Italia
Il passaggio dalla trasmissione terrestre in tecnica analogica a quella in tecnica digitale ha, secondo Federcomin, una importanza superiore a quella che ebbe il passaggio dal bianco e nero al colore, perché incide sulla: quantità di contenuti che possono essere trasmessi; natura delle applicazioni e dei servizi; qualità del segnale.
Con l¿avvento del digitale la televisione potrà essere integrata nel nuovo mercato dei servizi interattivi commerciali, dei servizi delle Pubbliche Amministrazioni: in tal modo potranno essere coinvolti milioni di cittadini che finora non hanno avuto accesso alle nuove tecnologie, perché la televisione digitale potrà entrare in tutte le case, andando a completare l¿offerta delle altre tecnologie a banda larga.
Si tratta di circa 25 mln di utenze che potranno entrare in contatto con il digitale e potranno apprezzare l¿utilità dei generi, dei contenuti e dei servizi (anche interattivi), a partire dalle applicazioni di tGovernment rese possibili dall¿informatizzazione delle Pubbliche Amministrazioni. Possiamo considerare il progetto forse la più grande operazione di ¿alfabetizzazione tecnologica¿ mai fatta in Italia che interesserà capillarmente tutta la popolazione, in quanto utente del nuovo media, attraverso il traino della Tv generalista. L¿introduzione del digitale terrestre nelle famiglie va vista pertanto in un¿ottica di forte crescita culturale e sviluppo competitivo del Paese.
La data di switch off per l¿analogico, prevista alla fine del 2006, pone obiettivi ambiziosi, con scadenze stringenti indicate per la società concessionaria del servizio pubblico generale radiotelevisivo nell¿articolo 22 disegno di legge. Si ricordano in proposito le date del 1 luglio 2003 per il raggiungimento del 50% della popolazione, quella del 1 gennaio 2004 con il 60% e tutti i capoluoghi di provincia e quella del 1 gennaio 2005 con l¿80% e tutti i comuni maggiori che scandiscono le tappe del cambiamento.
Un¿analoga cadenza viene di fatto ¿imposta¿ agli altri soggetti coinvolti, dagli operatori di rete, ai fornitori di contenuti, da coloro che svilupperanno servizi ed applicazioni fino ad arrivare ai soggetti della domanda, ossia le imprese, le Pubbliche Amministrazioni ed i cittadini. Tutti insieme dovranno rispettare la tabella marcia per arrivare all¿appuntamento del 2006 e tutti gli strumenti dovranno essere disponibili (risorse finanziarie, apparecchiature, tecnologie, contenuti, ecc.).
Recentemente, con sentenza n. 466 del 20 novembre 2002, la Corte Costituzionale, dichiarando l¿illegittimità di alcune parti della legge 31 luglio 1997, n. 249 (legge Maccanico), se da una parte fa compiere un passo avanti al processo di trasformazione, in quanto accorcia il periodo transitorio al 31 dicembre 2003, dall¿altra pone problemi sul fronte delle risorse finanziarie alle imprese interessate (venendo meno circa 500 mln di euro derivanti dalla raccolta pubblicitaria).
Federcomin ritiene importante l¿obiettivo temporale, che per poter essere raggiunto richiede un attento monitoraggio del percorso, affinché nessuno degli elementi indicati venga a mancare, anche per intervenire con i necessari correttivi per rispettare le scadenze.
Per il raggiungimento degli obiettivi di penetrazione del digitale terrestre, potranno essere di aiuto più che i modesti stimoli alla domanda previsti dal disegno di legge finanziaria 2003 (articolo 64), le agevolazioni derivanti dai proventi (25%) della collocazione sul mercato delle azioni ordinarie della RAI (articolo 19 del ddl 3184).
Il successo dell¿operazione dipenderà dalle prospettive di investimento che verranno presentate ai risparmiatori. Il giusto appeal per una risposta vigorosa del mercato dipenderà dalla situazione organizzativa della RAI, dalle sue capacità competitive nel settore e non ultimo dal ¿peso¿ sui bilanci RAI degli investimenti che dovranno essere realizzati nei prossimi anni per il digitale terrestre.
E¿ difficile ipotizzare la quantità di risorse che potranno essere destinate alle suddette finalità, tuttavia potendo ritenere considerevoli i proventi di cui sopra, andrebbe valutata l¿opportunità di una destinazione più ampia (rispetto a quanto previsto dal comma 4, dell¿articolo 22) degli stimoli alla domanda, estendendoli anche alle imprese e alle Pubbliche Amministrazioni, con un approccio di tipo ¿convergente¿ che prenda in considerazione le altre tecnologie avanzate a larga banda.
