Telekom Serbia: Marini rilancia le accuse a Prodi, Dini e Fassino

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Italia



L¿affaire Telekom Serbia continua a tenere banco nelle vicende di cronaca giudiziaria italiana. Il faccendiere Igor Marini ha infatti confermato le accuse di corruzione mosse nel mese di maggio contro Romano Prodi, Lamberto Dini e Piero Fassino.

Lo ha reso noto il presidente della Commissione parlamentare, Enzo Trantino al termine del lungo colloquio in carcere con il superteste che avrebbe addirittura ¿aggravato¿ gli addebiti dei tre politici italiani coinvolti nella maxi tangente da 450 miliardi di vecchie lire nell¿atto di compravendita del 29% di Telekom Serbia da parte di Telecom Italia, allora ancora monopolio statale.

In base alle dichiarazioni di Marini, Prodi avrebbe incassato 200 miliardi, Fassino 150 e Dini 100. Altri 200 miliardi sarebbero andati all”allora presidente serbo Slobodan Milosevic e 100 sarebbero stati “restituiti” dallo stesso Marini ai Carabinieri e alla procura di Roma. A maggio Marini aveva parlato per&#242 di ¿soli¿ 55 milioni: ora egli dichiara che quella era solo la somma da lui stesso “movimentata” attraverso la societ&#224 della quale era cointestatario.

Secondo Enzo Trantino, le dichiarazioni rese da Marini sono “da verificare, ma di fortissima rilevanza investigativa”. Egli avrebbe infatti spiegato come risalire, partendo dai prestanome, ai destinatari finali delle tangenti, ¿attraverso una serie di passaggi che sono registrati nei documenti che devono arrivare dalla Svizzera e nel verbale dell” audizione, secretato per riservatezza¿.

La Commissione avrebbe ora a disposizione una mappa intricatissima di nomi e circostanze che Marini ha snocciolato rivelando, a detta dei commissari, una memoria ¿mostruosa¿.

La Commissione parlamentare &#232 comunque ancora in attesa dei famosi fascicoli depositati presso il notaio Gianluca Boscaro (morto nell¿agosto dell¿anno scorso in un incidente ndr). In questi documenti, la prova dei movimenti bancari delle tangenti tramite transazioni internazionali riferibili in particolare a una societ&#224, la ¿Judor Trading Limited¿, con base nelle British Virgin Islands e che non sarebbe altro che una scatola vuota come ne esistono molte nei paradisi fiscali.

Marini ha finora affermato di aver potuto visionare soltanto il 90% degli incartamenti. Mancherebbe dunque all”appello un restante 10% di documenti, anche questi, a detta di Marini, relativi all”affaire Telekom Serbia.
Gli incartamenti dovrebbero essere consegnati dalla Procura di Berna, entro il 3 o 4 settembre, sempre se il notariato svizzero non far&#224 ricorso contro la decisione di trasferimento dei fascicoli.

Marini era stato arrestato lo scorso 8 maggio a Lugano – dove si era recato insieme a una delegazione di parlamentari italiani per prendere visione dei suddetti documenti ¿ con l”accusa di riciclaggio, traffico di documenti falsi e truffa. Il 29 luglio il superteste &#232 stato estradato in Italia dalle autorit&#224 svizzere.

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