Italia
Non ha entusiasmato il mercato il piano di riassetto del gruppo Telecom, con l”esordio in Borsa, lunedì 4 agosto, delle società nate dalla doppia fusione Olivetti-Telecom, Pirelli-Pirellina. Piazza Affari è parsa impegnata in aggiustamenti di carattere tecnico che hanno contribuito a deprimere le quotazioni dei titoli, ad ogni modo protagonisti assoluti della seduta.
Peggio di tutte è andata per Telecom Italia Media (nata dalla scissione di Seat), colata a picco a causa degli adeguamenti sui valori calcolati dagli analisti, anziché su quelli indicati da Borsa Spa.
La nuova Telecom Italia, nata dalla fusione con Olivetti, ha avuto un esordio positivo, che ha cambiato di rotta nel pomeriggio, finendo per portare al ribasso i titoli della società, che hanno chiuso a quota 2,251 euro con un calo dell”1,16% rispetto al prezzo di riferimento stabilito da Borsa Italiana. Ingenti gli scambi: 167 milioni di pezzi contro una media precedente di 29 milioni.
Secondo alcuni operatori di Piazza Affari, sul titolo ha inciso anche la riduzione del peso nell”indice Mib30 (dimezzato rispetto al vecchio indice delle blue chip), che ha indotto i fondi a riposizionarsi cedendo azioni della società. Ne sarebbe una conferma l¿andamento delle risparmio, non presenti nell”indice di riferimento, che hanno chiuso in rialzo a 1,454 euro (+2,77%). Ciò proverebbe il giudizio favorevole sull”operazione di accorciamento della catena.
In ribasso ha chiuso anche Pirelli&C, nata dall”incorporazione di Pirelli. Secondo gli esperti, il risultato negativo sarebbe dovuto alle prese di beneficio, dopo l”avanzata del titolo nelle scorsesedute, che hanno annullato anche il maggior peso guadagnato dalla società nel Mib30. Il titolo è sceso a 0,6621 euro (-3,83%), mentre le risparmio si sono attestate a 0,6415 euro (+0,3%).
Decisamente più difficile la situazione di Telecom Italia Media, la società originata dalla scissione di Seat Pagine Gialle per gestire le attività media (La7, Mtv, ApBiscom) e Internet (Virgilio) del gruppo Tronchetti Provera. Ieri, per tutta la mattina il mercato ha reagito con una serie di sospensioni al ribasso, per adeguare il prezzo dei titoli ai valori calcolati sulla base dei fondamentali. Per analisti e operatori di borsa, infatti ¿il prezzo di riferimento di 0,5996 euro, lo stesso per Seat e per Telcom Italia Media, calcolato da Borsa Italiana con il metodo patrimoniale, non riflette la realtà delle società¿. La capitalizzazione di Telecom Italia Media, infatti, è pari a 700 milioni contro i 6,4 miliardi di Seat Pagine Gialle: una valutazione che porta il valore unitario dei titoli della società proprietaria di La7 a 0,21 euro (la stima è di Intermonte). Telecom Italia Media ha chiuso infatti a 0,26 euro per le ordinaria, con un -56% rispetto al riferimento stabilito da Borsa spa, e a 0,21 euro per la versione risparmio (-64%). Al contrario, buona la performance di Seat, salita a 0,7204 euro (+20,15%) nelle ordinarie e del 21,72% nelle risparmio . Gli analisti sostengono che nulla è cambiato rispetto all”ultima seduta, perché sommando i valori dei due titoli, dividendoli poi per il numero di azioni, si ottiene un prezzo praticamente pari alla chiusura di venerdì¿.
Insomma, il mercato ritiene che Seat abbia buone prospettive di crescita, mentre Telecom Italia Media ha ereditato attività molto meno profittevoli e dal futuro incerto.
Intanto, in un¿intervista al quotidiano finanziario francese ¿La Tribune¿, Tronchetti Provera ha commentato l¿operazione di accorciamento della catena di controllo e il riassetto della ¿nuova¿ Telecom Italia, che, secondo il Presidente, ¿si trova ormai in condizioni di normalità e può concentrarsi pienamente sui progetti industriali¿. Per quanto riguarda le prospettive di sviluppo, Tronchetti intende portare avanti un piano di investimento su Internet ad alta velocità in Europa da 5-600 milioni di euro in tre anni, e l”acquisizione della tedesca Hansenet si iscrive in questa strategia. ¿A partire dalla nostra dorsale europea creeremo degli anelli attorno a un certo numero di grandi città e di reti urbane, prima di connetterci nell”ultimo miglio con le infrastrutture dell”operatore dominante¿.
Per Tim, Tronchetti Provera prevede ¿tre poli di sviluppo¿: i servizi a valore aggiunto, che genereranno una crescita importante anche se inferiore a quella degli anni Novanta: il Brasile, dove Tim è stato il primo operatore a ottenere una licenza Gsm nazionale; infine la Grecia e la Turchia e la cooperazione con Telefonica, T-Mobile e Orange in Europa.
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