Si tratta, secondo Federcomin, di una grande operazione ¿culturale¿ che, attraverso l¿innovazione nell¿informazione e nella comunicazione, faccia crescere il livello di consapevolezza e di padronanza delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie.
In Italia secondo i dati Federcomin esistono oggi circa 20 mln di utenti Internet che ¿navigano¿ su un parco di 11 mln di personal computer con un tempo di utilizzo medio inferiore a 1 ora/giorno. Tale dato se confrontato con quello di penetrazione della televisione evidenzia un netto divario tra i due. Si possono infatti considerare nel nostro Paese circa 50 mln di telespettatori, 35 mln di apparecchi Tv e un ascolto medio di 3 ore/giorno.
L¿Italia secondo le ultime valutazioni del World Economic Forum, è ¿scivolata¿, in un anno, dal 26º al 39º posto nella graduatoria per ciò che riguarda la competitività tecnologica. Se vogliamo recuperare terreno e colmare il gap esistente con i Paesi avanti a noi dobbiamo investire sull¿innovazione partendo dal basso.
Il digitale terrestre attraverso la diffusione della televisione in tutte le fasce della popolazione può essere il carrier verso la modernità e la competitività dell¿Italia.
Senza questa ¿rivoluzione culturale¿, tutti gli sforzi sul fronte dell¿offerta (infrastrutture, contenuti, servizi, ecc.) rischiano di essere vanificati perdendo una ennesima occasione di crescita.
E¿ il caso di soffermarsi allora sui temi della formazione, che peraltro sono indirettamente richiamati in alcuni punti del disegno di legge. L¿argomento ha valenze molto ampie, ma, anche limitandosi all¿ambito specifico del settore radiotelevisivo (e non solo per quanto riguarda il servizio pubblico generale radiotelevisivo), è opportuno affermare che è compito dell¿informazione tutta, in quanto servizio pubblico, quello di avere finalità formative verso l¿uso delle nuove tecnologie.
Federcomin suggerisce in particolare che un capitolo ad hoc sull¿importanza della formazione verso l¿uso delle nuove tecnologie possa essere inserito nel nuovo Contratto di Servizio nazionale.
Le ricadute sul mercato
Lo sforzo collettivo del Sistema Paese, gli ingenti investimenti e la riorganizzazione necessari per il processo di trasformazione al digitale terrestre, porranno diversi problemi e difficoltà allo sviluppo del mercato. La risposta lato domanda sarà determinate ai fini della rapidità del periodo di transizione.
L¿atteggiamento, in particolare, dei cittadini potrà essere più disponibile se si spingerà verso scelte tecnologiche (Set-top-box, televisori digitali integrati, impiantistica di edificio) standardizzate (es. MHP europeo), aperte e a costi contenuti, nonché se saranno adottati opportuni strumenti di stimolo ed incentivazione che incidano su tutta la ¿filiera tecnologica¿ e interessino i cittadini utenti, con modalità semplici e rapide. Il progetto potrà costituire anche l¿occasione per avviare iniziative di ¿rottamazione¿ delle antenne con conseguenti benefici di impatto ambientale.
La massa degli investimenti complessivi coinvolti nel processo di digitalizzazione è infatti dell¿ordine dei miliardi di euro sia per le imprese che per le famiglie e senza un contributo attivo dello Stato il processo difficilmente supererà ¿l¿attrito di primo distacco¿.
E¿ tuttavia il rispetto dei tempi e delle scadenze fissati l¿aspetto a nostro avviso più importante per il successo dell¿iniziativa. Si pone pertanto l¿esigenza di un rapido avvio delle attività preparatorie ed una verifica puntuale e tempestiva dei risultati intermedi.
Così come è difficile tracciare scenari di lungo termine per il digitale terrestre, è altrettanto arduo prevedere quali saranno le scelte che i soggetti interessati (soprattutto quelli minori) faranno come operatori di reti, fornitori di contenuti, di servizi e di applicazioni. L¿evoluzione tecnologica e gli assetti del mercato renderanno possibili diverse alternative ed è probabile che nel tempo nascano e si affermino figure intermedie o nuove.
I fattori critici di successo vanno ricercati oltre che all¿interno delle componenti specifiche del mercato di riferimento, anche nel contesto socio economico in cui il processo si svolgerà.
Saranno determinanti:
– la crescita della cultura informatica e multimediale della popolazione;
– la flessibilità del mercato del lavoro e delle forme contrattuali;
– la disponibilità di nuove figure professionali e le relative necessità formative;
– un quadro normativo ¿leggero¿ e flessibile e una semplificazione delle procedure amministrative.