Italia
Il Ddl Gasparri fa un altro passo avanti verso il traguardo finale. Approvati mercoledì 16, al Senato, gli articoli 15, 16, 17, 18 e19, dopo che la maggioranza ha ritrovato un sostanziale accordo con l”Udc. Oggi, giovedì, si prepara un¿altra battaglia campale, con la votazione sull¿articolo 20 che riguarda la nomina del Cda della Rai.
Sull¿approvazione dell¿articolo 15, e in particolare sulle norme antitrust, le polemiche infuriano. La Federazione nazionale della stampa (Fnsi) parla di ¿pagina nera¿ per l”informazione, mentre la Federazione editori (Fieg) di ¿condono delle violazioni commesse dalle tv¿; l”opposizione annuncia ostilità alla Camera.
La mediazione con i centristi è stata raggiunta con un compromesso: passa l”estensione della norma a garanzia dell”editoria fino alla fine del 2008 (prima di allora le tv non potranno acquistare giornali, ma il divieto non vale per le radio), in cambio l”Udc ritira gli emendamenti sulla pubblicità e sul divieto di televendite. Passano anche le proposte del relatore Grillo (FI) sulla ridefinizione del perimetro del Sic, il sistema integrato delle comunicazioni: viene confermato che nessun soggetto potrà raccogliere risorse superiori al 20%. Restano anche il tetto al 10% per il gruppo Telecom Italia e la norma che svincola le telepromozioni dal limite orario per limitarle soltanto a quello giornaliero.
La Cdl sembra trovare una posizione comune anche sulla scadenza del cda Rai, che l”Udc vuole al 28 febbraio 2004. L”ipotesi è la conferma del rinnovo dei vertici della tv pubblica all”avvio del processo di privatizzazione, accompagnata dall”accordo politico sulla possibilità che gli attuali consiglieri possano essere riconfermati nel nuovo consiglio a nove membri. Oggi, comunque, si terrà la riunione decisiva.
””Decideremo cosa fare quando avremo un quadro chiaro della situazione¿, annuncia il consigliere Marcello Veneziani, a commento della ipotesi di dimissioni immediate del Cda in caso di scadenza anticipata. Intanto, il Cda della Rai riceve la stima del presidente della Camera Casini e le rassicurazioni del capogruppo Udc D”Onofrio, mentre il presidente Annunziata ha un colloquio al ministero dell”Economia, azionista di maggioranza della tv pubblica attraverso Rai Holding.
Conferma la sua stima al Cda anche il ministro Gasparri: ””Sono persone di grande qualità e capacità. Ma l”ultima parola spetta al Parlamento¿. ¿E” chiaro ¿ ha sottolineato il ministro – che il governo preferisce un interlocutore stabile¿ Gasparri ha espresso poi massima soddisfazione per l”approvazione dell”articolo 15, in particolare delle nuove norme asimmetriche sull”editoria, con il divieto di incroci fra tv e giornali esteso alla fine del 2008, ¿un”ulteriore garanzia rispetto al mondo della carta stampata e dei giornali. L”accordo raggiunto su questo aspetto – ha sottolineato – dimostra che questa legge, quando c”è un confronto serio, è aperta a modifiche e miglioramenti¿.
Positivo il giudizio del ministro sull”andamento dei lavori al Senato: ¿Mi sembra che questa grande fatica si stia affrontando in maniera coesa da parte della maggioranza¿.
