del Lazio e meno della metà della Lombardia.
6 L¿offerta IT
I dati ufficiali evidenziano una forte dinamicità delle imprese appartenenti al comparto IT: esse sono cresciute in Italia dell¿8,8% nel 2001 e del 4,9% nel 2002, malgrado la contrazione evidenziata dal mercato.
Gli andamenti della crescita nel triennio evidenziano una elevata dinamicità delle Regioni del Sud e delle Isole, con un tasso di sviluppo pari all¿11,5% nel 2001 e all¿8,3% nel 2002. Tale forte incremento della natalità delle imprese nelle Regioni del Mezzogiorno dovrà essere attentamente monitorato anche nel futuro, per cercare di comprendere se una maggiore presenza di aziende locali possa effettivamente essere giustificata da una domanda in realtà poco dinamica e se si caratterizzi in termini dimensionali con aziende troppo piccole, giovani e non sufficientemente strutturate per rispondere alle esigenze delle imprese locali.
La Regione che presenta un maggior numero di aziende operanti nell¿Information Technology è la Lombardia, con il 23,6% delle aziende complessivamente presenti in Italia, che però nel corso del triennio considerato ha visto ridursi progressivamente il proprio peso sul mercato. La maggior parte delle aziende è dunque concentrata sul territorio lombardo, mentre la seconda Regione in termini di numerosità delle aziende IT è il Veneto, con il 9,2% degli operatori dell¿offerta. Il Lazio, la seconda Regione in termini di valore del mercato, concentra invece il 7,7% delle aziende.
L¿area del Sud e Isole sta rapidamente crescendo in termini di numero di imprese IT e di peso totale: ormai è l¿area geografica a maggiore concentrazione di imprese IT dopo il Nord Ovest, al quale sta erodendo quote di mercato, mentre un numero relativamente basso di imprese (solo 19 su 100) risultano localizzate nel Centro.
Il confronto tra la dinamicità del comparto IT e la crescita complessiva delle aziende per Regione evidenzia il forte sviluppo delle imprese ad offerta tecnologica..
Mentre infatti il tasso di crescita delle imprese è generalmente abbastanza stabile negli anni e non molto diverso tra le Regioni (mediamente si trova tra l¿1,5 e il 2,5%), i tassi di crescita delle imprese IT sono decisamente più elevati ed evidenziano forti differenze regionali.
Infatti, a fronte di variazioni contenute nei 3 punti percentuali di Lombardia, Piemonte e Liguria, sono presenti Regioni quali il Trentino Alto Adige e numerose Regioni del Sud che nel 2002 hanno presentato tassi di crescita del numero di imprese IT superiori al 9%.
Se si pensa che in buona parte si tratta delle Regioni più arretrate per quanto riguarda lo sviluppo del mercato IT e la diffusione delle tecnologie, queste dinamiche in realtà possono essere interpretate in due modi completamente differenti: da un lato infatti possono rappresentare proprio il sintomo dell¿arretratezza del sistema dell¿offerta locale che risulta caratterizzato da aziende di piccole dimensioni, in forte crescita ma che non riescono poi a raggiungere la dimensione sufficiente per poter garantire efficienza e risposta alle esigenze della domanda.
Dall¿altro potrebbero essere il risultato di una recente – ed ancora in atto – inversione di tendenza, intesa a sviluppare la presenza regionale di imprese IT in modo da permettere ad un¿offerta maggiormente strutturata di supportare lo sviluppo dei mercati meridionali.
Tale questione è di assoluta importanza, poiché è evidente che se non esistono localmente le infrastrutture e gli operatori adatti a rispondere alla domanda delle imprese, è difficile che possa crearsi un vero e proprio mercato dell¿IT e che le imprese acquisiscano in modo autonomo una vera cultura dell¿innovazione.
In generale dunque la domanda potenziale per potersi trasformare in domanda effettiva deve trovare sostegno in un adeguato sviluppo delle strutture territoriali e in un sostegno dell¿offerta locale.
Sono immediatamente evidenti le differenze dimensionali del mercato tra le varie Regioni e il diverso supporto degli operatori dell¿offerta: mentre la Lombardia raggiunge il 22,7% del mercato complessivo e dispone del 23,6% delle imprese IT, il Lazio risulta il secondo mercato in termini di valore ma dispone solo del 7,7% delle aziende.
Scendendo verso le Regioni meridionali si evidenzia una situazione ribaltata: in generale la quota del mercato IT è inferiore alla quota percentuale di imprese presenti sul territorio.
E¿ evidente dunque che l¿offerta IT nelle aree meridionali è ancora insufficiente, o più
D¿altro canto, va comunque considerato il fatto che al Sud la cultura informatica tarda a diffondersi anche a causa della scarsità di infrastrutture di base, relative per esempio alla Banda Larga, fondamentali per lo sviluppo tecnologico delle Aziende.
Vi sono inoltre alcune Regioni importanti per dimensione della spesa IT il cui mercato è
Le principali conclusioni emerse sono le seguenti:
1. la Regione leader nella domanda di Information Technology è la Lombardia, seguita dal
2. la Regione che ha evidenziato la migliore performance in termini di crescita nel triennio
3. il digital divide in termini di penetrazione dell¿IT presso i sistemi produttivi delle Regioni
4. il sistema dell¿offerta IT presenta in genere una maggiore dinamica, in termini di natalità
5. quest¿ultimo aspetto risulta molto evidente soprattutto presso le Regioni meridionali,
Infine, il sistema dell¿offerta della Lombardia, Regione leader nella spesa di Information