Download illegale: le università americane alla ricerca di un accordo con le major

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E¿ gi&#224 da tempo che diverse universit&#224 americane si trovano nel mirino delle major discografiche e della RIAA (Recording Industry Association of America), per via dell¿abitudine degli studenti di sfruttare la rete della facolt&#224 per scaricare illegalmente file coperti da copyright.

Per levarsi da questa imbarazzante situazione, alcune universit&#224, come il Boston College e il Massachusetts Institute of Technology (MIT), hanno iniziato a distribuire tra gli studenti il Privacy Act, in modo che prendano coscienza delle gravit&#224 delle infrazioni che con noncuranza commettono quotidianamente.

Altre hanno invece tentato di sanare la situazione stabilendo delle partnership con alcuni siti dove gli utenti possono scaricare file musicali in modo legale, come iTunes o Pressplay.

Questa intesa permetterebbe agli studenti di aver accesso illimitato a questi servizi dalle universit&#224 e i costi sarebbero integralmente compresi nelle tasse universitarie.

L¿operazione permetter&#224, cos&#236, all¿industria discografica di mettere un freno alla all¿abitudine degli studenti di praticare dai campus il download illegale.

Il “downloading” &#232 diventato quasi come uno sport nazionale, viene esercitato, infatti, con regolarit&#224 dagli universitari, che disponendo di un budget limitato, approfittano delle reti Internet a banda larga della facolt&#224 per scaricare musica.

Ma trovare l¿accordo con le major non &#232 facile, soprattutto perch&#233 le universit&#224 vorrebbero un accesso illimitato e completo a tutti i cataloghi, cosa che secondo le case discografiche aprirebbe la via ad uno scaricamento selvaggio di file musicali. Altri problemi riguardano le licenze e gli accordi di distribuzione.

Insomma sembra proprio che l¿industria del disco non sia preparata a questo tipo di domanda e ancora non si senta pronta a fare tutti i conti con il download dalla Rete.

Al fine di prevenire a un accordo, il dossier &#232 passato nelle mani di un comitato composto da insegnanti, esperti del settore e rappresentanti dell¿industria dell¿Entertainment.

Il comitato ha chiesto a differenti Web site legali di fare delle proposte concrete che riguardano le tecnologie e le formule di abbonamento applicabili ai campus.

Le offerte avrebbero dovuto essere presentate per la met&#224 di luglio, ma ancora non &#232 giunta nessuna notizia dai siti in questione.

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