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Nuovo colpo di scena in quello che sembra essere diventato il ¿caso¿ dell¿estate: anche IBM passa infatti al contrattacco nell¿ambito della battaglia che vede protagonista il sistema operativo Linux e il codice su cui si basa. International Business Machine ha deciso di portare SCO in tribunale con l¿accusa di violazione degli accordi di licenza. IBM tenta di fare valere la tesi secondo cui SCO avrebbe spudoratamente mentito per motivare la propria azione legale e sostiene inoltre che SCO, pretendendo il pagamento di una concessione, viola la licenza di Linux come avrebbe già violato la proprietà intellettuale di quattro suoi software.
La decisione di IBM fa seguito alla causa da un miliardo di dollari intentata nel marzo scorso da SCO contro l¿azienda di Armond, accusata di aver infranto i vincoli contrattuali tra le due aziende e di aver incorporato in Linux segreti industriali che riguardano la progettazione del sistema operativo UNIX di sua proprietà. SCO ha inoltre revocato a IBM la licenza d¿utilizzo e distribuzione dei software basati su Unix e ha richiesto che Big Blue distrugga fisicamente tutti i prodotti contenenti codice sorgente di UNIX System V.
Il software Linux, deve la propria popolarità al fatto che il suo ideatore, Linus Torvalds, ebbe l”idea di rendere il programma “libero” coinvolgendo tutte le persone che potessero in qualche modo mostrare interesse verso il suo programma. Grazie al supporto della emergente comunità di programmatori che si stava formando intorno ad Internet e grazie anche al progetto GNU avviato già qualche anno prima da Richard Stallman, GNU/Linux divenne qualche anno dopo un sistema operativo completo che si può, ora, distribuire a piacere e senza dover pagare nulla. Concetto finora utilizzato principalmente dai sistemi che seguono la licenza GPL (General Public License).In principio SCO era un grande sostenitore del software libero, ma improvvisamente ¿ o meglio, dopo aver registrato i copyright di Unix System V presso l¿U.S. Copyright Office ¿ è diventato uno dei suoi più caparbi detrattori.
In un comunicato SCO fa sapere che ¿IBM sta solo tentando di distrarre l¿attenzione dalle imperfezioni dell propria versione professionale di Linux¿. Certo è che non è stata una settimana tranquilla per SCO visto che lunedì anche Red Hat, il maggiore distributore di Linux, ha deciso di fargli causa, accusandola di ¿comportamento sleale e ingannevole¿ e rassicurando i propri utenti del fatto che le minacce sarebbero solo ¿¿fumo negli occhi, un misero tentativo di controllare la proprietà intellettuale da parte di un¿azienda che può fare poco altro¿.
Anche l¿ideatore di Linux è entrato nel merito della vicenda, dichiarando: “¿gradirei capire cosa essi (SCO) credano che il Kernel violi, dato che mi sembra che anche loro hanno le idee abbastanza confuse a questo riguardo (una volta dicono che il Kernel non c”entra, la volta dopo smentiscono). Io sospetto che abbiano notato che fin quando distribuiscono Linux, sono limitati dalla GPL, che spiega chiaramente che i diritti di chi riceve il prodotto non possono essere limitati, compreso il diritto di poterlo modificare e ridistribuire liberamente”.
Il grande successo riscosso dal software libero sta comunque suscitando molte preoccupazione tra i giganti del software: Microsoft ¿ che non per niente ha già stretto alleanza con SCO ¿ nella persona del vicepresidente ha recentemente affermato che “…La crescente diffusione del software libero rappresenta una sfida al modello di business dell”azienda, viste le continue pressioni, da parte dei suoi sostenitori, perché i governi mondiali adottino lo standard nei loro sistemi (…)Dal momento che l”open source sta guadagnando sempre più popolarità, le vendite dei prodotti Microsoft potrebbero scendere e la compagnia si troverà costretta ad abbassare i prezzi, con una conseguente riduzione dei margini operativi”.
Aspettiamoci, dunque, tante nuove puntate di quella che è già stata definita la ¿guerra di Linux¿.