Sull”articolo 15, però, la bufera non si placa. ¿Ogni correzione della macroscopica stortura determinata dall”abbattimento dei limiti antitrust di settore è stata vanificata dall”intesa nella maggioranza¿, sottolinea la Fnsi, augurandosi che vengano apportate modifiche sostanziali alla Camera; la Fieg parla di ¿grave colpo al pluralismo informativo, che dovrebbe essere un obiettivo di tutte le forze politiche e che, invece, viene sacrificato sull”altare della più intransigente difesa degli interessi di un solo operatore¿. Ossia Mediaset, che replica: ¿Il Ddl Gasparri non cambia di un euro i nostri conti pubblicitari¿. Anche il relatore Grillo parla di ¿critiche ingenerose¿, ricordando che il ddl Bonaiuti potrebbe andare incontro alle posizioni degli editori. Esprimendo soddisfazione per l”approvazione dell”articolo 15, Grillo ha affermato: ¿E” un articolo fondamentale per l”impianto della legge. Sono soddisfatto perché l”aula ha recepito alcune indicazioni del relatore confermando le scelte fatte in commissione e migliorandole¿. Per Grillo, la quota del 20% come limite di raccolta massima di risorse del Sic per uno stesso soggetto e quella del 10% per il gruppo Telecom, ¿crea le condizioni perché crescano il terzo polo televisivo e il pluralismo¿, in quanto ¿non impedisce al gruppo Telecom di crescere in un settore in cui fattura, attraverso La 7 e Mtv, 300 miliardi di vecchie lire¿.
Sulla ridefinizione del Sic, il Senato ha approvato l”emendamento del relatore, che alle risorse da ””attività promozionali”” sostituisce quelle da ¿investimenti di enti ed imprese in altre attività finalizzate alla promozione dei propri prodotti o servizi”” e, al posto di ¿vendite di beni e abbonamenti¿ e ¿prestazioni di servizi¿, parla di ¿vendite di beni, servizi e abbonamenti relativi ai settori¿ che fanno parte dello stesso Sic, cioè imprese radiotv, editoria, Internet, produzione e distribuzione cinematografica, pubblicità.
L”Udc, che ha ritirato i suoi emendamenti sul Sic e sulla pubblicità, ha espresso soddisfazione per l”accordo trovato all”interno della maggioranza, in particolare sulla norma asimmetrica a favore dell”editoria: ””Abbiamo combattuto una ragionevole e significativa battaglia di libertà ¿ ha sottolineato il capogruppo Francesco D”Onofrio – che cementa la maggioranza di centrodestra più di quanto non si creda¿.
Bocciata, invece, la proposta dell”opposizione di estendere la norma asimmetrica anche alle emittenti radiofoniche nazionali. In aula è stato poi trasformato in ordine del giorno ¿ e come tale resta all”attenzione del governo – l”emendamento targato Forza Italia che punta a sostituire, all”interno dei ricavi del Sic, le ””testate quotidiane”” con ””quotidiani di informazione politica e generale¿, escludendo quindi dal limite i quotidiani specialistici, compresi quelli sportivi.
Sul fronte opposto, dura la reazione del senatore Antonello Falomi (Ds): ¿Questo articolo è uno scandalo nello scandalo, perché legalizza i comportamenti illegali del gruppo Mediaset, che ha sforato i limiti della raccolta pubblicitaria, sottraendo ulteriori risorse alla carta stampata¿.
Gli fa eco Michele Lauria (Margherita): ¿Il ¿partito Mediaset¿ si è tenuto il filetto e ha lasciato agli alleati le frattaglie¿.
Sempre dall¿opposizione, il portavoce di Fassino, Cuillo, accusa: ¿Si prepara il baratto della permanenza dei consiglieri Rai per quattro soldi in più a Mediaset¿. Angius spara a zero: ¿La Cdl è unita solo per fare gli interessi di Berlusconi¿. Lapidario Giulietti: ¿Siamo tornati al peggio¿.
Con la maggioranza compatta, nonostante l¿ostruzionismo dell¿opposizione, l”aula di Palazzo Madama ha approvato senza intoppi anche gli articoli da 16 a 19 del Ddl Gasparri. L”articolo 16 del ddl Gasparri, delega al governo per l”emanazione del testo unico della radiotelevisione, con un emendamento del relatore che salvaguarda i poteri delle Regioni; l¿articolo 17, compiti del servizio pubblico e il 18, finanziamento del servizio pubblico. In quest¿ultimo articolo viene confermata la norma che prevede la ripartizione del canone in base all”articolazione territoriale delle reti nazionali, per assicurarne l”autonomia economica. Su questo punto, polemico il commento del senatore Falomi (Ds): ¿Questa disposizione, se collegata alla delibera di trasferimento di Raidue a Milano e al provvedimento sulla cessione di rami di azienda, prefigura una forma di secessione televisiva¿.