Italia
di Felice Lioy
Presidente
AUDIRADIO
Un dato iniziale che da solo dice molto, anzi dice tutto: per la prima volta nella sua storia la Radio ha raggiunto e superato i 36 milioni di ascoltatori nel giorno medio.
La Radio è oggi a pieno titolo uno dei principali mezzi di comunicazione di massa.
Ricordo che nei primi convegni di Audiradio, quelli di una dozzina di anni fa, si
considerazione. Bisognava gridare forte per dire che c¿eravamo anche noi. Oggi non abbiamo più bisogno di gridare e dobbiamo invece cercare di creare i presupposti per una ulteriore espansione, analizzando con tranquillità e con professionalità le connotazioni dell¿escalation della Radio in questi ultimi anni e soprattutto per capire in quale direzione dovrà procedere il nostro cammino e come dovremo governare gli assetti radiofonici di domani.
La Radio non è più un mezzo statico ma sta diventando sempre di più un mezzo
L¿ultima rilevazione Audiradio conferma che ben il 64% degli ascoltatori la sentono fuori casa, soprattutto in automobile, sui luoghi di lavoro o di studio, nei negozi, nei centri commerciali, nei locali pubblici, nei taxi e in cento altri luoghi che sarebbe lungo elencare.
Dobbiamo però essere attenti a non sottovalutare quello che storicamente è lo
A questi ascoltatori dentro casa si aggiungono gli altri che sono ancora di più (appunto il 64%) e che presentano quelle caratteristiche di dinamicità che hanno cominciato a contraddistinguere la Radio negli ultimi anni in parallelo con la crescita esponenziale delle vetture dotate di autoradio e l¿installazione di apparecchi nei negozi e nei laboratori.
Ma non siamo oggi qui per celebrare i fasti di un mezzo ma per approfondirne tutti gli aspetti, per cercare di coglierne le grandi potenzialità, per individuare nuove opportunità e, armandoci di pazienza e anche di un po¿ di modestia, per analizzare gli errori fatti e per capire come questo mezzo possa essere gestito in futuro nell¿ambito di una multimedialità che sta diventando sempre più complessa e che lascerà spazio soltanto ai mezzi più forti e più lungimiranti. E la Radio dovrà essere tra questi dal momento che possiede tutti i presupposti per continuare ad essere, anche in futuro, uno dei grandi mezzi di comunicazione.
Questa volta non vorrei parlare dei ¿plus¿ della Radio, della fedeltà dei suoi ascolti, della sua capacità di suggestione, del coinvolgimento degli ascoltatori, dello stimolo che essa sa dare alla fantasia, della sua idoneità a segmentare il pubblico e a raggiungere target vasti e omogenei.
Altri lo faranno in queste giornate partendo da una profonda conoscenza del mezzo e da un esperienza diretta della sua utilizzazione.
Vorrei invece parlare delle risorse della radiofonia il che vuol dire parlare dello
Dopo la prodigiosa escalation dei suoi introiti pubblicitari avvenuta nella seconda
Credo sia importante domandarsi i motivi di questo fenomeno che ha sorpreso non pochi operatori.
La Radio è un mezzo che nei periodi di crisi dovrebbe soffrire meno degli altri, e
E¿ un mezzo a grandissima diffusione, agile, efficace, meno costoso degli altri e
quindi dovrebbe non solo rimanere nelle pianificazioni anche in periodi di magra ma addirittura costituire l¿asse portante di campagne che per forza di cose vengono ridimensionate. Questo non è successo.
Forse è stato commesso qualche errore, un po¿ da parte degli utilizzatori, aziende
Clienti e pianificatori non hanno tenuto conto di alcune indagini molto interessanti tra le quali spicca quella chiamata ¿Sussurri e grida Radio¿ sviluppata da Media Italia dove veniva dimostrato che la Radio ha una peculiarità che la distingue dagli altri mezzi.
Più che altrove infatti è necessario esercitare elevate pressioni e imporsi
all¿attenzione degli ascoltatori, cosa che viene fatta in poche campagne, mentre
In poche parole molte aziende si sono servite della radio per la loro pubblicità (per quasi 3000 prodotti nel corso del 2001) ma lo hanno fatto in maniera timida e insufficiente. Ciò senza parlare di quelli che alle prime avvisaglie di crisi, hanno
Nel futuro probabilmente bisognerà cambiare rotta e dimostrare nei fatti che la radio non è un mezzo tattico ma è soprattutto un mezzo strategico, che non è un mezzo di supporto o di complemento ma un mezzo primario su cui puntare molte risorse per poi trarne raccolti opulenti.
E quando ancora vi dovesse essere crisi non si deve cedere alla tentazione di
Inoltre gli editori che controllano anche altre tipologie di mezzi dovranno guardarsi bene dal concedere spazi radiofonici a titolo promozionale per spingere la vendita di pubblicità su altri mezzi diversi e più costosi. Chi fa così svilisce in un sol colpo sia la Radio che gli altri mezzi.
Altro pericolo che incombe sulla radiofonia è dato da alcune operazioni di taglio dei costi che si risolvono in una diminuzione della qualità e della professionalità delle emittenti. Il pubblico ben presto se ne accorge e se ne accorgono anche i manager delle aziende e i pianificatori.
Occorre invece promuovere tutti insieme lo sviluppo della radiofonia oltre che la sua stessa immagine.
La stessa Audiradio si è impegnata in questo senso, con la collaborazione delle
Prova ne è stata l¿operazione ¿Una Radio in ogni casa¿ che con il supporto
appassionato di tante emittenti ha riscontrato un grosso successo inducendo decine di migliaia di persone a comprare una nuova radio e comunque mettendo in evidenza l¿importanza fondamentale di un ascolto nitido su apparecchi di qualità.
Uno sguardo al futuro della Radio.
Un futuro che sarà agevolato dalle nuove tecnologie digitali. Se ne parla da molto
Per il convegno del prossimo anno è in progetto un¿analisi approfondita sui modi, sui tempi e sugli effetti dell¿introduzione delle tecnologie digitali nella radiofonia.
Altro aspetto nuovo è quello della convergenza tra i mezzi. I progressi sono stati
Ma l¿aspetto che più fa sperare nei futuri ulteriori successi della Radio è l¿ascolto
Sono i dati di Audiradio a decretarlo. E studiosi e psicologi ne hanno dato spiegazioni interessanti: gli stimoli percepiti attraverso la radio vengono completati dai singoli individui attraverso il loro immaginario. In compagnia della radio i giovani danno sfogo ai loro universi fantastici.
Credo non possa esistere nessuna migliore testimonianza, quella di milioni e milioni di giovani, a favore dello sviluppo e del successo della Radio nei prossimi anni.
*Intervento di al Convegno svoltosi a Santa Margherita Ligure, 27 e 28 giugno 2003.