Mondo
di Alessandra Talarico
L¿industria dei fornitori di infrastrutture per le tlc fa ancora i conti con la debolezza della domanda sia di impianti che di telefonini e non sembra intravedere la luce alla fine del tunnel, almeno non nei tempi previsti.
Le maggiori aziende mondiali (Nokia, Motorola, Samsung) hanno presentato bilanci non proprio brillanti e hanno rivisto le proprie stime di vendita a breve e medio termine.
La prima a disilludere il mercato riguardo la possibilità di ripresa nei prossimi tre mesi è stata la finlandese Nokia che ha indicato che le vendite resteranno invariate per la divisione più importante, quella dei telefonini. Il volume d¿affari della divisione mobile, cresciuto nel secondo trimestre di appena il 2% a 5,5 miliardi di resterà ¿stabile, se non in leggero ribasso rispetto allo scorso anno¿, precisa l¿azienda in comunicato, nonostante previsioni di crescita comprese tra il 4 e il 12%. Inoltre, anche se le vendite al terzo trimestre aumentassero del 10%, il fatturato resterebbe immutato a causa della debolezza del dollaro rispetto all¿euro. Secondo il presidente di Nokia, Jorma Ollila la ripresa del settore non arriverà prima di altri due anni.
Stesso discorso per l¿altro grande costruttore europeo, Ericsson, che ha pubblicato i risultati relativi al secondo trimestre 2003 venerdì e ha ribadito la convinzione di riuscire a tornare al profitto entro la fine dell¿anno. I conti dell¿azienda ¿ che attribuisce al tasso di cambio sfavorevole un terzo delle perdite registrate – resteranno comunque in rosso a causa delle spese eccezionali per 1,2 miliardi di euro, spese relative al piano di ristrutturazione del debito.
Gli apparecchi venduti dalla joint-venture nippo svedese Sony Ericsson sono stati 6,7 milioni, per una quota di mercato pari al 6,4%. Il ritorno al profitto dovrebbe avvenire al raggiungimento di quota 10% quindi, secondo le stime del gruppo, entro la fine dell¿anno. ¿Sony Ericsson tornerà al profitto nel secondo semestre grazie allo sviluppo del portafoglio dei prodotti GSM e del mercato giapponese¿, spiega l¿azienda in un comunicato.
L¿americana Lucent, che non spera in un ritorno al profitto prima del 2004, ha indicato di aver sofferto nel terzo trimestre 2002/2003 (chiuso a giugno) per la ¿riduzione delle spese nell¿America del Nord e per degli inaspettati ritardi nella chiusura di alcuni contratti¿. Lucent prevede un calo delle vendite pari al 20-25% per tutto l¿esercizio 2003.
Può sorridere un po¿ Motorola – secondo produttore mondiale di telefonini dopo Nokia – che pur non presentando risultati entusiasmanti, è in ripresa: il gruppo ha fatto registrare un utile di 119 milioni di dollari, in netto miglioramento rispetto alla perdita di 2,3 miliardi dello stesso periodo del 2002. Il fatturato ha accusato una flessione del 10% su base annua a quota 6,2 miliardi.
La britannica Marconi, invece, pur non vedendo ripresa a breve termine rileva che per la prima volta da due anni, le aziende cominciano a prevedere un aumento del budget relativo agli investimenti. Ci vorrà ancora del tempo, però, perché i progetti si trasformino in fatturato.
Secondo la società di ricerca Gartner la ripresa arriverà nel 2005: ¿Abbiamo assistito negli ultimi due anni, a una contrazione significativa dell¿attività dei costruttori e il 2003 si annuncia come un nuovo anno di recessione. Il 2004 sarà ancora un anno atono¿. Secondo i dati forniti dall¿azienda, il fatturato dell¿intero comparto infrastrutture dovrebbe scendere dal 5 al 10% nel 2003, a circa 40 miliardi di dollari contro i 49 miliardi del 2002.
I costruttori soffrono ancora per il congelamento degli investimenti da parte degli operatori che attualmente preferiscono concentrarsi sulla ristrutturazione che non sugli investimenti per la costruzione delle reti. ¿Gli operatori ¿ spiega un analista britannico ¿ stanno cercando di sfruttare al meglio i network esistenti, che non sono ancora saturi ¿ e puntano, per tornare al profitto, sul decollo dei servizi a valore aggiunto della telefonia mobile. Al reinvestimento penseranno successivamente¿.
Gli addetti ai lavori attribuiscono il difficile momento dei costruttori occidentali anche alla feroce concorrenza delle aziende asiatiche, che conducono una politica tariffaria molto aggressiva sia sui mercati locali che in Europa e sui mercati emergenti. Anche se la coreana Samsung, primo gruppo elettronico asiatico, ha fatto registrare un calo degli utili pari al 41% a causa del crollo dei prezzi dei chip di memoria e degli schermi piatti per PC. Samsung ha registrato un utile netto pari a 861 milioni di euro, contro 1,46 miliardi dello stesso periodo del 2002.