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Gli uffici della Digitel, operatore mobile venezuelano controllato da TIM, sono stati perquisiti dalla polizia di Caracas a causa di presunte irregolarità finanziarie denunciate da un gruppo di azionisti di minoranza del gruppo in aperto contrasto con il management italiano.
L¿operazione, secondo quanto riferito dai legali di Digitel, sarebbe stata plateale: i poliziotti, con elmetti, giubbotti antiproiettile e mitragliatori, hanno circondato la sede dell¿operatore e una volta all¿interno dell¿edificio avrebbero tenuto sotto guardia i dipendenti, ammanettato i vigilantes e proseguito a perquisizioni e sequestri di documenti (tra cui il Business Plan del 2004) per oltre due ore.
La società rende noto di essere all¿oscuro delle motivazioni dell¿operazione, ma secondo fonti vicine al dossier essa sarebbe scaturita dal rifiuto di Digitel di consegnare alcuni documenti contabili comprovanti ¿ secondo i querelanti – la manipolazione di informazioni finanziarie della società che non avrebbe incluso la valutazione delle concessioni in materia di telecomunicazione da lei detenute. TIM si difende da queste accuse dichiarando che la valutazione non è stata riportata nei libri contabili perché Digitel ha ottenuto le concessioni nel 1998, senza alcun pagamento commerciale.
TIM controlla il 67% di Digitel che vede fra gli azionisti di minoranza anche la banca spagnola Banco Santander Central Hispano, la società locale Venconsul e il gruppo svizzero TOGEWA.