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Il Dipartimento di Giustizia e l¿FBI hanno chiesto alle autorità di implementare i mezzi tecnici per poter intercettare le comunicazioni che avvengono in Rete tramite lo standard Voice over IP (VoIP).
Il governo teme infatti che la rete sia diventata una sorta di zona franca per le comunicazioni dei terroristi.
Il polverone è stato sollevato da Jerry Pulver, proprietario del servizio di telefonia peer-to-peer ¿Free World Dialup¿. Il servizio, non a caso ribattezzato ¿Napster for phones¿, conta già 12.000 utenti e punta a diventare una valida alternativa alle reti di telefonia pubbliche. Ed ecco il punto: in febbraio Pulver ha fatto richiesta alla FCC (l¿organismo statunitense di regolazione per le tlc) perché fosse dichiarato ufficialmente che il suo servizio può sottrarsi alla giurisdizione in quanto non si tratta di un servizio di telecomunicazioni inteso nel senso tradizionale, ma di un¿applicazione Internet non differente dalle eMail o dall¿Instant Messaging.
Non è chiaro infatti se il Communications Assistance for Law Enforcement Act (CALEA) del 1994 – che obbliga le compagnie di telecomunicazioni a collaborare per agevolare le intercettazioni telefoniche da parte delle autorità governative – possa essere applicato anche alle comunicazioni che avvengono in Rete. Il governo sta cercando comunque di convincere le autorità e le compagnie che operano su Internet che il CALEA va esteso non solo alle reti DSL e via cavo, ma a tutto ciò che circola su Internet, dalle eMail alle messaggerie.
Sono in molti comunque a opporsi a un¿applicazione così restrittiva della legge: tra questi AT&T e la National Cable and Telecommunications Association che sostengono che il governo sta spingendosi troppo oltre, non rendendosi conto dei costi che la proposta implicherebbe per le aziende, costrette a riprogettare le proprie reti.