Vivendi cede l¿Entertainment a General Electric per 14 mld di euro

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Europa



Dopo mesi di trattative, il Gruppo di media francese Vivendi Universal (VU) ha finalmente scritto la parola fine sul dossier che riguarda la cessione dell¿Entertainment americano.

In Cda, riunitosi nella serata di ieri, ha prevalso la linea del presidente Jean-Ren&#233 Fourtou. Vivendi Universal Entertainment (VUE) &#232 stato ceduta al Gruppo americano General Electric (GE), piuttosto che ad Edgar Bronfman Jr (membro del Consiglio d¿amministrazione di Vivendi Universal ed ex patron di Seagram).

Vivendi rimarr&#224 azionista del 20% della nuova unit&#224, che provvisoriamente si chiamer&#224 NBC Universal.

A margine del Consiglio, un portavoce di Vivendi ha annunciato che la societ&#224 francese ha deciso di seguire la linea del presidente, preferendo una soluzione che permetter&#224 alla societ&#224 di rimanere ancora sul mercato americano della Tv via cavo.

E¿ stato gi&#224 firmato un accordo preliminare con General Electric, in vista della negoziazione esclusiva che dovrebbe portare alla fusione di VUE e di NBC, polo televisivo di propriet&#224 di GE.

Fourtou ha lasciato intendere ai cronisti, che il montante dell¿operazione dovrebbe aggirarsi intorno ai 14 miliardi di euro, che dovrebbero corrispondere alla stima dell¿86% che VU detiene nel capitale di VUE.

Se cos&#236 dovesse essere, il presidente avrebbe fatto sicuramente bingo, riuscendo a portare nelle esangui casse di VU proprio la somma che si era prefisso e che aveva fatto ritirare le altre candidature dalla corsa all¿acquisto.

A parte NBC e il consorzio guidato da Bronfman, precedentemente avevano presentato la loro offerta anche Liberty Media di propriet&#224 del miliardario John Malone e il colosso americano dei media Viacom, guidato da Summer Redstone.

Il magnate del petrolio Marvin Davis era stato scartato da principio, la sua proposta non corrispondeva all¿enterprise value. Infatti, Vivendi non ha accettato offerte inferiori ai 14 miliardi di euro.

Condizione che ha fatto venir meno anche l¿offerta degli studi cinematografici Metro-Goldwyn-Mayer (MGM), disposti a comprare per non pi&#249 di 11,5 miliardi di dollari.

Adesso, secondo i termini dell¿accordo chiuso con GE, a parte la quota del 20% del nuovo Gruppo (l¿80% sar&#224 controllato da GE, ndr), alla societ&#224 francese spetteranno tre posti in Cda, ricever&#224 circa 3,25 miliardi di dollari cash e beneficer&#224 di un trasferimento del debito pari a 1,6 miliardi.

VU si &#232 impegnata a rimanere azionista fino al 2006, dopo di che decider&#224 gradualmente di uscire dal capitale azionario.

Jean-Ren&#233 Fourtou ha preferito GE a Edgar Bronfman Jr, che offriva maggiore liquidit&#224, perch&#233 crede nella maggiore sinergia che pu&#242 avere l¿alleanza NBC/VUE.

Secondo indiscrezioni Bronfaman aveva messo sul tavolo delle trattative circa 6,5 miliardi di dollari cash e si sarebbe accollato 2,5 miliardi di dollari di debiti.

A parte il fatto che l¿alleanza con Bronfman (dal quale Vivendi aveva rilevato l¿Entertainment nel 2001 sotto la presidenza di Jean-Marie Messier, ndr) avrebbe comportato un¿immediata uscita dal mercato americano dei media.

La nuova unit&#224 raggrupper&#224 la Tv nazionale americana NBC, le emittenti cablate CNBC, MSNBC e USA Network, gli studios cinematografici Universal Pictures e la Universal Television, produttore e distributore di contenuti televisivi.

Il tutto rappresenter&#224 un giro d¿affari annuo di 13 miliardi di dollari, per VU si sta per dar vita alla major di media pi&#249 forte del mercato statunitense.

Il presidente e ad di NBC, Bob Wright, che sar&#224 a capo della nuova societ&#224, ha gi&#224 dichiarato che l¿accordo non porr&#224 problemi alle Autorit&#224 americane Antitrust.

Il numero due di Vivendi, Jean-Bernard Levy, ha detto, dalla sua, che la societ&#224 confida nei buoni rapporti con la Commissione Ue e che non pensa ci saranno problemi di violazione della normativa europea sulla concorrenza.

Questa operazione si colloca nell¿ambito del piano di riduzione dell¿indebitamento del Gruppo francese, con la cessione degli asset ritenuti non-core per un valore di 16 miliardi di euro da qui al 2004.

Per quella data, ha assicurato Fourtou, si sar&#224 realizzato un taglio dei debiti per 5 miliardi di euro (nel giugno scorso i debiti di VU erano 13,5 miliardi), in particolare grazie alla risoluzione degli accordi con l¿imprenditore americano Barry Diller, fino a qualche mese fa vicepresidente di VU e a capo dell¿Entertainment.

Con quest¿ultima operazione, si delinea sempre pi&#249 una Vivendi divisa tra l¿attivit&#224 delle telecomunicazioni e quella dell¿Entertainment. Rimarranno unite? Quale sar&#224 il futuro della societ&#224 rimane ancora un¿incognita. Fourtou ha detto ai cronisti che vuole riservarsi ancora qualche mese di tempo, prima di rispondere a questa domanda cruciale.

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