Italia
Il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, è intervenuto con una nota nel merito della querelle che riguarda le norme sulla Rai, del suo Ddl di riforma del sistema radioTv.
¿La mancata approvazione di una nuova legge farebbe correre alla Rai e ai suoi dipendenti quei rischi di declino e di instabilità che invece qualcuno vuole attribuire alla nuova normativa¿, è stato il commento di Gasparri, che ha spiegato che ””l”obiettivo del governo è quello di garantire un futuro alla Rai””.
¿Come al solito siamo al travisamento della realtà¿ è stato il commento.
””Uno dei punti che non emerge con la giusta evidenza nel dibattito che sta accompagnando il varo della nuova legge sul sistema radiotelevisivo, è il rischio che corre la Rai qualora non dovessero essere approvate nuove norme””, ha sottolineato ancora Gasparri nella nota.
Il ministro precisa che la sentenza della Corte Costituzionale dell”ottobre 2003, non prevede soltanto che una rete del gruppo Mediaset debba andare sul satellite, ma anche che la Rai debba rinunciare alla pubblicità su una delle sue reti. In considerazione dei limiti di affollamento che vigono ai sensi della legge Mammì per le reti Rai, la quota di pubblicità persa non potrebbe essere spostata, e quindi recuperata, su altre reti dell”azienda.
¿Per la Rai – prosegue il ministro – si tratterebbe di una perdita di introiti molto significativa che non potrebbe essere in alcun modo compensata da eventuali aumenti del canone con la finalizzazione di un recupero per la pubblicità venuta meno¿.
Per Gasparri l¿assenza di una normativa creerà problemi enormi alla Rai, mentre la nuova legge consentirà un rilancio dell”azienda nell”ambito di un progetto che per prima conseguenza scongiurerà la perdita degli attuali introiti pubblicitari. Credo che sia un fatto evidente, ma è bene sottolinearlo anche per chi si scaglia a testa bassa contro la riforma del sistema radiotelevisivo. ¿L”obiettivo del governo ¿ ha detto il ministro – è quello di garantire un futuro alla Rai che punti alla valorizzazione e alla tutela di tutto il patrimonio di professionalità e di risorse dell”azienda pubblica – conclude – anche in vista del suo diverso e migliore posizionamento sul mercato¿.
Pronta la replica di Claudio Petruccioli (Ds), presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza, che definisce ridicola l¿affermazione del ministro Gasparri, secondo il quale la Rai rischierebbe il declino senza la sua legge.
¿La Tv di Stato spende i soldi e Mediaset si prende i vantaggi¿, commenta Petruccioli.
E continua spiegando a suo avviso i punti critici di questo Ddl: ¿Il Sic, il Sistema integrativo delle comunicazioni. Come sa chi si intende di matematica, l”infinito è indivisibile e fissare delle quote efficaci per ogni operatore con quel sistema diventa impossibile¿, mentre l¿altro punto riguarda i tre canali digitali che la Rai deve avere dal primo gennaio 2004.
¿Per raggiungere questo obiettivo ¿ spiega il presidente della Vigilanza – la Tv di Stato deve comprare le frequenze. Ma anche chi non capisce niente di economia si rende conto di come funziona il mercato: se si sa che tu devi assolutamente comprare ti fanno pagare il doppio. E perché la Rai deve avere il digitale a gennaio del prossimo anno? Per consentire a Rete 4 di continuare a trasmettere¿.
Petruccioli, in sintonia con Antonio Maccanico, auspica l”alternativa di una parziale privatizzazione della Rai e segnala un interessamento in questo senso dell”Udc, attraverso Bruno Tabacci.
Anche il diessino Vincenzo Vita è intervenuto sulla dichiarazioni di Gasparri ed è entrato proprio nel merito del caso che riguarda Raitre.
¿La sentenza della Corte Costituzionale cui si fa riferimento ¿ spiega Vita – riguarda le reti eccedenti l”antitrust e non Raitre. E” bene chiarirlo, perché la verità è ben diversa. Il testo del Ddl Gasparri – conclude Vita – blocca qualsiasi sviluppo della Rai e fondamentalmente la manda a picco¿.
Alfonso Pecoraro Scanio, presidente dei Verdi, commentando le dichiarazioni del ministro Gasparri sui rischi per il servizio pubblico in caso di mancata approvazione del provvedimento, ha dichiarato ¿La favola che la legge Gasparri serva alla Rai è davvero eccessiva anche per il teatrino italiano: sembra piuttosto una minaccia verso un servizio pubblico che andrebbe rilanciato e tutelato come chiede il messaggio del Presidente Ciampi¿.
¿L”attuale legge Gasparri ¿ conclude Pecoraro Scanio ¿ è contraria alla Costituzione, al messaggio di Ciampi, al pluralismo e al servizio pubblico. Invece di raccontar favole e far trapelare minacce, Gasparri proponga quelle modifiche essenziali sollecitate dal mondo dell”informazione e da tutti gli studiosi dei sistemi democratici e liberali della comunicazione¿.